Lutto x Indagini x Giuramento
Alla fine del giorno seguente, Ki-Yoshi riceve un mandato di comparizione dall’ufficio dello Sheriffo Murtagh. È richiesta la sua presenza l’indomani mattina, per un colloquio con il Capitano Sig. Pezzodimmerda, ma non viene specificato il motivo. Chi più e chi meno, tutti si scervellano per capire cosa possano volere da un tipo tranquillo come Ki, ma non se ne viene a capo. Alla fine, passano tutti la giornata a sbrigare faccende personali, ma sia Ban che Flint, vengono morsi da alcuni ratti giganti e perdono i sensi.
Si risvegliano poi insieme in un luogo umido e freddo, che capiscono essere sottoterra. Straniti e spaesati, iniziano a muoversi e scoprono una montagna di cadaveri in decomposizione. Decidono di procedere alla svelta, per evitare di fare la stessa fine. Durante il loro cammino affrontano decine di ratti molto grossi, alcuni anche più di loro stessi. Flint recupera anche dei particolari cristalli blu luminosi, che poi rivenderà al Gran Magus, per una cifra esorbitante. Una volta di nuovo in superficie, denunciano alla Gilda degli Avventurieri la presenza di tunnel pericolosi, scavati da topi giganti, nelle fogne della città; poi si dedicano ad un meritato riposo.
L’indomani mattina, Ki-Yoshi si reca all’appuntamento con il Capitano Sig. Pezzodimmerda, accompagnato da Magnus, Meigon e Ban. Purtroppo, gli viene chiesto di riconoscere due cadaveri e Ki lo fa: sono le sue sorelle; morte fra atroci sofferenze, a giudicare dallo stato dei corpi. Il Sig. Pezzodimmerda è noto per il suo poco tatto, ma in questa situazione riesce a dare il peggio di sé, venendo quasi preso a pugni dal cittadino più mite di Valinor: Ki-Yoshi.
Ki rimane scioccato, ma sia Meigon che Ban tentano di sostenerlo; gli stanno vicino e lo sostengono nel lutto. Non solo, Meigon si prende anche l’onere di indagare sulla strage e raggiunge Magnus sulla scena del crimine. Dopo un sopraluogo dettagliato, si fanno un’idea della dinamica del delitto. Data l’efferatezza degli omicidi, Meigon azzarda anche alla possibilità che il colpevole sia un Mannaro, una creatura fuori controllo e molto violenta; teoria avvalorata dalla presenza della luna piena, durante la notte passata. Inoltre, in un aperto confronto con il Capitano, andando per esclusione e senza considerare altri eventuali conoscenti delle sorelle, Meigon espone sinceramente i suoi sospetti maggiori: Magnus stesso e Virgil.
Le indagini di Meigon non si fermano, condivide i suoi sospetti con Ban, che lo aiuta nell’interrogatorio mascherato a Virgil, ma purtroppo non da esiti, né positivi né negativi. Inoltre le cose si infittiscono quando chiedendo informazioni a Ki-Yoshi, viene fuori che lavorando al mercato, le sorelle avevano molte amicizie e conoscenze; ciò rende i sospetti di Meigon molto meno validi e capisce di aver bisogno di più indizi.
Il giorno seguente passa fra ulteriori indagini, e altre faccende personali, finché non giunge l’ora della cena con Eladrin, alla quale però, essendo in lutto, Ki-Yoshi non parteciperà. In solitaria, Flint si reca al Jesse’s in anticipo, dove l’oste rimane sorpreso nel vederlo da solo, come se si aspettasse che ci fossero tutti. Data la situazione, ne approfitta e consegna a Flint un indizio, frutto del suo studio sulla Prima Fiamma. Intanto gli altri, che credono la cena si svolgerà alla reggia di Eladrin, vi si recano insieme. Qui incrociano proprio l’elfo e Archie Battista, mentre escono per andare al Jesse’s.
Da subito si nota un certo nervosismo in Eladrin; caratteristica che non gli è mai appartenuta, almeno per come lo conoscono i membri della Squadra. Subito si accorge che manca Ki-Yoshi e risultando parecchio insensibile, obbliga il gruppo a convincerlo di raggiungerli in locanda. Intanto lui ed Archie vanno avanti, ma non entrano al Jesse’s; infatti quando il resto della Squadra raggiunge Flint, tutti si chiedono dove sia la cena in programma. In questo momento, interviene l’oste Jesse dando loro una chiave per lo sgabuzzino che tiene sul retro, ma li ammonisce di non toccare la bacchetta e non dire la parola “Albion”. Quindi tutti si recano nello stanzino, uno spazio angusto e impolverato, dove Flint, fregandosene altamente di tutto, agita la bacchetta e pronuncia la parola Albion. Di colpo vengono abbagliati da una forte luce bianca e quando recuperano la vista, si trovano in un ufficio; Eladrin siede dietro una spoglia scrivania e al suo fianco c’è Archie, in piedi.
Eladrin inizia un lungo discorso, partendo con scuse e condoglianze verso Ki-Yoshi; come capiranno alla fine del colloquio, la sua presenza era di vitale importanza. La discussione è lunga e riguarda la missione che di lì in avanti la Squadra dovrà affrontare. Viene chiesto a tutti di dedicarsi anima e corpo alla Causa, ma Flint si chiama fuori e abbandona il gruppo, con uno struggente discorso a Meigon, il suo migliore amico (in Ignan). Eladrin fa compiere un giuramento a chi rimane; d’ora in poi le loro vite saranno legate alla Causa. Poi rivela i dettagli del caso, come il nemico dichiarato, ovvero l’Ordine di Dagon.
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