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Et corpore

«Quella immonda carcassa non era che il corpo del ciereo. La chiamavano Et Corpore: il Corpo»
  Lo avevano seppellito nella terra, per impedire che quella orrende malvagità fosse risvegliata. Avevano scavato a fondo. Ma gli Inian lo avevano recuperato, con funi e assi di legno, schiavizzando i deboli e i prigionieri. E ora era lì   Lì esposto vi era et corpore: lucido e perfetto, pulito da ogni detrito, la gigantesca aberrazione si sbagliava a più di 30 metri dal suolo. Morta come un cadavere, ma molto più orrenda: un viso pietrificato in un Urlò senza fine, braccia spezzate in pose inumane, e poi brandelli di ossa e carne nè viva e nè putrida  
«Qui tu ora risorgi e sì fuoco»
  La battaglia di Et Corpore
I nostri eroi assistono ad Et Corpore che viene risvegliato dal fuoco della Fiamma cerulea e che si trasforma in una massa informe nera semovente, che durante la battaglia vomita fluidi neri, muove lunghi artigli verso i nostri eroi, non ha la forza del cinereo ma può combattere Ad un certo punto della battaglia una voce metallica proviene dall'orrendo stoma della bestia: «angor animi». All'udire quelle parole ognuno di loro inizia d'apprima a sudare, poi sopraggiunge un affanno mai provato, che lascia posto ad una sensazione di morte imminente

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