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Verkadia, la Lancia Sfondacieli

  Verkadia è conosciuta anche come la Lancia Sfondacieli, nome che deriva dalla sua arma divina, l’unica in grado di uccidere uno dei Grandi Draghi. È la dea della guerra e della caccia, e come tale è associata alle prerogative della nobiltà, alla disciplina militare e al coraggio in battaglia. È al tempo stesso una paladina senza macchia che combatte i mostri tanto con le armi quanto con la sua virtù, e una generalessa imperiosa che piega tutti al suo volere, rappresentando il dominio della spada sulla legge, per sommo dispiacere di divinità come Adomal. Ciononostante, per il loro impegno indefesso nel cercare di contenere la Rovina e la prole di Xaranth’ur, Verkadia e i suoi fedeli si sono guadagnati l’ammirazione di molti, al punto da far tollerare il loro aspetto più imperioso. È pur vero che per Verkadia il diritto a comandare non dipende solo dalla forza quanto piuttosto dalla capacità e volontà di usarla efficacemente a protezione dei propri subordinati.   Verkadia istruisce i suoi fedeli nello studio della strategia, nell’esercizio fisico e intellettuale, e nell’elevarsi al di sopra delle masse per indole e condotta. Forza e prodezza militare devono accompagnarsi all’acume tattico o strategico e all’onore. I codici di comportamento di Verkadia sono complessi, ma il valore più importante è certamente quello della parola data: nulla è considerato più sacro di essa, la sua violazione è la morte dell’onore, e chi se ne macchia è considerato capace di ogni nefandezza. Solitamente i seguaci di Verkadia sono chiamati alla lealtà verso i loro superiore, a imitazione della lealtà di Verkadia verso chi è a guida della Corte di Ilysfal, ma questo principio trova un limite nel caso in cui la leadership civile sia vile o indolente. Non sono pochi i casi infatti in cui i verkaditi si sentono in diritto se non in dovere di forzare certe decisioni o di provvedere a un cambio al vertice. La situazione è inoltre resa particolarmente confusa dal mistero circa la posizione di Verkadia per quanto riguarda il conflitto tra Sildrimar e Xelara, come se il ricordo di questa informazione fosse stato rimosso dalle menti degli emberek.  

Luoghi di culto

Le chiese di Verkadia sono solitamente compatte ma con alti campanili, e gli interni sono decorati di candelabri dorati, vetrate o mosaici raffiguranti le imprese di Verkadia e dei suoi santi e campioni, oltre che atti di eroismo individuale e di valore militare di ogni sorta. Spesso questi luoghi sono accompagnati da cimiteri militari, la cui cura è condivisa con il clero di Zothrak, o vere e proprie caserme, siano esse di miliziani o di ordini di paladini. Ogni famiglia nobiliare che si rispetti, ossia che abbia ricevuto i suoi titoli per meriti militari, ha a disposizione una cappella privata per la Lancia Sfondacieli, e le compagnie mercenarie dispongono solitamente di vari preti itineranti che combattono al loro fianco.  

Discepoli

La nobiltà di spada è consacrata a Verkadia e fa del suo meglio per rispecchiare i suoi ideali, sia nell’esigere i suoi onori e privilegi che nel mettere a repentaglio la propria vita nella difesa dei propri sottoposti in caso di guerra. Verkadia è naturalmente popolare presso ogni sorta di soldato, sia esso un miliziano o un mercenario, e in generale chiunque combatta in gruppi dove la disciplina e la collaborazione sono appropriatamente valutati. Verkadia ha anche un certo seguito fra sportivi di ogni natura, come anche fra giocatori di scacchi e altre discipline competitive, siano essi fisiche o intellettuali. La gran massa delle preghiere rivolte a lei vengono però dai cacciatori: Verkadia apprezza la caccia come disciplina piuttosto che come mezzo di sostentamento, ma benedice chiunque ne prenda parte con la dovuta concentrazione.   Il clero di Verkadia apprezza disciplina e gerarchie chiare ma è ciononostante diviso sia per nazione che per organizzazione militare o ordine di paladini e per questo motivo non è insolito che i suoi preti guerrieri finiscano per combattersi tra loro in guerra.  

Riti e festività

Una tipica celebrazione del culto di Verkadia consiste in cortei pubblici che rievocano le imprese della Dea della Guerra o dei suoi campioni locali, solitamente includendo il combattimento e l’uccisione di mostri precedentemente catturati.   Nel Giorno di Verkadia si celebra il passaggio dalla stagione della guerra a quella della caccia e hanno luogo vari combattimenti rituali per onorare la Dea e ristabilire le gerarchie nella sua Chiesa. Colui che trionfa su ogni avversario avrà l’onore di guidare una battuta di caccia sacra il mattino seguente.  

Comandamenti:

  • Il potere spetta a chi lo può usare: rispetta chi lo amministra con risolutezza e acume.
  • Servi la tua gente con spirito di abnegazione e proteggila da ogni minaccia.
  • Rendi onore a chi con onore ti combatte, sia nella vittoria che nella sconfitta.
  • Sii pronto al sacrificio finale per il bene dei tuoi compagni.
  • Fa sì che la tua progenie sappia andare andare a cavallo entro il loro quattordicesimo anno di vita.
  • Nel prendere una città, non saccheggiarla se si è arresa entro i primi sette giorni, e in ogni caso rispetta gli accordi presi nel negoziare la sua resa.
  • Tratta con munificenza i comandanti nemici sconfitti e non maltrattare i sottoposti che fai prigionieri.
  • Non esitare a abbandonare ogni pretesa di civiltà o onere quando affronti qualcuno che l’ha già abbandonata per primo contro di te.
 

Anatema:

  • Abbandonare il tuo posto o il campo di battaglia.
  • Mancare alla tua parola d’onore.
  • Maltrattare senza ragione un cavallo.
  • Far perdere il filo o far arrugginire le tue armi.
  • Uccidere prigionieri di guerra a meno senza giusto motivo.
  • Abusare dei tuoi sottoposti o mancare di rispetto ai tuoi superiori.
 

La Lancia Sfondacieli uccide Korthelios

Da “Antologia dei Miti della Creazione” di Terenzio Belvento, sesta edizione

“I Signori dei Draghi non possono essere uccisi dal freddo metallo”: così rivelò Sildrimar all’alba della guerra contro i Grandi Wyrm. Verkadia l’aveva sentito e compreso, ma questo non le impediva diprovare comunque. Dopotutto era la più capace combattente di tutta la Corte di Ilysfal: un suo pugno sfondava le squame più dure, una sua freccia abbatteva un wyrm, un suo colpo di spada sgominava una volata di draghi. Eppure non poteva che scalfire la pelle dei Grandi Wyrm.

Venne il giorno in cui i Grandi Wyrm e le loro volate accerchiarono le Schiere Celesti di Ilysfal. Zunos rimase indietro a impegnare i Grandi Wyrm, mentre lei avrebbe guidato i suoi simili alla salvezza, aprendo un varco fra le volate nemiche e facendo strada con la sua prodezza.
”Seguitemi - disse - il mio comando non può portarvi né alla vittoria, né alla fuga: solo alla salvezza”.
E così Verkadia ruppe l’accerchiamento e tirò in salvo le Schiere Celesti, ma la morte di Zunos funestava ogni cuore a Ilysfal e Verkadia non celebrò la sua vittoria in segno di lutto. Seppur morto Zunos non era distrutto, e il suo corpo consumato ancora dalle fiamme non impedì al suo spirito di tornare alla Prima Corte, fra la meraviglia degli altri dei. Poi prese l’essenza dello spirito di Ignaxxa, la Regina Ardente sconfitta dagli dei, e si recò alla sua forgia. Lì lavoro per sette giorni e sette notti, finché non tornò di nuovo dai suoi simili, presentando loro una nuova arma, forgiata con lo spirito della Regina Ardente e dal fuoco draconico che ancora consumava il suo corpo.
[…]
All’alba di un nuovo scontro fra i Tredici e i Tre, Verkadia si fa avanti da sola. “Io, Verkadia, custode della Lancia Sfondacieli, generale delle Schiere Celesti, Dea di Questi e degli Altri Mondi, vi comando di sottomettervi alla Corte di Ilysfal e alla sua Regina Xelara, o di pagare il prezzo della vostra empietà e affrontarmi”. Certi che avrebbero avuto rapidamente la meglio di una sola divinità, i Tre si avventarono su Verkadia, la quale però li teneva a distanza con la Lancia Sfondacieli, i cui fendenti risuonavano nell’aria come tuoni, e i suoi affondi causavano le stelle di staccarsi dal firmamento e cadere sulla terra. Le squame di un drago sono più resistenti del ferro, e quelle di un Grande Wyrm più dure del diamante, e serviva la forza di più dei per riuscire a scalfirle, ma quando Verkadia scagliò la sua lancia contro Korthelios, essenza della volata gemmata, il suo petto venne passato da parte a parte, causandone la fine.   “Ecco, io sono Verkadia, la Lancia Sfondacieli, e tutto ciò che è racchiuso fra le terra è posto a mia portata, perché io possa sopprimerla o risparmiarla secondo il voler mio e della Corte di Ilysfal”.   Così ebbe fine la guerra fra Dei e Grandi Wyrm.
Domini principali: War, Blood, Order
Rappresentazione: una donna in armatura pesante a cavallo che impugna la lancia, la testa coperta da un elmetto oppure raffigurata con capelli corti e neri e un’espressione severa
Simbolo sacro: giglio rosso su lance incrociate
Animale sacro: cavallo
Pianta sacra: giglio
Children

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