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Drezal, la Lama Liberatrice

  Di tutti i componenti della Schiera Divina, Drezal era il solo ad avere più soddisfazione nell’osservare da lontano i mortali piuttosto che nel sentire la loro venerazione. Certo, non era indifferente, come invece lo era l’Ur-Kraken, alla devozione e agli inni di preghiera, ma non si sarebbe mai nemmeno preoccupato di combattere Draghi e Titani se non fosse stato catturato da quelle che certamente dovevano sembrare le stranezze dello spirito mortale. Drezal notò le caratteristiche comuni a ogni razza senziente, quali il bisogno di rappresentarsi in forme artistiche, la spiritualità, la reverenza verso i morti, la spinta a compiere opere memorabili che ne tengano viva la memoria, e notò anche le differenze tra ogni gente, anche della stessa razza, e si domandò quale fosse il destino dei mortali. Poi però cominciarono, sempre più virulente, le interferenze degli altri dei, che presero, in maniera lenta ma irreversibile, a influenza e a deviare il corso di sviluppo naturale dei mortali. Drezal ne era infastidito, ma fu solo con Adomal e la sua fondazione dell’Emberek che Drezal divenne il dio che tutti conoscono. Indignato che un suo simile avesse rovinato per sempre la purezza e la genuinità dei mortali, Drezal da allora fece di tutto per rimediare a quello che considerava al più grave errore della Schiera Divina e per cercare di restituire ai mortali la loro libertà.

Drezal è troppo intelligente per fingere che sia possibile riportare indietro le lancette della storia, almeno finché Saliana le avrà in sua custodia, quindi prende atto della fondazione di Emberek e dell’invischiarsi della Schiera Divina nelle vicende mortali, e cerca di realizzare qualsiasi piano che si oppone ai desideri e ai piani degli altri dei. Protegge e benedice criminali, ribelli e dissidenti di ogni tipo, i quali portano in sé lo spirito iniziale dei mortali prima che la loro cultura venisse corrotta da Adomal, e parimenti incoraggia e ispira artisti di ogni sorta a creare opere che celebrino la libertà e contestino l’ordine costituito; invero, per Drezal ogni forma d’arte è sacra, e soprattutto il teatro, che consiste in un certo senso nel raccontare e mostrare la verità attraverso lo strumento della menzogna, divenendo così la perfetta similitudine dell’operato e dell’ispirazione fondamentale di Drezal. La tradizione teatrale drezalita è fra le più importanti e antiche, e comprende molteplici generi, solitamente figurando l’astuto, ingegnoso, spregiudicato eroe drezalita, spesso di umili origini, che trionfa con le sue modeste risorse e il suo ingegno sull’arroganza di ricchi e potenti, o viceversa ricordando e celebrando la vita di grandi figure ribelli che hanno tentato di rovesciare l’ordine costituito per riscattare la propria gente dagli oppressori che, pur vincendo apparentemente, non sono mai riusciti a sottomettere lo spirito della gente, per sempre indomabile grazie al martirio dell’eroe drezalita.   Coerentemente con il suo credo di libertà, Drezal disprezza e condanna tutte le forme di sottomissione e oppressione: prigionia, schiavitù e servitù, gerarchie di ogni sorta, persino l’indebitamento che è tanto caro a Adomal. Per Drezal non vi può essere pace fino all’emancipazione di ogni mortale, e questa non potrà essere raggiunta finché permangono le catene che legano il loro corso d’azioni agli arbitri e dettami dei loro cosiddetti superiori, siano essi divinità o altri esseri, mortali o meno.   Come patrono e fautore di ogni ribellione e come divinità acuta e pragmatica, Drezal incoraggia i suoi fedeli ad essere intelligenti e pazienti, a dissimulare la loro disaffezione e i loro piani, persino simulando genuino affetto e leale obbedienza, in maniera che possano giungere a compimento senza essere scoperti o sospettati. Tradimento e doppiogioco sono il perfetto complemento di ogni cospirazione ben riuscita. L’uso di questi strumenti ha l’ulteriore vantaggio di sobillare sospetto e disunità fra la parte avversa.  

Luoghi di culto

Tranne pochissime eccezioni, i templi di Drezal non sono mai solo dei templi di Drezal. Possono infatti essere anche teatri, circhi itineranti, sedi di gilde di ladri e abitazioni private. I pochi veri e propri templi di Drezal corrispondono solitamente ad alcuni santuari, il cui cortile interno, riservato ai fedeli, è luogo delle celebrazioni come di ogni piano cospirativo. L’idolo di Drezal è solitamente tenuto nascosto al pubblico, fedeli inclusi.  

Discepoli

Criminali, ribelli, dissidenti, servi scontenti e bardi formano la base dei fedeli di Drezal, assieme a chiunque apprezzi la satira e sia scettico nei confronti delle leggi correnti.   La Chiesa di Drezal è una libera associazione di templi e comunità, dove nessun chierico può definirsi superiore a nessun altro, pur trattando i loro colleghi con rispetto. Gli stessi chierici sono solitamente eletti o acclamati dalla comunità locale.  

Riti e festività

Le cerimonie drezalite consistono solitamente in commemorazioni degli atti del dio e dei suoi paladini, atti di liberazione, sermoni contro gli oppressori locali e, soprattutto nel caso delle gilde dei ladri, la ridistribuzione di parte delle refurtive alla comunità locale, al fine anche di ottenere la collaborazione della popolazione e di diffondere il credo. In alcune comunità si offre anche protezione ai mercanti locali, in cambio di tariffe disoneste.   Nonostante la popolarità di Drezal dipenda immensamente dalle condizioni locali, la sua Festa della Liberazione del 3 Drezian, consistente nell’indossare maschere mentre musici di ogni genere si esibiscono sulle strade, è considerata un’adorabile tradizione in gran parte del mondo. In questo giorno è proibito lavorare, anche nobili e padroni si guardano bene dal cercare di dare ordini alla propria servitù. È considerato un giorno propizio per domandare o concedere la grazia o l’amnistia ai carcerati, la remissione dei debiti e la liberazione da vincoli di servitù.  

Comandamenti:

  • Fa' che ogni tua azione sia presa di tua stessa iniziativa.
  • Prendi liberamente e dona liberamente.
  • Spezza le catene: opera affinché nessuno sia schiavo o prigioniero di nessun altro.
  • Sii il tuo stesso maestro: impara dalle esperienze tue e di chi ti sta intorno.
  • Agisci con prudenza e nel segreto.
  • Pratica o apprezza l’arte come mezzo di emancipazione personale e delle masse.
 

Anatema:

  • Sottomettersi ad autorità temporali, o consegnare altri al loro arbitrio.
  • Ferire o danneggiare un artista.
  • Permettere che qualcuno sia tratto in schiavitù.
 

Drezal raggira i Titani

Riassunto della “Titanomachia”, storia bardica

Ben prima che Hajman avesse questo nome, forse persino prima che vi fosse vita su Hajman, il Piano Materiale era il cortile dei Titani. Queste incredibili forze della natura, provenienti dal Piano del Caos Elementale, creavano, distruggevano e combattevano fra di loro, e le stelle erano per loro come sassi da lanciare. Gli Dei allora risiedevano nel Mare Astrale, finché uno di loro, Drezal, non decise di cominciare a viaggiare per il Piano Materiale, nonostante i suoi simili lo mettessero in guardia dal rischiare un confronto con i Titani.   Drezal viaggiò per innumerevoli eoni, dilettandosi di scoprire quell’universo in costante sconvolgimento, finché un giorno non desiderò qualcosa di diverso. Allora elaborò un piano, e andò da Ignaxxia, la Regina Ardente, e le disse:   “Grande Regina, io sono solo un viaggiatore per queste terre e mi rivolgo a te per implorare il tuo aiuto nel comprenderle. Nei miei viaggi sono stato alla corte di Aldirovis, il Sovrano del Soffio, il quale ti ha descritta come sovrana degna di tributo, ma poi ho sentito Okeanos, il Signore dei Mari, dire che è molto più potente di te, e che per questo non hai deciso di non affrontarlo più. Questo mi ha confuso, poiché non è possibile che qualcuno sia al tempo stesso degno di tributo eppure spaventato dalla forza di un altro”.   Ignaxxa, furiosa, replicò così: “Come osa Okeanos diffondere simili menzogne? Aldirovis dice il vero, straniero, e se mi dirai dove l’hai visto ti dimostrerò subito quanto gravemente ti ha mentito!”   Dopo aver indicato a Ignaxxa il luogo che aveva in mente, egli mutò sembianze e andò alla corte di Aldirovis, il Sovrano del Soffio, e gli disse:   “Grande Sovrano, io sono solo un viaggiatore per queste terre e ti chiedo umilmente ospitalità per un poco, affinché anche una nullità come me possa assistere al grande evento!”   “Straniero, avrai certamente la mia ospitalità se mi dirai con chiarezza di quale grande evento parli” rispose Aldirovis.   “Grande Sovrano, ero in presenza della Regina Ardente Ignaxxa quando questa ha pronunciato che domani le darai tributo. Io, che da straniero ignorante pure so che Dromanna, l’Imperatrice Inamovibile, vi ammira per la vostra grazia e magnificenza, sono stato talmente stupito da voler rimediare il prima possibile alla mia ignoranza”.   Aldirovis si gonfiò di rabbia a quelle parole. “Straniero, perché chiedi ospitalità se poi ripeti menzogne? Esci da questa mia corte prima che la mia clemenza si tramuti in ferocia! Domani cercherò Ignaxxa e la troverò, perché ovunque vi sia un filo d’aria io ho orecchie per sapere, e così domani mi vedrà, ma sarà lei a darmi tributo”.   Drezal così andò al Palazzo di Dromanna, e ancora una volta si finse un viaggiatore di diverso aspetto.   “O grande Dromanna, la più saggia tra i saggi! Ho viaggiato a lungo per queste terre come peregrino, ma quel che ho sentito ieri mi ha scosso nell’animo! Tutti sanno della tua forza e della tua saggezza, e che il tuo Palazzo è il più splendente e più bello fra tutti! Anche Okeanos si vergogna della sua dimora, pensando alla tua! Ebbene, forse è invidia, ma vengo ora dalla corte del Maestro dei Venti, ed ho sentito con queste stesse orecchie dire che la vostra maestà gli è inferiore per grazia e magnificenza!”   La terra tremò per il livore di Dromanna.   “Andrò io stessa a punire Aldirovis per la sua sfrontatezza. Dimmi dove sta la sua corte, buon peregrino”.   Drezal indicò il luogo prescelto e si congedò dal Palazzo, per recarsi infine nel Dominio di Okeanos, stavolta come araldo finemente vestito e di nobile portamento.   “Grande Signore dei Mari, salute a voi che sarete presto imperatore, re dei re, grande sovrano di ogni cosa! Ho viaggiato per le corti dei Titani e raccolto da ognuno di loro un tributo per voi! Tutti vi riconoscono come il maestro e il più forte di tutti loro, ed è per questo che mi hanno consegnato questi tributi da recarvi in dono, in segno di sottomissione”.   Okeanos, che pure era incredulo alle parole del viandante, non potè dubitare di fronte ai doni che Drezal gli aveva presentato. Drezal aveva infatti sottratto il Rubino Ardente dalla corona di Ignaxxa, il Ventaglio Argentato dal palmo di Aldirovis e il Diamante Supremo dallo scettro di Dromanna, tutti simboli del potere dei Titani.   “Araldo dei Titani, accetto con piacere i tributi dei miei cugini. Dì loro che presto darò udienza affinché possano celebrare la mia incoronazione”.   “Grande sovrano, i vostri sudditi non potevano attendere e hanno già preparato un luogo per il vostro trionfo!” replicò Drezal, prima di indicargli il luogo prescelto.   Il luogo che Drezal aveva scelto era la Stella Primordiale, l’unica a essere più grande di un Titano, e che lui sapeva da Telliana essere destinata a morire sotto il suo stesso peso. E difatti, quando i quattro Titani si incontrarono e cominciarono dapprima a battibeccare e poi a combattere, la Stella Primordiale fu sottoposta a così tanta forza che collassò su se stessa ed esplose. Da allora nessuno vide più nessuno dei quattro Titani e il Piano Materiale, finalmente, cominciò a calmarsi.
Domini principali: Trickery, Twilight, War
Rappresentazione: una figura completamente avvolta in un mantello anonimo, con visibile solo la maschera teatrale che copre il viso e che, ogni volta che la si guarda, mostra un'emozione diversa
Simbolo sacro: un pugnale che spezza una catena
Animale sacro: volpe
Pianta sacra: agrifoglio
Children

Le Guerre Teatrali

  Benché Drezal sia patrono dei bardi e del teatro, certamente non è l’unico dio di riferimento per chi frequenta il palcoscenico. In particolare anche gli adomaliti cercano di sostenere le arti in funzione opposta all’avversario del loro dio, favorendo la devozione alla legge, alle istituzioni e alla morale adomalita, presentando personaggi virtuosi in conflitto contro gli stessi cospiratori e ribelli amati da Drezal. Gli zunosiani dal canto loro si trovano talvolta naturalmente attratti al teatro come forma d’espressione individuale, ritraendo commedie e tragedie che celebrano l’eroe zunosiano genuino, coraggioso e passionale, anche quando viene sconfitto. Drezal o suoi fedeli vengono spesso ritratti in queste sceneggiature, solitamente destinati al fallimento a causa dell’inutile complessità dei loro piani, funestati quasi inavvertitamente.

La competizione naturale fra queste tre tradizioni teatrali, ispirate a tre sistemi di valori irriducibili fra di loro, ha portato a quelle che sono state chiamate le Guerre Teatrali. I più grandi commediografi e drammaturghi appartengono a una di queste tre tradizioni e hanno, volenti o nolenti, creato un clima di competizione devoluto talvolta in conflitto aperto, anche violento pur se raramente mortale. Contestazioni di ogni tipo, tiri di verdura marcia, pernacchie, sabotaggi e pure l’occasionale rissa sono stati per secoli un rischio comune nel mestiere del teatrante che non aveva cura di conoscere abbastanza il proprio pubblico e la propria competizione. Le Guerre Teatrali erano un’occorrenza comune e fortemente dibattuta nel Mondo prima della Rovina, fingendo talvolta da catalizzatori per l’esplosione di conflitti sociali o politici, al punto che il loro ricordo perdura ancora oggi, come se non si fossero mai interrotte.

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