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Cosmogonie di Hajman

La Teogonia

Secondo questa credenza popolare soprattutto presso le società più devote o clericali, gli dei avrebbero creato l’universo e tutto ciò che è in esso: il Mare Astrale e il Caos Elementale sono le forze fondamentali che permettono al Piano Materiale di esistere. Hajman e le sue creature sono state create dagli dei stessi. Ogni creatura e ogni elemento fa parte quindi di un ordine naturale di origine divina.

La Gigantomachia

I Titani emersero dal Caos Elementare e plasmarono il Piano Materiale. Tuttavia l’immensa forza dei Titani, pur generando stelle, pianeti e elementi, rendeva impossibile la vita su Hajman. Questa situazione perdurò finché il Padre della Montagna non scese dal Mare Astrale e sconfisse i Titani, bandendoli dal Piano Materiale. Stabilendosi su Hajman, il Padre della Montagna generò i Giganti, i Goliath e i Nani. Questi popoli vissero in pace per cento secoli sotto lo sguardo del Padre della Montagna. Approfittando del riposo del Padre della Montagna, i Draghi, creature infime uscite dalle viscere della terra, scacciarono gran parte dei Giganti su Jotunheim e dominarono Hajman, creando coboldi e dragonborn. Il dominio dei Draghi venne spezzato dagli Dei, che giunsero su Hajman e crearono gli altri popoli. La leggenda narra che il Padre della Montagna un giorno si risveglierà dal suo sonno e guiderà di nuovo i Giganti su Hajman. I Nani fedeli alle antiche tradizioni tramandano una versione differente della leggenda: gli Dei saranno sconfitti a loro volta dai mortali, i quali saranno anch’essi un giorno scacciati da Hajman da un altro popolo ancora, in un ciclo senza fine, come già era successo ai Titani, ai Giganti e ai Draghi prima di loro.

La Corte Itinerante

Stando a questa storia, originata nell’antico Impero di Emberek, il cosmo è eterno, senza fine e senza inizio. Gli dei viaggiarono dalla loro casa originaria nel Mare Astrale, esplorando ogni angolo di esistenza, finché un giorno non si imbatterono nella vita mortale. Questa forma di esistenza era fragile e precaria, eppure sopravviveva all’influenza distruttrice del Caos Primordiale. Impressionati, gli dei svilupparono un interesse per Hajman e i suoi abitanti, così decisero di sottrarli al Caos affinché non venissero distrutti. Iniziò così il rapporto fra divinità e Hajman. Da questa prospettiva gli dei sono visti come salvatori, ma non come creatori, e il rapporto fra loro e mortali, e Hajman in quanto teatro di questo rapporto, sono posti al centro del cosmo, sia geograficamente che per importanza.

Il Canto degli Avi

Questa cosmogonia è tramandata da diverse tradizioni orali, come quella orchesca. Curiosamente, pare che tutti i bardi ne abbiano almeno sentito parlare. Alcuni dettagli possono cambiare, ma il punto cardine è sempre lo stesso: il cosmo non è esistito finché gli Avi, i progenitori di ogni persona esistente, non l’hanno cantato, o comunque posto in essere attraverso una simile attività creativa, quale la danza o il sogno. In questo modo sono stati creati tutti i piani e ciò che contengono, dagli dei alla polvere. Diverse tradizioni interpretano diversamente l’atto creativo: per alcune questo è stato compiuto una volta per tutte, per altre invece continua ancora oggi attraverso i canti della loro discendenza, mentre per altri ancora gli Avi non sono mai morti: essi cantano ancora, e per questo il cosmo esiste, e un giorno, quando smetteranno di cantare, gli Avi rimarranno nuovamente soli nel vuoto assoluto, finché non inizieranno una nuova canzone. Quale che sia la tradizione specifica, si evince comunque che sono i mortali stessi, per mezzo dei loro Avi, ad assurgere alla posizione di motore non mosso del multiverso.

L’Uovo Cosmico o Uovo Alchemico

In principio esisteva l’Uovo Cosmico, che conteneva la Prima Materia. Lo schiudersi dell’Uovo Cosmico ha creato ogni spirito e materia, attraverso quattro fasi di trasformazione della Prima Materia, la quale è l’origine di tutto il cosmo come lo conosciamo e con tutti i suoi elementi. Tale idea è stata creata e diffusa dagli alchimisti, trovando un discreto seguito fra gli arcanisti e specialmente i maghi. Tale tesi pare essere parte integrante del misterioso credo iniziatico sildrimarita. Gli alchimisti mirano ad elevarsi moralmente attraverso la ripetizione di tale processo creativo, ricomponendo materia e spirito percorrendo a ritroso i quattro passaggi trasformativi (nigredo, viridas, albedo e, infine, rubedo) della Prima Materia originale. L’alchimista in grado di giungere alla rubedo ottiene l’apice della metamorfosi personale e spirituale.

Il Canto della Tempesta

Stando alle storie tramandate da alcune comunità di draconidi, il Primo Drago ha creato il cosmo per partenogenesi. I Tre Grandi Wyrm plasmarono così il multiverso, generando i draghi metallici e cromatici. Quando gli dei giunsero su Hajman, inizialmente convissero con i Grandi Wyrm e la loro progenie, finché non si rivelarono essere degli invasori, causando la guerra fra dei e draghi. Era tale il rischio che Hajman correva di venire distrutta nello scontro, che Korthelios decise di sacrificarsi, generando draghi gemmati, dragonborn e coboldi, e ristabilendo la pace fra gli dei e i due Grandi Wyrm rimasti. Il filo rosso di questa storia pare essere che la creazione non può aver luogo se non attraverso il sacrificio: non si può creare dal nulla, e non si può ottenere qualcosa senza perdere qualcos'altro.

Hajman, il Titano

Le origini di questa cosmogonia sono avvolte nel mistero, compare saltuariamente in diverse tradizioni e con notevoli variazioni. È creduta soprattutto tra coloro che, per scelta o per nascita, sono legati alle forze primordiali o ai Piani Elementali, e specialmente ai domini dei geni. Hajman era un tempo un Titano, proveniente dal Caos Elementale. Diverse versioni esistono della sua morte, oscillando fra il sacrificio di Hajman per generare qualcosa di nuovo nel disabitato Piano Materiale, e l’uccisione di Hajman per mano di altri Titani, degli Dei o dei Grandi Wyrm, ma l’idea comune è che il suo corpo sia diventato Hajman, il pianeta che conosciamo, e che la sua forza vitale, fuoriuscendo dalla sua bocca, generò la vita. In base alle cause della morte del Titano Hajman, emergono diverse visioni del Titano in questione, ma tutte condividono un particolare apprezzamento per le forze creative del Caos, intenzionali o meno che siano per quanto riguarda il protagonista di questa creazione.

Le Genti di Hajman

Purtroppo questa storia è andata in gran parte perduta a seguito della sparizione dei Reami Fatati, i quali ne erano custodi e tramandatori, ma siamo riusciti a ricostruirla parzialmente interpretando alcune storie minori dei Giganti. Stando ai loro racconti, Hajman, che non è il nome da loro usato, è stato il teatro di molteplici migrazioni: le prime due, i Cessari e i Sofferenti, fallirono, estinguendosi a causa, rispettivamente, di un diluvio (ma l’ultimo cessario sopravvisse trasformandosi in un aboleth) e di una piaga. La terza fu quella dei Figli di Nim, così chiamati dal loro leader e patriarca. Nim morì di peste, ma il suo popolo sopravvisse. Tutti questi popoli vissero in pace per secoli, fino all’arrivo dei Giganti che li oppressero fino a spingerli a fuggire. I Figli di Nim, nel loro esilio, si divisero in due gruppi: i Fey, che andarono a nord, e i Firbolg, che andarono a sud e vennero resi schiavi per oltre due secoli finché non riuscirono a liberarsi. Entrambi i gruppi infine tornarono su Hajman, prima i Firbolg su navi di trasporto e da guerra, che iniziarono a lottare con i Giganti, e poi i Fey su nuvole di tempesta, e assieme riconquistarono le loro terre ancestrali. I Firbolg divisero Hajman in vari regni, uniti sotto lo scettro di un Alto Re la cui linea avrebbe governato per secoli, mentre i Fey costituirono i loro Reami Fatati nei boschi e nelle foreste a loro sacri, e vissero come dei in armonia con i regni Firbolg, pur se dopo un iniziale conflitto causato dalla cupidigia di un Signore Fatato che fortunatamente si risolse pacificamente. In questo periodo si menzionano per la prima volta i Draghi per come li conosciamo, contro cui talvolta i due popoli lottavano con alterne fortune. Molti eroi Fey e Giganti sono assurti al rango di eroi riuscendo nell’impresa di uccidere un drago. In seguito arrivarono gli Dei, trasportati da quelli che poi sarebbero diventati gli Emberek. Nonostante la rivalità fra Dei e Signori Fatati, questa è l’unica invasione che non si risolse in un conflitto, dal momento che Dei (e i proto-Emberek con loro), Fey e Firbolg combatterono assieme contro i Draghi, e ebbero persino numerosi contatti e si mischiarono fra loro: alcuni abbandonarono i Fey per venerare gli Dei, e divennero Elfi, mentre i Goblinoidi si integrarono nei Reami Fatati. Con la Fondazione di Emberek, infine, anche i mortali tra i Fey come anche i Firbolg vennero inclusi negli emberek, sia che vivessero alla maniera di Adomal, sia che rimanessero nei Reami Fatati. Questa coabitazione e relativa armonia venne purtroppo spezzata dalla Rovina, che causò la sparizione della totalità o quasi dei Fey e dei Firbolg.

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