Fenrir x Zelia x Collezionista
Morta Thalai, tutti vengono avvolti dall’oscurità più totale e quando questa scompare, si trovano al centro di una pizza trafficata e vivace; scopriranno poi che si tratta del centro di Ohran, città a metà strada fra Roystone e Mehmet. Qui si riprendono e organizzano i passi successivi, ma c’è poco da fare, la mappa è chiara: bisogna andare a Mehmet.
Così si riparte, ma durante il viaggio vengono intercettati da un uomo misterioso, che da lontano li osserva, prima di presentarsi come colui che farà conoscere loro la sconfitta. È un cacciatore di taglie, ex samurai, scopriranno anche che si trattava del fratello di Gakuto. Trattava appunto, perché malgrado la sua clamorosa forza, non riesce a sopraffare la squadra e viene sconfitto, ucciso da Lazav.
Durante lo scontro, Kodak ha ricevuto un colpo durissimo che lo ha costretto ad uno svenimento improvviso, ma in un certo senso, anche piacevole. Sì perché in quel frangente ha vissuto ancora una volta il contatto con Kord, il Dio della forza. Ne è uscito rafforzato, questa volta non fisicamente, ma con un’arma in più; un nuovo alleato: Fenrir, l’urlo di Kord.
Arrivano a Mehmet, città di minatori incalliti, dove si respira un’aria di normalità per certi versi anomala, considerando i trascorsi ad Ohran, ma soprattutto a Roystone. Qui rincontrano Gakuto e Seàn, che nel frattempo si sono dati alla vita da avventurieri liberi ed hanno anche raggiunto il loro primo risultato: la maschera della luna. Si tratta di una magica reliquia antica, ricca di storia; ma le macabri notizie che la squadra porta con sé, distolgono l’onorevole Gakuto dall’approfondire i fatti.
Nonostante tutto, si offre comunque di aiutare il gruppo e così avviene. Li indirizza da uno storico di Mehmet, tale Khanato Kahn, uno dei più rinomati studiosi del regno. Scopriranno che oltre alla professione di storico, esercita quella meno nobile di coltivatore e spacciatore di erba del diavolo; ma questa è un’altra storia (cit.). Il vecchio coboldo racconta loro la storia di Zelia, un’antica città un tempo casa dei Grandecorno (sotto razza dei minotauri). La storia vuole che sia caduta in rovina di punto in bianco, quando i Grandecorno hanno perso la ragione ed hanno iniziato a scannarsi a vicenda.
Giunti alla città abbandonata fanno la conoscenza di Montezuma, re in rovina dei Grandecorno, tanto possente quanto bonario. Da lui conoscono tutta la storia della caduta di Zelia, dovuta sì alla perdita di coscienza dei Grandecorno, ma a causa di un furto. Un criminale, che si fa chiamare Crepuscolo in Fiamme, ha rubato a Zelia la fonte delle sue fortune, un marchingegno che trasformava in energia positiva la caotica e distruttiva energia di un antico amuleto di Erythnull. Montezuma fa rivivere a tutti alcuni flash che ritraggono il ladro intento ad impossessarsi del congegno, non più grande di una palla da basket; ne hanno la certezza, in quel congegno c’è l’ultima chiave, quella di ATTTTLA, araldo di Erythnull.
Durante il flashback, Curian carpisce un dettaglio che si rivelerà essenziale, un simbolo cucito sugli abiti del ladro: una stella dalle punte arrotondate. Sally ha già visto quel particolare simbolo, ma ha quasi la certezza che la sua sia una pista inconcludente, considerando che chi lo portava non sapeva fare affari; era la proprietaria del bazar Tutto a 1ma, un’ingenua Goliath.
Tornati a Mehmet, decidono di passare ancora da Khanato Kahn. In occasione del primo incontro aveva chiesto loro un favore: qualora fossero andati effettivamente a Zelia, se ne avessero avuta l’occasione, avrebbero dovuto portargli il corno di un Grandecorno. In cambio, Khanato racconta loro qualcosa di più su quel simbolo, la stella con punte arrotondate. Pare sia l’emblema distintivo di un certo H.P. Lovecraft, detto il Collezionista; è un rinomato appassionato di reliquie magiche e non è un segreto che per ottenerle abbia fatto anche cose losche.
Hanno la prossima meta, Innsmouth, capitale della regione Judikes, dove vive il Collezionista. Mentre si allontanano Ohran però, rincontrano un Gakuto un po’ scomposto; Seàn lo ha tradito e se n’è andato con la maschera della luna, ma Gakuto sa dov’è diretto: proprio dal Collezionista.
Così si riparte, ma durante il viaggio vengono intercettati da un uomo misterioso, che da lontano li osserva, prima di presentarsi come colui che farà conoscere loro la sconfitta. È un cacciatore di taglie, ex samurai, scopriranno anche che si trattava del fratello di Gakuto. Trattava appunto, perché malgrado la sua clamorosa forza, non riesce a sopraffare la squadra e viene sconfitto, ucciso da Lazav.
Durante lo scontro, Kodak ha ricevuto un colpo durissimo che lo ha costretto ad uno svenimento improvviso, ma in un certo senso, anche piacevole. Sì perché in quel frangente ha vissuto ancora una volta il contatto con Kord, il Dio della forza. Ne è uscito rafforzato, questa volta non fisicamente, ma con un’arma in più; un nuovo alleato: Fenrir, l’urlo di Kord.
Arrivano a Mehmet, città di minatori incalliti, dove si respira un’aria di normalità per certi versi anomala, considerando i trascorsi ad Ohran, ma soprattutto a Roystone. Qui rincontrano Gakuto e Seàn, che nel frattempo si sono dati alla vita da avventurieri liberi ed hanno anche raggiunto il loro primo risultato: la maschera della luna. Si tratta di una magica reliquia antica, ricca di storia; ma le macabri notizie che la squadra porta con sé, distolgono l’onorevole Gakuto dall’approfondire i fatti.
Nonostante tutto, si offre comunque di aiutare il gruppo e così avviene. Li indirizza da uno storico di Mehmet, tale Khanato Kahn, uno dei più rinomati studiosi del regno. Scopriranno che oltre alla professione di storico, esercita quella meno nobile di coltivatore e spacciatore di erba del diavolo; ma questa è un’altra storia (cit.). Il vecchio coboldo racconta loro la storia di Zelia, un’antica città un tempo casa dei Grandecorno (sotto razza dei minotauri). La storia vuole che sia caduta in rovina di punto in bianco, quando i Grandecorno hanno perso la ragione ed hanno iniziato a scannarsi a vicenda.
Giunti alla città abbandonata fanno la conoscenza di Montezuma, re in rovina dei Grandecorno, tanto possente quanto bonario. Da lui conoscono tutta la storia della caduta di Zelia, dovuta sì alla perdita di coscienza dei Grandecorno, ma a causa di un furto. Un criminale, che si fa chiamare Crepuscolo in Fiamme, ha rubato a Zelia la fonte delle sue fortune, un marchingegno che trasformava in energia positiva la caotica e distruttiva energia di un antico amuleto di Erythnull. Montezuma fa rivivere a tutti alcuni flash che ritraggono il ladro intento ad impossessarsi del congegno, non più grande di una palla da basket; ne hanno la certezza, in quel congegno c’è l’ultima chiave, quella di ATTTTLA, araldo di Erythnull.
Durante il flashback, Curian carpisce un dettaglio che si rivelerà essenziale, un simbolo cucito sugli abiti del ladro: una stella dalle punte arrotondate. Sally ha già visto quel particolare simbolo, ma ha quasi la certezza che la sua sia una pista inconcludente, considerando che chi lo portava non sapeva fare affari; era la proprietaria del bazar Tutto a 1ma, un’ingenua Goliath.
Tornati a Mehmet, decidono di passare ancora da Khanato Kahn. In occasione del primo incontro aveva chiesto loro un favore: qualora fossero andati effettivamente a Zelia, se ne avessero avuta l’occasione, avrebbero dovuto portargli il corno di un Grandecorno. In cambio, Khanato racconta loro qualcosa di più su quel simbolo, la stella con punte arrotondate. Pare sia l’emblema distintivo di un certo H.P. Lovecraft, detto il Collezionista; è un rinomato appassionato di reliquie magiche e non è un segreto che per ottenerle abbia fatto anche cose losche.
Hanno la prossima meta, Innsmouth, capitale della regione Judikes, dove vive il Collezionista. Mentre si allontanano Ohran però, rincontrano un Gakuto un po’ scomposto; Seàn lo ha tradito e se n’è andato con la maschera della luna, ma Gakuto sa dov’è diretto: proprio dal Collezionista.
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