Roland Zefir
Patriarca del Casato Zefir
Cavaliere umanoSeguace di Bahamut
Data di nascita: 25/04/1304
Data di morte: 19/06/1372
Luogo di nascita: Colleventoso (Damara)
Nato e vissuto in un'epoca d'oro per il Damara, Roland Zefir trascorreva la sua vita di Conte di Colleventoso guidato da ideali di giustizia e rettitudine e nel rispetto della tradizione. Prendeva molto seriamente il suo compito di proteggere e amministrare le sue terre per conto del Re, suo caro amico tra l'altro. Sapeva di aver ereditato dal padre qualcosa di speciale e voleva assicurarsi che il figlio fosse pronto ad assumersene la responsabilità. Dopo aver affrontato la morte della moglie, dei figli, della nuora e del genero, dopo aver assistito alla caduta di Damara e aver perso Colleventoso, ha comunque perseverato cercando di tenere unita la famiglia e di reclamare il suo titolo e la sua Contea per poterli lasciare ai nipoti. Purtroppo i suoi sforzi non sono stati ripagati ed ora Roland sente di aver fallito nei confronti dei suoi antenati e dei suoi discendenti. Ha cercato di non far percepire la serietà della situazione ai nipoti affinché potessero crescere sereni e guarire dai traumi della guerra. Nel cercare di proteggerli, però, si è precluso il loro aiuto per affrontare i problemi del casato... Ora che inizia a rendersi conto delle loro capacità, si rende conto di aver probabilmente commesso un errore, anche se in buona fede.
Dopo aver perso definitivamente Colleventoso, ha guidato la famiglia nel Vaasa in un ultimo tentativo di salvare il Casato. Dopo aver guidato le truppe reclutate dai nipoti nella battaglia contro il Principe Stregone e festeggiato la vittoria con la famiglia, Roland ha abdicato a favore di Vincent, per poi spirare la notte dopo la battaglia
Roland Zefir è severo e rigido. Rispettoso delle leggi e della tradizioni. Considera i suoi doveri verso il casato e Colleventoso qualcosa di sacro. È convinto che gli Zefir siano stati benedetti da Bahamut ed in virtù di questo mandato divino abbiano il diritto ed il dovere di guidare gli uomini di rango inferiore. Nonostante queste convinzioni, non è arrogante o superbo, ed è sempre corretto con servi, soldati e villici. Anche se si rende conto che i nipoti sono molto diversi da lui, non ha mai cercato di condizionarli perché si rende conto che ognuno di loro dovrà trovare il proprio posto nel mondo venendo a patti con la propria natura. Anche se stanco e amareggiato per gli eventi che rischiano di distruggere il casato non è ancora pronto ad arrendersi
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