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Brelia, la Furia

  Brelia è la dea della violenza, dell’impeto giovanile e della vendetta. È una selvaggia brutale e indomabile che anche gli altri dei non possono tenere sotto controllo. Si dice che non si sia mai recata a Ilysfall da millenni, anche se non è chiaro se sia così perché non si presenta agli inviti o se non è proprio invitata, e che Sildrimar avesse intenzione di escluderla dopo aver ottenuto la Corona Celeste, ma che Drezal l’abbia dissuaso, ricordandogli che non è compito o diritto della Corona Celeste compiere una tale scelta.

Brelia rappresenta e incoraggia l’aspetto animalistico di ogni mortale e la sua insopprimibile volontà di potenza. Brelia non crede alla comunità di Nikosh, né alla società di Adomal, e trova innaturale e rigido il militarismo di Verkadia; potrebbe forse trovarsi a suo agio con Xaranth'ur, se desiderasse trovarsi a suo agio con qualcuno. Brelia insegna che homo homini lupus, ogni persona è come un lupo per un’altra persona: non può esserci riconciliazione tra loro poiché i loro desideri e i loro istinti sono irriducibili e li pongono in contrapposizione. È certamente possibile che delle persone formino dei legami tra loro, similmente a un branco di lupi, e similmente a un branco di lupi ultimamente disinteressato alle sorti a chi è al di fuori del proprio gruppo, e anche in quel caso in procinto di frammentarsi qualora le risorse disponibili siano troppe poche per soddisfare ogni membro del branco. Per Brelia l’unico modo per avere una qualche forma di pace è essere l’individuo più pericoloso del proprio territorio, e mostrare quella pericolosità non tollerando nessun torto, esigendo sempre la giusta vendetta contro eventuali aggressori.   Dalla fondazione di Emberek fino alla Rovina il culto di Brelia è stato progressivamente marginalizzato a causa della natura antisociale del culto e dei valori breliani, ma la Rovina ha riportato Brelia a una rinnovata rilevanza, a causa del disfacimento dei rapporti sociali e dei legami comunitari, portando molte persone isolate a dover badare a se stesse in un mondo ostile: infatti i suoi seguaci sono stati quelli che si sono adattati meglio e più rapidamente alle nuove circostanze estreme, considerate la dimostrazione finale della verità che Brelia ha sempre insegnato.   Brelia non è apprezzata da molte persone, e neanche da molti altri dei, ma è innegabile che, come disse Drezal a Sildrimar, “ha un ruolo da svolgere”, e che gli emberek abbiano un aspetto animale che non potranno mai sopprimere. E che forse talvolta deve uscire fuori, che è esattamente ciò di cui Brelia vuole accertarsi.  

Luoghi di culto

Brelia ha sempre avuto vari santuari al di fuori delle aree urbane, deputati allo svolgimenti dei riti breliani, ma nel corso della Rovina alcuni templi sono stati eretti anche nelle città nel tentativo di ottenere il suo favore. Questi templi sono sempre dotati di un soffitto aperto e sono decorati con alberi e piante.  

Discepoli

Brelia è venerata da persone solitarie e antisociali, come anche da licantropi che accettano o addirittura ricercano l’aspetto selvaggio della loro maledizione, che loro considerano una benedizione. Ciononostante Brelia è presente in molti riti di uso comune: viene infatti ritualmente scacciata, e contestualmente blandita con offerte, in occasione del raggiungimento della maggior età e di matrimoni. Brelia è apprezzata anche da giovani di ogni razza, essendo l’unica divinità a considerare la giovinezza come un valore e la vecchiaia come un disvalore. Inoltre qualsiasi faida o vendetta personale è solitamente condotta in suo nome e con la sua benedizione, il che le dà una popolarità estesa anche nelle città.   Il clero di Brelia è suddiviso in santuari e templi che non cooperano quasi mai tra loro, rendendo facile la nascita e lo sviluppo di sette e culti molto diversi tra loro. Raramente i chierici di Brelia provano per i loro correligionari un sentimento diverso dalla competizione. Parte del suo clero è organizzato in ordini di paladini dedicati al perseguimento della vendetta come forma alternativa alla giustizia.  

Riti e festività

Brelia viene invocata in funzione apotropaica in molti importanti riti di passaggio sociale, ma i riti breliani veri e propri sono una vista rara. Consistono solitamente nel consumo di piante o funghi neurostimolanti, preparati e serviti da un chierico esperto, al fine di aprire i sensi dei celebranti alla venerazione della presenza divina di Brelia o di esaltare le loro prestazioni fisiche e la loro soglia di resistenza al dolore in procinto di imprese violente, che siano la lotta, la caccia o la guerra.   Il 28 Brelian si tiene il Passaggio: per i giovani, questo è il giorno che segna il passaggio del giovane alla vita adulta: in occasione di questo rito, si richiede ai giovani se sono pronti a rinunciare a Brelia, o se Brelia reclama ancora i loro cuori. Coloro che ritengono di avere conti in sospeso provvedono a soddisfare il loro bisogno di vendetta, e fra di loro Brelia talvolta chiama a sé i suoi chierici. Per gli anziani, è il giorno in cui enunciano i torti non riparati ai loro familiari più giovani, lasciando loro il compito di fare giustizia per la famiglia.  

Comandamenti:

  • Fai giustizia di ogni torto che ti viene inflitto.
  • Tieni la schiena dritta e sii pronto a reagire a qualsiasi minaccia.
  • Asseconda la tua natura animale.
  • Poni te stesso al centro del tuo universo se non vuoi vivere come uno schiavo.
  • Solo tu sei responsabile di ciò che fai e di ciò che ti succede: sii forte per soverchiare i tuoi rivali e coloro che vorrebbero sottometterti.
  • Vivi la tua vita seguendo le verità naturali che urlano nel tuo cuore, o soffrine le conseguenze.
 

Anatema:

  • Lasciare che un torto rimanga impunito.
  • Perdonare chi ti ha offeso senza che si sia prima sottomesso a te.
  • Cedere alle menzogne dell’Emberek.
  • Mostrare deferenza a una persona più debole di te.
 

Il Boscaiolo e il Barone

Storia popolare di Rhelenia

Vi era un tempo un giovane Boscaiolo che viveva dei frutti del suo lavoro ed era pacifico e restio alla violenza. Un giorno però il vecchio Barone di quelle terre decise che la foresta apparteneva a lui, e che il Boscaiolo non poteva più accedervi senza pagargli un salato tributo. Il Boscaiolo non aveva abbastanza soldi da pagare il tributo, quindi pregò gli dei per dargli assistenza.   Adomal gli disse: “Appellati al Giudice, affinché faccia giustizia”. Ma il Giudice era amico del Barone, e non fece giustizia.   Nikosh gli disse: “Chiedi aiuto ai tuoi compaesani”. Ma i compaesani erano poveri e anche se avessero potuto non avrebbero aiutato il Boscaiolo.   Verkadia gli disse: “Il Barone è tuo superiore, protegge la tua vita dal nemico, devi a lui il tributo che ti chiede”. Ma il Boscaiolo non aveva nemico più grande del Barone.   Drezal gli disse: “Fingiti fedele, ma cospira con i tuoi compaesani per rovesciare il Barone”. Ma il Boscaiolo non aveva tempo per organizzare una rivolta, e i suoi compaesani erano troppo vili.   Sildrimar gli disse: “A che ti giova spaccare la legna nella foresta? Piuttosto, dedicati ad arti più fini ed eleva te stesso e il tuo pensiero”. Ma il Boscaiolo non sapeva neanche da dove cominciare.   Xelara gli disse: “Offrimi un gallo nero e porrò su di lui una maledizione”. Ma il Boscaiolo non aveva un gallo nero, e una maledizione non lo avrebbe aiutato a sopravvivere.   Zunos gli disse: “Faresti bene a lamentarti di un destino tanto avverso con lui”. Ma il Barone lo fece andar via.   Zothrak gli disse: “Dopo la morte, entrambi avrete la giustizia che meritate”. Ma il Boscaiolo non rimase convinto.   Xaranth'ur e Telliana non gli risposero nemmeno, e il Boscaiolo nemmeno conosceva il nome di Saliria.   Alla fine Brelia gli disse: “Perché ti lamenti? Perché chiedi aiuto? Non hai forse un’ascia? Prendila e trova il Barone quando è da solo, e tira fuori i denti”.   Così il Boscaiolo uccise il Barone e andò a vivere nella foresta.
Domini principali: War, Trickery
Rappresentazione: un fanciulla nuda e selvaggia e armata, sempre ritratta in pose dinamiche e nel corso di un’attività fisica.
Simbolo sacro: sagoma dai lunghi capelli, armata e in corsa
Animale sacro: toro
Pianta sacra: amanita muscaria
Children

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