Xaranth'ur, l’Ur-Kraken
Luoghi di culto
Xaran’thur solitamente non ha veri e propri templi, favorendo invece spazi all’aperto di particolare significato per i suoi fedeli, come promontori, caverne, luoghi di nidificazione o cova di mostri sacri all’Ur-Kraken, o località dove la sua volontà si sia manifestata palesemente, o punti di avvistamento di kraken. Di tutti questi luoghi vi è oggi una sovrabbondanza.
Esistono tuttavia dei templi, che si dice siano stati creati dallo stesso dio o dai favoriti tra tutti i suoi kraken, che con la loro magia hanno modellato la pietra e le rocce nel creare strutture soavi e aliene, spirali elevate al cielo o ampli atri decorati di maestose stalattiti, in caverne sotterranee, promontori esposti a tempeste, e abissi marini.
Discepoli
Si potrebbe pensare che Xaran’thur non abbia fedeli tra gli emberek, ma bisogna considerare che l’Ur-Kraken è considerato una divinità da propiziare in maniera apotropaica prima di ogni viaggio, sia su terra che su mare. Chi lo compiace è infatti solitamente ricompensato con venti propizi, incontri fortunati e assenza di intoppi e rischi sul cammino, rendendo i figli di Xaran’thur neutrali o amichevoli nei confronti di coloro che lo venerano e ne accettano la filosofia. Tutto sommato, è così irragionevole ammettere che kraken e chimere siano superiori agli emberek in cambio di protezione?
Oltretutto, Xaran’thur non è un dio geloso. Non pretende devozione esclusiva, e non è restio a concedere i propri poteri a chiunque dimostri il rispetto adeguato. Navigatori di ogni tipo, e specialmente i pirati della Livra Frermas Vitaliense, gli sono devoti, come chiunque desideri incarnare o manipolare la forza degli elementi. Esploratori solitari ed eremiti venerano l’Ur-Kraken, e si dice che alcuni discepoli particolarmente intelligenti e coraggiosi riescano a farsi insegnare arti arcane di straordinaria potenza dalla sua progenie.
I sacrari di Xaran’thur sono tenuti da chierici che, pur rispettandosi a vicenda, non hanno solitamente alcuna ragione di collaborare fra loro.
Riti e festività
Solitamente i riti sacri a Xaran’thur consistono in spettacoli elaborati che rievocano miti, imprese e leggende legate all’Ur-Kraken, alla sua progenie e ai suoi campioni, sempre coinvolgendo creature e bestie reali.
Una volta l’anno, durante le due Settimane Selvagge sacre a Xaran’thur, i fedeli compiono pellegrinaggi rischiosi per mostrare la loro devozione e la loro capacità di sopravvivenza.
Comandamenti:
- Il mondo esisteva prima degli emberek ed esisterà dopo di essi: accetta questa realtà e il tuo posto nel mondo come parte minuscola di un cosmo immenso e incomprensibile.
- Il timore è la più alta forma di rispetto, la sottomissione è la più alta forma di devozione, la sfida, e l’accettazione del suo esito, la più alta forma di adorazione.
- Migliora te stesso a imitazione del kraken, la più alta forma di vita di Hajman: il kraken basta a se stesso, è intelligente più di ogni mortale, più percettivo di un’aquila, più longevo della testuggine, più forte e nerboruto di ogni bestia, più sapiente e talentuoso di ogni arcanista.
- Non puoi controllare ciò che non ti appartiene: per controllare il potere, devi incarnarlo.
- Nello sconfiggere un degno avversario, assumi in te la sua forza vitale e onoralo consumando la sua essenza.
- Rigetta ogni legame di appartenenza all’Emberek, scegli di vivere come straniero fra le nazioni.
Anatema:
- Uccidere bestie o mostri per divertimento anziché per sopravvivenza.
- Ferire o discriminare stranieri ed esuli isolati dalla comunità.
- Danneggiare o disturbare luoghi di cova, accoppiamento o di cura della prole di creature selvatiche.
- Sfruttare risorse naturali in maniera superiore a quanto necessario alla sopravvivenza.
L’Ira dell’Ur-Kraken
Per millenni Orundis e Xaran’thur hanno convissuto nel rispetto reciproco, fondato sulla comune intesa di condividere la stessa prospettiva di fondo, pur se con ideali diversi e ancor più diversi corsi d’azione. È comunemente accettato che l’ira e il dolore di Xaran’thur per la distruzione di Orundis per mano di Blodwen la Luminare siano stati profondi e reali, eppure è difficile non pensare che, alla luce della sua decisione di scatenarsi su un mondo già devastato dalla morte di Orundis, non vi fosse un certo grado di lucidità nell’andare alla resa dei conti con l’emberek in quanto tale. “Ecco, io e la mia progenie poniamo rimedio agli errori dei miei simili”.
Durante la Rovina Xaran’thur ereditò da Orundis tutti gli aspetti selvatici della natura, mentre a Nikosh andarono quelli addomesticati. In questa nuova realtà naturale, più selvaggia e ostile agli emberek, e mentre infuriava la guerra per la Corona Celeste nel resto del pantheon, l’Ur-Kraken risvegliò la sua progenie dai suoi anfratti in profondi fondali marini, e la scatenò in ogni mare e su ogni costa. Aizzò e rafforzò tutti i mostri in ogni terra, inasprì il suolo e soffiò nei venti. Quanto alla Deicida stessa, Xaran’thur mandò il Tarrasque a sconfiggere lei e ciò che rimaneva del Faestir, già devastato dalle conseguenze del rituale di Blodwen. Oggi l’ira dell’Ur-Kraken pare essersi sopita, almeno momentaneamente, ma ancora i suoi figli prediletti infestano le terre che un tempo erano dell’emberek. Forse l’Ur-Kraken non odia gli emberek, così come una persona solitamente non odia i ratti: semplicemente, talvolta è necessaria una disinfestazione.
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