Strida
Strida in passato era una sorta di divinità, una creatura magica, potente e meravigliosa. Di una bellezza struggente, che non poteva che essere divina. Non è un caso che l'anello brumoso sia un anello, come quello delle fate fatto di funghi. Perché strida prima era una creatura celeste, una fata. Ma donando a Sir mannelig parte di sé donava etere e si impoveriva.
Il potere di Strida è quello di trasformare parte di sé e del suo etere in materia. Come un enorme serbatoio che si svuota però, ad ogni dono perde parte del suo potere e con esso il suo aspetto divino
Strida mostra piano piano ai nostri eroi che la credono malvagia dei ricordi rispetto al suo passato con Sir Mannelig "Di grazia Sir Mannelig, non cogliete quei fiori. Così facendo le api non avranno più di che nutrisi"
In prima persona vedono tutta la scena, come se fossero li: una rigogliosa radura, ricca di colori che andavano dal verde ombroso delle piante più basse, al verde smeraldo dei fili d'erba e ancora al verde foglia dei muschi che ricoprivano le rocce bianche e grige. Oltre ai fiori [inserire nome] vi erano anche steli lilla e campanule bianco latte, la luce era quella della prima mattina con appena qualche nuvola che copriva a tratti il sole raggiante.
Strida era meno orrenda del mostro che i nostri eroi conoscono. Aveva già donato al Sir 2 doni
Strida serve ai nostri eroi anche perchè a conoscenza di informazioni sulla seconda discesa dell'etere, lei era lì
Strida nasce da una bambina che ha toccato il fuoco purissimo e ne ha ereditato parte del potere
Strida è Albendo di Adoramus
Nella mente di Strida
Se qualcuno provasse a leggere nella mentre di Strida ne verrebbe sopraffatto, forse ucciso. Una tempesta pensieri, un turbinio di voci annebbiano la sua coscienza: rabbia, senso di colpa, crudeltà, tristezza, vendetta. Un essere profondamente inconsapevole di essere. Un vacuo contenitore di Etere al confine tra vita e morte
Se qualcuno provasse a leggere nella mentre di Strida ne verrebbe sopraffatto, forse ucciso. Una tempesta pensieri, un turbinio di voci annebbiano la sua coscienza: rabbia, senso di colpa, crudeltà, tristezza, vendetta. Un essere profondamente inconsapevole di essere. Un vacuo contenitore di Etere al confine tra vita e morte
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