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Nikosh, Dio del Focolare

  Nikosh è il protettore della casa, della terra natia, del lavoro del contadino e degli ospiti. Fra tutte le figure del pantheon, Nikosh è la più gioviale e anche per questo la più diffusa, figurando nelle preghiere di qualsiasi popolo che conosce l’uso delle sementi e del tempo di raccolta. Se Adomal è il dio della società, delle leggi, delle repubbliche e dei regni, Nikosh è il dio della comunità, dei legami che legano fra loro familiari, amici e vicini, dei villaggi dove tutti si conoscono fra loro e dei campi arati che sfamano l’intero mondo. Per la sua generosità, è considerato anche dio della fortuna, cieca e benevola, che si manifesta in un felice ritrovamento o in circostanze gioiose.   Nikosh, come dio del Focolare, protegge la sacralità della casa: è lui che fa sì che i vampiri non possano entrarvi senza invito, ed è lui a proteggerla da cataclismi e invasioni. Come dio dell’ospitalità, istruisce ogni fedele a non negare a nessuno il conforto di una notte al riparo e di un pasto caldo, e punisce tanto chi nega questo diritto quanto chi ne abusa contro chi apre le porte della sua casa come quelle del suo cuore. Nikosh è un dio generoso, e i suoi doni non fanno distinzioni fra meritevoli e indegni: il sole splende per tutti, e la pioggia bagna ogni campo e ogni persona. Questo è l’ideale di Nikosh, per cui ogni dono è tale solo se dato senza aspettarsi nulla in cambio.   Nikosh è un dio di pace, ma non di passività: quando la propria terra viene invasa e la gente ne soffre, Nikosh mostra che falci, zappe, martelli e picconi possono trasformarsi in strumenti di guerra.  

Luoghi di culto

Ogni casa ha un angolo riservato al culto di Nikosh, solitamente quello, entrando, subito a destra della porta principale. È in questo angolo che vengono solitamente esposti i suoi idoli e simboli, assieme talvolta a piccoli ritratti della famiglia, in maniera che Nikosh possa vigilare su di essa.   Le chiese e cattedrali di Nikosh sono spesso in semplice mattoncino, con decorazioni semplici realizzate dalla devozione popolare, fatta salva l’occasionale opera di un grande artista commissionato in circostanze straordinarie. Ogni chiesa dispone di due altari, uno interno e uno esterno.   Le comunità sprovviste di una chiesa si accontentano di semplici tavole pubbliche dedicate all’offerta di sacrifici.  

Discepoli

Nikosh è caro a chiunque svolga lavori tanto umili quanto essenziali alla vita della comunità, e in particolare modo a contadini e agricoltori. È pregato anche da chiunque per la protezione della propria dimora e della propria famiglia, e il suo nome è invocato in funzione apotropaica per attirarsi la buona sorte o per ringraziarlo subito dopo aver avuto un inaspettato colpo di fortuna.   Non stupisce quindi che il culto sia centrato attorno alla casa, e che i suoi chierici siano quasi sempre figure autorevoli della comunità o preti itineranti. L’organizzazione è pertanto essenziale, con quasi nessuna figura d’autorità che non sia tale perché spontaneamente riconosciuta dai suoi confratelli. Occasionalmente i chierici di una stessa regione possono organizzare un’assemblea per discutere dei problemi e delle sfide comuni, ma la tendenza è di risolvere quanto più possibile a livello locale, pur facendo conto sulla solidarietà dei propri vicini.  

Riti e festività

Come detto, gran parte del culto di Nikosh ha luogo nella casa, dove la famiglia si riunisce per pregare Nikosh e rendergli grazie. Qualsiasi atto che celebra l’unione della famiglia è sacro a Nikosh.   I rituali pubblici, quali la benedizione dei campi, degli orti, dei frutteti e delle case, parte o si conclude attorno a tavole pubbliche, dove la comunità offre in sacrificio a Nikosh animali e verdure. Alla conclusione del sacrificio rituale, il cibo è lasciato sulle tavole affinché i bisognosi possano consumarlo. In base ai bisogni della comunità possono esserci anche vari tipi di servizi alla comunità, ritualizzati e svolti da tutti, che possono variare dalla pulizia delle strade, alla rimozione delle erbacce, alla pulizia e cura delle bestie, e alla partecipazione a raccolti o vendemmie. I riti officiati dalle comunità più benestanti includono anche altri atti di beneficenza diretta.   I pastori di lama sono famosi per aver popolarizzato il Giorno del Lama, che è oggi considerato il giorno più sacro a Nikosh: tutti gli allevatori di animali portano le loro bestie in città per la benedizione da parte di una squadra adeguatamente numerosa di chierici. Per il loro ruolo storico, corse di lama per le strade cittadine sono il consueto inizio di tale periodo di festività, che può impiegare fino a tre giorni in base alle tradizioni locali.   Il giorno prima di capodanno si è soliti celebrare anche l’Offerta di Nikosh: le famiglie del paese preparano da mangiare e lo pongono su un tavolo davanti alla porta di casa, aperta sin dal mattino presto. Le prime ore sono dedicate a far entrare a mangiare i bisognosi, ma da mezzogiorno può entrare chiunque a prendere quello che rimane. In tale occasione è consuetudine anche che gli amici si scambino regali tra loro.  

Comandamenti:

  • Ama e proteggi il tuo vicino come ami e proteggeresti te stesso.
  • Onora la tua famiglia con il tuo servizio e con la tua attenzione.
  • Onora il braccio che muove il telaio, onora la forza che ara il suolo.
  • Sacrifica il tuo agio per il benessere del tuo vicino.
  • Apri le porte della tua casa e quelle del tuo cuore a chi ti chiede ospitalità.
  • Rispetta e celebra i tuoi amici e i tuoi legami con loro.
  • Interessati attivamente alla vita dei tuoi vicini e della tua comunità.
  • Non sollevare la tua mano per ferire nessuno, né falla riposare se qualcuno alza la sua per ferire il tuo vicino.
 

Anatema:

  • Negare il diritto d’ospitalità.
  • Maltrattare o abusare del tuo ospite.
  • Maltrattare o abusare di chi ti ospita.
  • Essere indifferente alla sorte del tuo vicino.
  • Essere avaro.
  • Approfittare dei tuoi amici.
  • Rinnegare la tua famiglia.

Ogni ospite è sacro!

Racconto popolare
Nikosh camminava sulla terra e viaggiava di villaggio in villaggio, felice di incontrare la sua gente. Ogni sera chiedeva ospitalità per la notte e vi era sempre una folla di persone disposte a ospitarlo. Un giorno però, arrivando molto tardi a un villaggio, trovò un mendicante che dormiva all’addiaccio.
“Perché dormi al freddo e esposto alle intemperie quando potresti bussare e chiedere ospitalità a chi ha un tetto da condividere?” chiese al mendicante.
“Ho chiesto, ma mi è stato detto che il tetto era già condiviso da troppe persone”, gli rispose.
“Indicami questo tetto pieno”.
Così Nikosh andò e bussò alla porta e chiese ospitalità per se stesso e il suo amico mendicante. La famiglia al suo interno li accolse entrambi. Così Nikosh chiese: “Perché avete respinto il mio amico quando si è presentato da solo?” ma nessuno gli rispose. “Forse mi ha mentito?” chiese ancora, ma nessuno gli rispose. “Perché lo avete accolto adesso che l’ho chiesto io per lui?” chiese di nuovo, ma tale era la vergogna che nessuno seppe rispondergli. “Ospitate il mio amico, se vuole. Domani gli chiederò di come ha dormito e come ha mangiato. Io non desidero stare qui per un istante di più, certo non voglio rimanerci per l’intera notte”.   Così Nikosh cominciò a viaggiare sotto mentite spoglie, per vedere se la gente lo avrebbe accolto comunque. Aveva infatti sempre pensato che di essere il dio di un popolo ospitale, e non di essere ospitato da un popolo inospitale solo perché era un dio. Nikosh non poteva credere che qualcuno potesse condividere il proprio tetto con lui se non fosse disposto a farlo anche con un proprio simile. In molti lo accolsero e in molti lo rifiutarono. A chi lo rifiutava diceva: “hai appena chiuso la porta in faccia a un amico di Nikosh” e a chi osava schernirlo per quelle parole rivelava infine la sua vera natura. Tutti a quel punto si pentivano e lo imploravano di entrare, ma lui rispondeva: “Se una casa non va bene per un amico di Nikosh, allora non va bene neanche per Nikosh!” e se ne andava.   Un giorno, un uomo lo fece entrare nella sua casa, ma lo trattò molto male, facendolo dormire sul pavimento e dandogli solo gli scarti del suo pasto. Nikosh non disse nulla ma nel sonno tornò al suo vero aspetto e così, il mattino seguente, l’uomo si rese conto di aver maltrattato un dio. Risvegliato, gli disse “Ti avrei trattato meglio se avessi saputo che eri un ospite sacro”. Così Nikosh gli disse: “Se sono sacro, è perché sono tuo ospite. Se hai commesso sacrilegio stanotte, domandati quante altre volte l’hai commesso” e se ne andò. Quando è di buon umore, Nikosh visita ancora le case dei suoi fedeli e, durante la notte, deposita doni a tutti i membri del villaggio.
Domini principali: Peace, Light, Nature. Rappresentazione: un uomo vestito con abiti umili che tiene in mano un forcone e porta al fianco un fascio di spighe e rose e una falce.
Simbolo sacro: rosa e spiga incrociate.
Animale sacro: cane.
Pianta sacra:
rosa e grano.
Children

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