Middan&Nephmor

La quinta era dei regni del Middan procede placida, dopo le lunghe guerre che hanno martoriato queste terre, e l'equilibrio raggiunto dagli Stati che si spartiscono il continente regge, fra piccole scaramucce di confine e problemi interni. È per le genti che lo abitano il periodo più lungo senza conflitti, e questa che nasce oggi è ormai la quarta generazione che non ha visto gli orrori della guerra.   Forse per questo i generali si fanno più baldanzosi, i popoli arroganti e i regnanti avidi. Ma è in questi momenti, quando la tensione sale, che minacce meno appariscenti, più subdole e pericolose si fanno strada tra i vicoli delle città, nelle foreste sterminate, nei sotterranei delle ville.     Il Middan, centro del mondo conosciuto, si sta rianimando: mercanti solcano i mari contendendoli ai pirati che per secoli li hanno dominati, carovane attraversano deserti e foreste, eserciti regolari marciano contro briganti e razziatori, altrettanto numerosi; le città vedono la propria popolazione aumentare a dismisura, mentre nelle campagne oscuri terrori strappano uomini e donne al loro sonno. C'è chi lavora incessantemente alla pace e propone ambiziosi sogni di gloria, ma molti di più sono quelli che puntano a difendere o crearsi il proprio piccolo dominio personale