BUILD YOUR OWN WORLD Like what you see? Become the Master of your own Universe!

Adomal, il Fondatore

  Adomal è il dio più protettivo nei confronti degli emberek, che vede come figli irrequieti, emotivi, talvolta persino autodistruttivi, da incamminare sulla strada giusta per il loro stesso bene. E la strada giusta per Adomal coincide con una legge forte e chiara, con una giustizia imparziale, e con la pace. Adomal esalta anche i benefici dello scambio commerciale, che considera un’esaltazione dei rapporti di mutua dipendenza che tutti i mortali hanno fra loro, ed è oltretutto benefico alla prosperità e allo sviluppo di ogni popolo. La sua visione sacralizza la vita ordinaria delle persone e le loro responsabilità intra-personali.

Adomal è storicamente responsabile di aver avanzato questi ideali attraverso la coniazione della prima moneta e la promulgazione delle Leggi di Emberek, un corpo legislativo antico che ha fatto da modello per ogni produzione successiva e che ancora oggi è oggetto di riflessione e elaborazione da parte della sua Chiesa.   Il pensiero che anima Adomal e le sue Leggi si fonda sull’armonia sociale, la quale si regge sulla regolamentazione dei rapporti sociali nella maniera più impersonale possibile, sulla promozione delle cosiddette virtù sociali (modestia, pazienza, cortesia, diligenza e studio), sul rispetto delle gerarchie sociali e delle autorità legittime, e sulla promozione delle responsabilità individuali.  

Luoghi di culto

Le chiese di Adomal sono solitamente edifici splendidamente adornati e decorati di statue, affreschi e ori. Ad ogni luogo di culto sono sempre annessi uno scriptorium, un archivio e spesso anche una residenza per il clero. Lo studio dei testi di Adomal, la riflessione su di essi e sulle leggi secolari e la revisione di documenti e conti pubblici sono un’attività quotidiana per i chierici di Adomal. Tradizionalmente, chiunque può cercare rifugio in un tempio di Adomal per ricorrere al Sacro Asilo, un istituto che garantisce protezione e immunità del rifugiato qualora questo sia perseguito illegalmente o per leggi incompatibili con le Leggi di Adomal.  

Discepoli

Oltre alla sua ben organizzata Chiesa, politici, mercanti e pacifisti costituiscono il fulcro dei fedeli di Adomal. Benché chiunque possa entrare a far parte del clero adomalita, i suoi vertici sono riservati a coloro che rinunciano ad avere una famiglia o proprietà personali, in quanto considerati gli unici abbastanza imparziali da rappresentare gli interessi di Adomal e dell’Emberek.   Essendo l’unica Chiesa fondata direttamente dal suo dio, in origine questa era straordinariamente unita, avendo un unico Vicario di Adomal al suo capo. Col passare dei secoli però la Chiesa si è divisa in varie branche, solitamente corrispondenti ognuna ad un Paese diverso, guidata ognuna da un Alto Gerarca, eletto dai Gerarchi locali, e comunque sottoposto al Vicario di Adomal. Durante la Rovina la Chiesa è stata ulteriormente frammentata, e non vi è al momento nessun Vicario.  

Riti e festività

I riti della Chiesa di Adomal consistono solitamente in letture e riflessioni sulle sue Leggi, seguite dalla donazione di elemosine ai poveri.   La festa più importante è il 15 Adomanthus, l’Anniversario della Fondazione, che commemora la fondazione di Emberek, in occasione del quale la Chiesa mostra i suoi tesori più preziosi, a memoria dell’Età dell’Oro inaugurata da Adomal.  

Comandamenti:

  • Ricorda che la legge di Adomal è al di sopra di ogni altra legge e più illuminante di ogni comune morale.
  • Rispetta sempre la legge quando proveniente da una legittima autorità.
  • Il bene e lo sviluppo collettivo devono essere l’obiettivo di ogni corso d’azione pubblico.
  • Non tollerare che si venga meno a leggi, giuramenti, contratti o parole date.
  • Dona un decimo di quanto guadagni alla Chiesa di Adomal affinché provveda allo sviluppo collettivo.
  • Ove possibile, favorisci dare o ricevere emolumenti in moneta anziché ricorrere a baratti, favori o metodi ambigui che lasciano la porta aperta al malinteso e al conflitto.
  • Rispetta le tradizioni purché queste non siano d’intralcio al progresso collettivo.
  • Su ogni cosa, cerca di essere modesto, paziente, cortese, diligente e erudito.
 

Anatema:

  • Permettere alle tue emozioni, ai tuoi interessi o alla tua morale di avere la precedenza sugli obblighi legali o sociali.
  • Iniziare o partecipare a un conflitto già in corso quando hai piuttosto la possibilità di risolverlo pacificamente o starne fuori.
  • Bloccare la crescita individuale o sociale per motivi estranei alla legge di Adomal.
  • Coniare falsa moneta o usare monete false.
  • Iniziare o farsi coinvolgere in faide.
  • Accettare o tollerare corruzione, peculato, concussione e altri crimini che fanno scialo dell’Emberek e della sua organizzazione.
 

La Fondazione di Emberek

Da “Il Grande Libro dell’Emberek” del Maestro Shen Fei

All’alba dei tempi, Adomal ponderava le sorti dei mortali con angoscia. Divisi in clan, tribù, villaggi rivali e piccole fazioni, spesso in guerra tra loro e più inclini a razziare i loro vicini anziché far fronte unito contro le minacce comuni, Adomal temeva che avrebbero stagnato o si sarebbero distrutti a vicenda. Adomal prese la situazione in mano: scese su Hajman sotto spoglie mortali, aventi il nome di Principius, e cominciò a viaggiare tra le varie genti di Hajman, presentando il suo grande progetto di unire tutte le genti in unico grande popolo. Grazie alla forza dei suoi ragionamenti e al suo carisma soprannaturale si conquistò molti alleati finché, scelto un terreno adatto, invitò tutti i popoli limitrofi a unirsi a lui nel fondare una grande città, con mura possenti a proteggerla, grandi granai dove immagazzinare grano, un sistema di irrigazione pubblico, strade pavimentate e terra per ogni persona. Chiunque fosse disposto a riconoscersi un cittadino di Emberek e a abbandonare inimicizie e rivalità precedenti sarebbe stato accolto nella città. È così che venne fondata Emberek, la prima città. Adomal si mise subito all’opera per dare al suo nuovo popolo un codice di leggi che potesse governare le masse, di diverse origini, usi e costumi, senza favoritismi. Questo codice sarebbe stato ricordato come le Leggi dell’Emberek, e garantì pace, stabilità e benessere. Ben presto la prima città divenne una metropoli di milioni di persone, fino al punto che Adomal dovette decretare la fondazione di nuove città per non sovrappopolare la sua capitale. Nel corso dei decenni seguenti, Emberek divenne un impero esteso e potente, integrando sempre più genti e stabilendo una fitta rete di rotte commerciali su tutto il continente. Adomal mise in piedi un complesso sistema burocratico atto a governare un popolo così vasto, per rispondere alle nuove esigenze di governare una landa così immensa senza abbandonare le sue spoglie mortali. Adomal, pur se sotto il nome di Principius, venne venerato da tutti i suoi cittadini, che lodavano la sua saggezza e la sua guida. Si dice che sotto Principius non esistessero indigenza o crimine, e che ognuno avesse uno scopo. Mai nella storia di Hajman un impero crebbe in maniera così rapida e conseguendo tanto successo.   Gli altri dei però erano innervositi dal progetto di Adomal. “Adomal non si contenta di essere un dio, vuole essere il solo dio e anche sovrano dei mortali!” disse Drezal. “Adomal non ha rispetto né per noi, né per i mortali: diverranno i suoi schiavi se non sarà fermato”. Nikosh era stato inizialmente un sostenitore del progetto di Adomal, ma rimase inorridito da come questo si fosse dimostrato: “Dove un tempo vi erano fratelli, oggi vi sono sconosciuti! Dove c’era comunità, oggi c’è isolamento, dove affetto, c’è cortesia ipocrita, dove sentimento, ora c’è freddo calcolo, dov’era solidarietà, c’è individualismo”. Orundis lamentava la distruzione di alcuni suoi boschi sacri nella costante espansione di Emberek. Brelia sbraitava contro la mollezza e la falsità delle Leggi dell’Emberek rispetto alla verità che sono la volontà e la forza individuale. Xaranth'ur reclamava che gli venisse lasciata mano libera per scatenarsi contro l’Emberek e riportare Hajman al suo stato iniziale, ma Xelara frenò la sua mano. Fra tutti gli dei che presero la parola in merito, solo Sildrimar mostrò il suo supporto per Adomal, spiegando i progressi che i mortali stavano raggiungendo autonomamente grazie alla sicurezza e alle risorse prodotte dalla guida di Adomal. Xelara rinviò gli altri dei a parlare con Adomal stesso, ma essi non riuscirono a convincerlo. Adomal rispose alle loro critiche mostrando le virtù e il benessere di Emberek, e respinse ogni minaccia. “Nikosh, per il senso di comunità vorresti che i mortali rinunciassero alla pace? Voialtri, vorreste che i mortali si uccidessero e derubassero a vicenda in nome della libertà? Non si è più liberi nella pace e nell’abbondanza?” Non ho mai usato poteri divini per fondare Emberek, quindi nessuno oggi ha il diritto di usare i propri poteri per distruggerla”. Xelara riconobbe la forza delle sue ragioni e gli dei non spodestarono Adomal. Chiese però ad Adomal di non cessare di prestare udienza ai suoi simili, e lo mise in guardia che il corpo umano che abitava non avrebbe mai dovuto superare i limiti di una vita mortale. Adomal acconsentì, certo che i decenni che gli rimanevano come Principius gli sarebbero bastati per garantire un futuro radioso al suo Emberek.   Drezal si ribellò alla decisione di Xelara: sobillò gli emberek al crimine e alla ribellione, e presto si incarnò in spoglie mortali come fatto da Adomal. Conosciuto come Rouen, Drezal guidò bande ribelli in ogni provincia dell’impero, venendo spesso battuto ma mai davvero sconfitto: ogni volta si ritirava con le sue forze per riorganizzarsi altrove, impiegando l’intero impero in una caccia al topo senza fine. Così distratto dalla ribellione di Drezal, Adomal non si accorse che Verkadia, la quale non aveva protestato, aveva trovato il modo di sfruttare la devozione di molti emberek per Principius per i suoi propri fini. Fino a quel momento Emberek aveva sempre avuto una politica pacifica con i suoi vicini, cercando di conquistarli con la diplomazia o accontentandosi di stringere con loro patti e accordi commerciali. Verkadia ottenne la cooperazione di Zunos per ispirare una devozione cieca in alcuni emberek, che lei avrebbe reindirizzato in senso espansionistico fuori dai confini dell’Emberek. La stessa guerra che Adomal aveva cercato in ogni modo di prevenire, adesso si estendeva a sua insaputa nel suo nome. Nikosh a questo punto si sentì in dovere di proteggere i suoi fedeli, e li incoraggiò a difendere la propria terra contro gli invasori, garantendogli poteri. Adomal fece tutto il possibile per frenare i conflitti che a questo punto stavano esplodendo ai confini dell’Emberek, ma il suo controllo era limitato dai sabotaggi di Drezal.   Disperato, Adomal convocò Xelara e i suoi maggiori rivali: Nikosh, Drezal, Orundis e Xaranth'ur. “O Regina, cosa ho fatto per meritare questi strali? Ferma i miei nemici prima che distruggano quel che ho realizzato” la esortò, ma Xelara rispose: “Forse un dio ha meno diritti dei tuoi? Forse devono rinunciare alla loro visione in nome della tua? Nessuno è intervenuto in maniera più diretta della tua, e quindi vedi: ciò che hai tanto temuto per i mortali che ami così tanto, ora si è realizzato anche a causa tua. Fermati ora prima che anche Orundis e Xaranth'ur decidano di agire alla tua maniera”.   Adomal fu disperato nel riconoscere la verità nelle parole di Xelara. Il suo progetto era stato sabotato dall’esterno, sì, ma la situazione era comunque sua responsabilità. Addolorato, Adomal si rivelò al suo popolo. Spiegò il suo progetto e il suo sogno e lasciò loro due ultimi decreti prima di abbandonare le sue spoglie mortali: con uno, mise fuori legge chiunque prendesse ancora le armi per espandere il proprio o altrui dominio; con l’altro, decretò che ogni creatura mortale dotata di senzienza e di libero arbitrio fosse parte dell’Emberek, e come tale avente pieno titolo a tutti i diritti di ogni altro emberek, e che chiunque li violasse sarebbe stato considerato e perseguito come un qualsiasi altro criminale.   Infine Adomal nominò un suo successore mortale, e ordinò la sua Chiesa per vigilare sull’autorità civile che lasciava con così tanto potere. Infine, abbandonò Hajman per tornare fra gli altri dei. Anche Drezal fu costretto a fare lo stesso. Xelara infatti sentenziò: “Questa è stata l’Età dell’Oro di Emberek, sotto gli auspici di Adomal, il Fondatore, eppure anche l’Età dell’Oro è finita in un fallimento proprio a causa dell’immischiarsi degli dei negli affari umani: d’ora in poi, nessun dio potrà più prendere posto come sovrano dell’Emberek, che avrà solo sovrani mortali”.   Il lascito di Adomal sarebbe però durato per migliaia di anni ancora, e lo stesso Impero di Emberek avrebbe continuato, pur se fra le mille difficoltà che rendono complessa la vita dei mortali, a segnare la crescita e lo sviluppo di Hajman, e quando anche questo infine cadde, rimasero il concetto di emberek e delle sue leggi, che si applicano a ogni persona in quanto tale.
Domini principali: Order, Peace, Life
Rappresentazione: un uomo con vesti dorate che regge una bilancia e un rotolo di leggi aperto
Simbolo sacro: globo dorato con corona d’alloro e corona muraria
Animale sacro: colomba
Pianta sacra: alloro
Children

Character Portrait image: by Leon_Cino

Commenti

Please Login in order to comment!