Kodak x Spirito dei Ponti x Thodak Sterling
Finita la riunione con Eladrin, il gruppo, orfano di Flint e in attesa di conoscerne il sostituto, si ferma per cenare al Jesse’s. Dopo un paio d'ore, dalla porta della locanda entra un uomo adulto, molto grosso, muscoloso, con un tono di voce pieno e alto. Questi si dirige spedito verso il tavolo della Squadra e si presenta come Kodak, il nuovo membro del gruppo. Nei giorni a seguire, tutti fanno conoscenza con l’ultimo arrivato e si prendono del meritato riposo; poi Magnus viene ricevuto da Sir Loras, che lo informa in merito a natura e tempistiche della seconda missione che dovranno compiere per conto del Re. Torneranno nel tunnel fra Numenor e Topdog, assieme a molte altre squadre di avventurieri. Dovranno liberare e assicurare la galleria. Sir Loras stima d’aver bisogno di un paio di mesi per organizzare il tutto, ma raccomanda a Magnus di non tenersi troppo impegnato, dato che di lì a un mese, faranno un nuovo punto della situazione.
L’indomani mattina, tutta la Squadra si reca in Gilda alla ricerca di qualche compito semplice, da poter svolgere in attesa di nuove disposizioni da Sir Loras. Scelgono di svolgere un compito nel vicino Fittobosco: pare che molte carovane, carrozze e carri siano scomparse; una volta entrati nella foresta non ne sono più usciti. Partono la mattina seguente e in due giorni arrivano all'entrata del bosco. Durante i successivi tre giorni, incontrano ostili spiriti arborei e devono difendersi, finché non giungono nel cuore della foresta, in prossimità del ponte sul Fiume Ombrone. Una volta al ponte, incontrano un vecchietto e Kodak lo saluta; in tutta risposta, viene scaraventato molti metri indietro, da una forza cinetica incredibile, finendo quasi per cadere nel dirupo. Tutti allora si mettono in guardia ed inizia uno scontro con il vecchio, che si rivela essere anch'egli uno spirito malvagio, in grado di produrre visioni e suggestioni; tanto che una volta abbattuto, il ponte cambia aspetto, scoprendo il suo vero stato: è danneggiato, si interrompe a metà e sul fondo del dirupo, fra l’acqua e le rocce, si vedono i resti di chi è passato di lì, cascando nella trappola dello spirito. Recuperano un paio di casse d’oro e poi si mettono in marcia per fare ritorno a Valinor.
Trovano un piccolo antro e fanno tappa per la notte, ma vengono attaccati. Alcune creature minute li accerchiano; sono simili a scimmie isteriche, armate d’ossa e artigli, con una maschera sul volto, anch'essa d’ossa. Nascosti nella vegetazione, due arcieri umanoidi composti da vegetazione, sparano frecce magiche e fanno addormentare Ki-Yoshi e Meigon. Il primo viene poi preso da una scimmia e portato via, verso il cuore del Fittobosco. Intanto, gli altri sconfiggono tutti gli assalitori e si gettano all'inseguimento. Sembra ci sia un esercito a rincorrerli, ma non li raggiungono di proposito e con il passare dei minuti, diventa chiaro che gli assalitori vogliono farli andare in quella specifica direzione, senza dargli altre vie di fuga. Con coraggio, Ban cavalca Pako a tutta velocità e nel momento del bisogno, sfodera la capacità magica delle sue briglie, grazie alle quali Pako ottiene un grosso paio d’ali piumate e spicca il volo. Kodak evoca la sua cavalcatura e segue via terra Ban. Meigon e Virgil vengono abbandonati da Magnus e finiscono sommersi dal sottobosco, a causa di alcuni ammassi di viticci animati. Il capitano, dopo aver appunto abbandonato i suoi, sfrutta tutto il suo potere per sfuggire alle grinfie nemiche.
Intanto Ki-Yoshi viene portato in un grosso antro, pieno di creature boschive, ma soprattutto c’è un grosso drago fatto da corteccia e vegetazione varia. Davanti all'imponente bestia, una figura umanoide coperta da vegetazione viva, emana un’aura di comando incredibilmente potente, percepibile come vibrazioni nell'aria circostante. Questi si fa avanti e rivela un volto umano, poi nel chiedere a Ki-Yoshi cosa ci faccia nella sua foresta, si blocca di colpo stupito e chiama l'elfo “figliolo”. Ki alza lo sguardo da terra e riconosce il padre, che aveva visto morire tempo prima, nello stesso Fittobosco, diviso a metà dal colpo di un ogre del clan Spaccateschi. I due scambiano qualche battuta, ma suo padre Thodak non è cambiato solo nell'aspetto; ha un atteggiamento completamente diverso, è distaccato e spietato. Non batte ciglio alla notizia della morte delle sorelle e ordina a Ki-Yoshi di ritrovare Shingo, per riportarlo da lui nel Fittobosco; lasciando intendere che sia ancora vivo. Poi agita la mano in direzione del terreno di fianco al figlio e dal sottobosco sbucano Virgil e Meigon, immobilizzati da alcuni viticci animati. Quando anche Magnus e Kodak raggiungono l’antro, l’esercito di creature boschive li lasciano avanzare sino a raggiungere i compagni. Poi Thodak intima a tutti di andarsene alla svelta dal Fittobosco e di non tornare più, perché la foresta non è più quella di una volta; il tempo della pace è un ricordo e non vogliono più ospiti nel loro territorio. Mantenendo la difesa alta, tutti si allontanano alla svelta, ma sono disorientati e impiegano diverse ore per ritrovare il sentiero verso Valinor.
Una volta di nuovo in strada, si rilassano leggermente e discutono dell’accaduto durante il cammino, finché tornano nei pressi del ponte danneggiato. Poco più avanti c’è una vecchietta in lacrime e mentre Magnus dice a tutti di non farsi ingannare, Ban corre da lei in sella a Pako, finendo scaraventato via per diversi metri, esattamente come successo a Kodak all’andata. Affrontano tutti lo spettro e lo sconfiggono di nuovo; poi procedono per la loro strada e ritrovano le casse d’oro, che avevano lasciato per seguire Ki-Yoshi. Ban però non è convinto che lo spettro sia stato sconfitto definitivamente, teme che possa tornare e decide di tornare indietro per esserne sicuro. Magnus non lo ferma, ma non permette a nessuno di rischiare con lui, quindi va da solo, mentre gli altri tornano a Valinor. Giunto al ponte, cerca tracce di energia negativa e trova un medaglione carico di malignità. Capisce che c’è un legame fra il gioiello e lo spettro, quindi lo prende con sé e si rimette anche lui in marcia verso Valinor.
Nel frattempo, gli altri hanno fatto ritorno alla capitale e si riposano al QG, dopo aver incassato la ricompensa alla Gilda e aver dato parola all'organizzazione, sulla sicurezza del Fittobosco. L’indomani mattina, Meigon si reca nel suo ufficio all’Accademia, ma prima di entrare, nel bel mezzo della Piazza Reale, vede una figura familiare. Si avvicina e riconosce Linda (aveva chiesto a Eladrin di farla trasferire a Valinor, come condizione per la sua adesione alla Causa i due si salutano come vecchi amici (anche di più) poi insieme vanno nell’ufficio di Meigon e parlano per ore. Intanto qualcuno bussa alla porta del QG e Magnus va ad aprire; si presenta un uomo abbastanza giovane e ben vestito, scortato da due energumeni incappucciati, nascosti nell'ombra delle loro mante. Dice di chiamarsi Giovanni e di essere un investitore, con una proposta proprio per lui; gliene parlerà a cena la sera stessa, alla Locanda del Drago Dormiente (da Thomund).
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