BUILD YOUR OWN WORLD Like what you see? Become the Master of your own Universe!
Una terra affascinante e misteriosa ma anche oscura, meschina e maledetta. Un luogo pieno di sogni e di incubi, di speranze e di rassegnazione, di possibilità e di barriere invalicabili. Un' "affascinante e terribile contraddizione" l'ha definita qualcuno. Non potrebbe essere descritta meglio di così...

Sessione 21 - Orribili dubbi

I Protagonisti cercano risposte alle loro molte domande...

General Summary

Volendo chiarire ogni aspetto dell'intera vicenda ma non potendo contare su nessun testimone, il gruppo decide di perquisire sia lo scantinato del mulino che i cadaveri nel tentativo di ottenere prove decisive a tal proposito. Così, mentre Goldrick estrae dalla vasca il corpo di Emma adagiandolo sui vicini scalini, gli altri si dividono in cerca di indizi. Tiresio esamina la grande stanza nella quale si trovano e nel frattempo Lucien da un'occhiata in un piccolo ambiente adiacente e Karak perquisisce i corpi di Felkem, Narien e Marcus. Il bardo, avvicinatosi al tavolo ricoperto di sangue e membra dove stava "lavorando" fino a poco prima il locandiere, nota che dietro di esso, vicino al muro, vi è un cadavere orribilmente decapitato, immerso in una pozza di sangue. Proprio accanto si trova anche la testa del corpo, poggiata e inclinata sul pavimento come fosse rotolata via di sua spontanea volontà. Tiresio ha quasi un conato di vomito nell'osservare la scena e deve distogliere lo sguardo per qualche istante prima di essere di nuovo in grado di concentrarsi su ciò che ha di fronte per carpirne eventuali indizi importanti. Ed effettivamente, quando i suoi occhi riprendono finalmente ad osservare il tutto, egli realizza, non senza difficoltà vista l'agghiacciante e terribile smorfia di paura e dolore trasfigurata su quel volto reciso, che quest'ultimo appartiene al giovane e solitario avventore che il gruppo ha notato soltanto qualche ora prima cenare nella sala comune de "La Spiga d'Oro". Facendosi con curiosità ancora più vicino e comprendendo che il corpo è ancora caldo ed il sangue fresco, segno di un omicidio avvenuto soltanto da pochi minuti, Tiresio a questo punto ipotizza che la camera della locanda dove ha avvertito i rumori che lo hanno svegliato doveva essere quella del giovane ed allo stesso modo doveva essere effettivamente un corpo e più precisamente proprio il corpo di quel giovane che il gruppo ha visto trasportare fino al mulino. Mentre amareggiato elabora tutto ciò chino sul cadavere, però, il bardo nota che proprio dietro alla colonna lì accanto, poggiata sul pavimento, si trova una cassetta di legno con alcune caraffe di vetro piuttosto grandi al suo interno. Una di esse è vuota ma le altre, sigillate con dei coperchi, contengono quelli che sembrano vari organi umani ricoperti di sangue. Il bardo, pur non riuscendo ad identificarli nel dettaglio, rabbrividisce comprendendo che la loro estrazione dal corpo o dai corpi originari deve essere avvenuta piuttosto recentemente. Nel frattempo, Lucien esamina la piccola stanza adiacente alla quale si trovano, che inizialmente, nel caos dello scontro, non avevano nemmeno notato. Se in un angolo alcune botti piene di acqua e cibo non attirano troppo la sua attenzione, lo fanno sicuramente delle catene arrugginite con delle manette alle estremità che fuoriescono dalle pareti in due punti diversi della stanza, sufficienti per immobilizzare fino a quattro individui. Realizzando, anche in virtù della sporcizia presente sul pavimento lì intorno, che in quel luogo dovevano essere tenute in vita per un pò di tempo le vittime dei Bareth prima che questi le uccidessero brutalmente, il warlock si porta verso delle casse di legno accatastate le une sulle altre nell'angolo più prossimo della stanza. Aprendole con attenzione, egli scopre che esse contengono fin quasi a scoppiare abiti di varia natura e costo, sacche, zaini e bagagli di vario tipo. Incuriosito, Lucien estrae uno di tali abiti per osservarlo meglio ma proprio in quel momento qualcosa scivola da una tasca cadendo sul pavimento di pietra. Il tintinnio metallico così provocato richiama l'attenzione del warlock che, con stupore, realizza trattarsi di un orologio da taschino placcato in oro. Il pensiero che istintivamente nasce nella sua mente trova conferma subito dopo quando il warlock raccoglie l'oggetto per esaminarlo. Seppur malconcio come reduce da svariati maltrattamenti, infatti, esso è senza dubbio l'orologio di Illius, l'anziano che il gruppo aveva incontrato e conosciuto alla locanda qualche giorno prima proprio in occasione dello smarrimento dell'oggetto che Lucien stesso aveva contribuito a ritrovare e restituire al proprietario. Scalfito, graffiato e danneggiato in diversi punti tra cui le lancette leggermente piegate e storte ed il vetro infranto, esso pare comunque ancora piuttosto intatto e funzionante. Il warlock non tarda ad ipotizzare come quelle casse probabilmente contengano i beni appartenuti alle vittime dei Bareth e che a questo punto anche Illius e la moglie Polina siano stati uccisi dalla follia di Emma e degli altri. Come avevano temuto quindi, i frammenti di vetro che avevano notato prima nella camera dei due anziani e poi vicino alle cucine al piano terra della locanda appartenevano dunque veramente a quell'orologio che doveva essere stato danneggiato presumibilmente durante il trasporto delle due vittime verso il mulino. Colpito dal triste destino del proprietario dell'oggetto e dal potenziale valore di quest'ultimo, Lucien decide di prenderlo per sé e, sicuro che non vi sia altro di importante su cui indagare nella stanza, torna in quella adiacente proprio mentre Karak attira l'attenzione dei compagni. Il warlock si avvicina quindi al ladro e lo stesso fa Tiresio, permettendo al lucertoloide di spiegare come egli purtroppo non abbia rinvenuto nulla di importante sui corpi che ha perquisito. La sua evidente delusione viene però in parte mitigata da ciò che a questo punto Tiresio e Lucien raccontano riguardo ciò che hanno scoperto. Messisi al corrente a vicenda e ragionando quindi su tutto ciò, ai loro occhi appare chiaro che i loro timori e supposizioni iniziali su quali fossero le reali attività dei Bareth hanno trovato infine definitiva conferma: alcuni degli avventori de "La Spiga d'Oro", i viandanti stranieri presumibilmente giudicati più deboli o più facili da catturare, venivano trascinati di notte in quello scantinato ancora vivi, forse drogati in qualche modo che non destava sospetti come per esempio attraverso i loro pasti durante le cene, e poi lì venivano brutalmente uccisi, magari anche qualche tempo dopo il loro rapimento. Contemporaneamente, venivano fatti sparire tutti i loro averi dalle loro camere alla locanda, che venivano portati nello stesso scantinato, così da dare l'impressione che le vittime fossero in realtà ripartite all'alba per i loro viaggi lasciando "La Spiga d'Oro". In questo modo, nessuno, tantomeno le autorità di Ritter, si preoccupava della loro scomparsa e nessuno avrebbe mai potuto ritenere la locanda coinvolta in essa. Tale ricostruzione, per quanto assolutamente verosimile e coerente, manca però di un dettaglio per nulla trascurabile a detta dei tre. Perché fare tutto ciò? Emma, nei suoi ultimi istanti, ha parlato di un "sogno" da realizzare. Si tratta forse di ciò? E se si, quale? E poi, quale fine facevano i cadaveri delle vittime? Il sangue, probabilmente, veniva utilizzato per gli inquietanti "bagni" di Emma, tra l'altro dalla natura e dallo scopo anch'essi ignoti, ma i corpi? Il terribile pensiero che si è fatto strada in loro fin da subito torna a bussare ai confini delle loro menti. Fin troppo disgustoso, orribile e disturbante da far entrare. Eppure, l'idea che quei corpi siano finiti sui piatti degli avventori della locanda e quindi anche sui loro, li getta di nuovo in uno stato che non hanno mai provato prima, acuito dal fatto di aver considerato, fin dal loro primo boccone, veramente squisita e praticamente impareggiabile la cucina di Emma. Un brivido percorre le loro schiene a quel solo pensiero, sebbene per Karak la cosa non sia tanto disgustosa quanto per gli altri, ma subito dopo essi vengono in parte rincuorati da un fatto incontrovertibile. Allo stato attuale, infatti, non vi sono ancora prove certe sul destino finale dei cadaveri. Le loro riflessioni vengono però in quel momento interrotte bruscamente da Goldrick che, rimasto finora in disparte ad ascoltare, attira adesso l'attenzione dei compagni. Karak, Lucien e Tiresio si avvicinano perciò a lui notando immediatamente come il paladino sia pallido e scosso, oltre che visibilmente preoccupato. Il suo sguardo accigliato inquieta gli altri che, chiedendogli cosa accada, ottengono una risposta allarmante. Goldrick, infatti, racconta come, mentre i compagni erano impegnati nelle proprie indagini, egli abbia percepito nello scantinato, stavolta chiaramente, la presenza di una creatura immonda e quando ha cercato di approfondire la cosa ha scoperto che tale aura di malvagità e corruzione, per quanto permeante l'intero sotterraneo ed in particolare il corpo di Emma, proviene direttamente dall'unica cosa che la donna indossa. Sulla sua mano destra, infatti, vi è un anello dalla fascia dorata con una piccola gemma incastonata color rosso sangue. L'anello, perciò, che il gruppo non aveva finora notato, non solo era presumibilmente l'oggetto delle sue ultime richieste di aiuto ma forse anche, sulla base delle parole del paladino, la fonte dei poteri della donna e l'origine di tutto quel male. Goldrick infatti rivela che la sua capacità di percezione gli ha permesso di discernere un'entità racchiusa all'interno dell'anello. Un'entità avvolta dalle ombre e dalle fiamme, con occhi di fuoco ed un ghigno al tempo stesso ammaliante ed orripilante. "Un demone...senza dubbio...", conclude il paladino. Aggiungendo poi che l'oggetto non deve essere toccato per non correre il rischio di fare la stessa fine di Emma e che, nell'impossibilità di distruggerlo visto il grande potere che emana, deve essere nascosto ed occultato da qualche parte in modo che quelle terre non ne conoscano più la malvagità. Infine, Goldrick fa notare agli altri uno strano cumulo di cenere posto sul pavimento dietro la vasca di pietra, tra essa ed il muro retrostante. Un cumulo dal quale pare fuoriuscire quella che sembra la costola bruciata di un libro di colore rossastro. Di esso però non rimane nulla di leggibile ma il suo stato fa subito venire in mente a Lucien quello che accadrebbe al suo tomo qualora egli dovesse trovare la morte. Anch'esso, secondo le parole del suo patrono quando gliel'ha consegnato, si ridurrebbe in cenere allo stesso modo e ciò spinge il warlock a riflettere ancora di più sulle similitudini tra lui ed Emma, inserendole nel contesto di tutto quanto hanno scoperto e facendone partecipi anche gli altri. Probabilmente, ipotizza, l'entità demoniaca nell'anello deve avere in qualche modo sedotto, traviato e corrotto Emma, forse stringendo con lei una qualche sorta di patto simile a quello che vede protagonista lui ed il proprio patrono. Di qui i poteri della donna, somiglianti per certi versi a quelli del warlock, fornitile insieme al libro dall'entità stessa in cambio di chissà cosa. Sicuramente la possibilità di raggiungere grazie ad essi il proprio sogno, per lei quindi estremamente importante, deve aver spinto Emma a stringere l'accordo. E successivamente ella deve aver usato i propri poteri per corrompere Felkem, Narien e Marcus anche se non nel suo stesso modo, portandoli dalla propria parte, magari con promesse, benefici di varia natura o con qualcos'altro di ancora più oscuro e profondo. Tutto ciò con l'obiettivo di uccidere degli innocenti e svolgere un qualche tipo di rituale legato al sangue in grado molto probabilmente di "aiutare" la donna nelle proprie attività. Attività che presumibilmente hanno portato copiosi vantaggi ad Emma e a "La Spiga d'Oro" in generale, aumentando i loro affari ed i loro guadagni, sia attraverso una rinomata e prelibata cucina sia attraverso una coltivazione sempre più vasta e rigogliosa di prodotti alimentari, resa possibile anche da una consistente espansione dei possedimenti dei Bareth nel villaggio. Tuttavia, se queste conclusioni sembrano sensate e verosimili, ancora diversi punti oscuri lasciano l'intera vicenda avvolta in numerose domande e dubbi. In che modo Emma è venuta in contatto con l'anello e con l'entità che vi dimora? La cosa sembrerebbe essere tuttosommato recente ma le sue modalità rimangono ignote. Considerando l'estrazione sociale dei Bareth forse sono essi venuti in possesso dell'oggetto casualmente, ma come? L'entità nell'anello, sicuramente molto potente, quale obiettivo ha? Dimora in esso o forse ne è prigioniera? Qual'era il sogno di Emma e perchè il comando che esercitava sugli altri era così forte? Essi sembravano quasi posseduti ed annichiliti dalla sua volontà, fantocci traviati e totalmente suoi succubi, rabbiosi ed assetati di sangue, capaci di nascondere perfettamente nella vita di tutti i giorni quella loro natura. Perché però, alla luce di ciò, Marcus si era comportato diversamente da Felkem e Narien? Il ragazzo non era parso così fanatico e iracondo come loro, aveva temuto per la propria vita inizialmente e sempre all'inizio dello scontro era addirittura parso colto di sorpresa dai poteri di Emma. Aveva persino cercato di salvarsi arrendendosi, cosa nemmeno contemplata dagli altri, e, sebbene Tiresio avesse testimoniato l'esistenza di una relazione tra il giovane e Narien, egli non si era lasciato andare al dolore ed allo sconforto quando aveva visto la ragazza cadere durante il combattimento. Cosa di cui invece Emma era stata protagonista nel momento in cui aveva notato il marito venire ucciso, tornando oltretutto in se stessa come se si fosse destata da un pesante sonno. Un sonno, forse, durante il quale ella aveva una sorta di altra personalità anche a giudicare da come si muoveva, parlava e comportava? Fiora, di cui non hanno notizie, è coinvolta in tutta quella vicenda o ne è completamente allo scuro? Il gruppo deve presto fare i conti con l'impossibilità di dare delle risposte a tutti quegli interrogativi, comprendendo che non c'è modo di fornirle. Esse, a questo punto, moriranno con Emma, Felkem, Narien e Marcus e, con un pò di fortuna, la vicenda potrebbe concludersi in quel modo, senza altri strascichi. A patto, però, che Fiora non c'entri niente con tutto ciò e che essi trovino un modo per obliare da quella terra la memoria dell'esistenza dell'anello. Questo inevitabilmente porta il gruppo a decidere le sue prossime mosse e ad elaborare un piano d'azione. Stabilendo che le autorità devono essere informate su quanto accaduto e sui dubbi relativi a Fiora portando quindi avanti un'indagine sul suo conto, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio concordano con la necessità di parlare con il Capitano Iuliu, sperando che egli comprenda ancora una volta la situazione e se ne occupi in prima persona prendendo le misure che riterrà più opportune. L'intenzione del gruppo, poi, è quella di andarsene da Ritter e di lasciarsi finalmente tutto ciò che vi è accaduto alle spalle, passando però prima dalla Cappella del Signore del Mattino dove sperano di ricevere come pattuito con Maria sia la cura definitiva per gli affanni di Lucien e Goldrick ma anche un aiuto per l'occultamento dell'anello. Così, il gruppo passa all'azione. Dopo che il paladino, attento a non toccarlo ed usando a tale scopo un panno, sfila con cautela l'anello dal dito di Emma riuscendo poi ad avvolgerlo nello stesso panno in modo da portarlo con sé senza rischiare nulla, il gruppo lascia il sotterraneo e la fattoria cercando di non farsi vedere da nessuno. Nel farlo, si rendono conto che il macchinario e la macina nel mulino sono adesso stranamente disattivati. Sorpresi, riconducono ciò al fatto che probabilmente gli ingranaggi erano in qualche modo mossi dai poteri oscuri di Emma e quindi da quelli dell'entità nell'anello. Un modo per portare sempre avanti le attività agricole dei Bareth, presumibilmente parte dell'accordo tra Emma ed il demone. Questo spiega anche un particolare che li aveva colpiti. Il perché, in una notte nebbiosa e praticamente senza vento, le pale del mulino si muovevano comunque, seppur lentamente. Ma anche di questa supposizione il gruppo sa di non poter avere alla fine alcuna prova e quindi, senza indugiare oltre, si allontanano dalla fattoria. Il villaggio, nell'ora che precede il sorgere del sole, è deserto. Nessuno si avventura per le sue strade e la fitta nebbia lo avvolge ancora, sebbene i chiarori precedenti l'alba inizino a disperderla, insieme alle tenebre della notte. Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio sanno di avere poco tempo a disposizione per poter sbrigare le loro ultime faccende e lasciare Ritter e pertanto decidono di dividersi per ottimizzare i tempi. Dopo essersi diretti sulla vicina riva del fiume Rustlin per darsi una veloce ripulita dal sangue che ancora li macchia dopo il terribile scontro nello scantinato e rendersi così presentabili, Tiresio e Karak si dirigono alla locanda mentre Goldrick e Lucien si portano verso la Cappella. L'intenzione è quella, da una parte, di recuperare, non visti, le loro cose rimaste nella loro camera a "La Spiga d'Oro" e dall'altra di ottenere come pianificato l'aiuto della Sacerdotessa Maria. Così, il paladino ed il warlock raggiungono la Cappella dove sperano di trovare la chierica sveglia, contando sul fatto, come Goldrick sa bene, che ella si stia preparando per officiare la funzione della "Celebrazione dell'Alba", un rito religioso importante della chiesa del Signore del Mattino che consiste appunto nell'accogliere e nel lodare ogni alba. Fortunatamente le cose vanno come previsto e, al loro bussare, Maria risponde quasi subito. Facendoli entrare nella sacrestia con la sua consueta calma e gentilezza, la donna, che si stava preparando per la messa, seppur stupita di vederli ad un'ora così inusuale, procede immediatamente come avevano stabilito utilizzando le proprie capacità curative su di loro. In pochi attimi, ella, concentrandosi, riversa su di essi una sensazione di calore e di benessere addirittura superiore a quella che avevano provato il giorno precedente, liberandoli completamente dalle ombre che attanagliano i loro cuori e le loro menti. In un crescente sollievo, come se una luce intensa e riverberante li inondasse, essi raggiungono uno stato di pace e serenità mai provato finché le paure legate a ciò che è loro accaduto nel sotterraneo della vecchia Magione Ritter non rimangono altro che un ricordo. Triste ed inquietante, ma soltanto un ricordo che non porta loro più alcun affanno. Lucien e Goldrick, sentendosi finalmente depurati dalla negatività che li permeava e nel ringraziarla per tutto ciò, fanno un'offerta al tempio in segno di immensa gratitudine. Poi, sperando che Maria possa fare qualcosa in proposito, le mostrano l'anello raccontandole però di non poterle dire come ne sono entrati in possesso ma sottolineando come sia assolutamente necessario, vista la sua malevolenza e pericolosità, nascondere l'oggetto dove nessuno possa mai più trovarlo. La sacerdotessa, inquietata da tali parole ma fidandosi comunque dei due, prova ad analizzarlo a sua volta giungendo subito dopo alla loro stessa conclusione. L'anello custodisce qualcosa di corrotto ed estremamente temibile e per questo deve sparire. Così, accogliendo la loro richiesta, Maria propone di nascondere l'oggetto nell'unico luogo che ritiene sicuro. L'ossario della Cappella, ormai in disuso ed ufficialmente sigillato per sempre, il cui "ingresso" ha già attirato il gruppo il giorno della loro prima visita al santuario, ovvero la botola in pietra vicino all'altare. Non avendo alternative ed affidandosi al giudizio della donna, Goldrick e Lucien accettano ed i tre, sfruttando il fatto che nessun fedele è ancora giunto per la messa, aprono l'ossario e vi calano con una fune l'anello, sempre accuratamente avvolto nel panno e confinato all'interno di un piccolo scrigno chiuso a chiave. Ultimate le operazioni e richiusa la botola, Maria promette che veglierà e custodirà personalmente sull'oggetto affinché esso non sia mai più ritrovato. Ella infatti ha già pianificato da tempo di sigillare, stavolta veramente, l'ossario e ciò, unito al fatto che ha intenzione di far letteralmente fondere la chiave dello scrigno in una forgia in modo che quest'ultimo non sia mai più apribile, renderà l'anello introvabile per chiunque. Convinti dell'efficacia di tali precauzioni e speranzosi che tutto ciò possa bastare, Lucien e Goldrick lasciano la cappella salutando la sacerdotessa ed avvisandola della loro imminente partenza per Sturben ed ella ricambia a sua volta calorosamente l'addio. Proprio al di fuori dell'edificio, poi, ad essi si riuniscono Karak e Tiresio, di ritorno dalla locanda. Così, dopo che il paladino ed il warlock ragguagliano il ladro ed il bardo su cosa è successo al santuario e dove sia stato nascosto l'anello, questi ultimi raccontano a loro volta come non abbiano avuto problemi, grazie alla furtività del lucertoloide che è potuto sgattaiolare nella loro stanza passando dalla finestra, a recuperare indisturbati e non visti tutte le loro proprietà da "La Spiga d'Oro". Soddisfatti dell'esito delle loro azioni, il gruppo decide di procedere quindi con l'ultima parte del piano prima di abbandonare definitivamente Ritter. Ma prima, vista la loro stanchezza, optano per riposare per qualche minuto nei pressi del santuario mentre Goldrick sfrutta l'occasione per assistere alla Celebrazione dell'Alba. Pertanto, con il sole che sta sorgendo, il paladino ritorna nella cappella e gli altri rimangono all'esterno, seduti sotto un grande albero. E' in quel frangente che Lucien avverte uno strano suono provenire da una delle sue tasche, una sorta di frenetico, rumoroso e di inquietante ticchettìo. Anche Tiresio e Karak odono lo strano suono e quando il warlock indaga sulla sua origine, tutti e tre si trovano di fronte una scena inspiegabile. L'orologio da taschino appartenuto ad Illius, infatti, è il responsabile di quel suono e sta emettendo quel ticchettìo mentre le sue lancette ruotano in senso antiorario. Ciò è iniziato da pochi istanti, a giudicare dall'ora dallo scoccare delle 6.11 minuti esatti. Mentre osservano sbigottiti il quadrante dell'orologio, Lucien avverte anche un gelo innaturale provenire dall'oggetto tant'è che il warlock fa addirittura fatica a tenerlo in mano. Poi, però, dopo aver compiuto un giro completo ed aver segnato le 6.10 minuti, il rumore si arresta di colpo e le lancette si spostano in avanti, segnando le 6.12 e riprendendo da quel punto a muoversi normalmente, mentre il gelo scompare così come si è manifestato. Spiazzati, i tre si interrogano sulla natura di quel fenomeno. Lucien, in particolare, si concentra sulla sensazione che ha avuto ovvero quella che l'orologio, come fosse dotato di volontà propria, non volesse segnare il trascorrere dell'11° minuto delle 6 e volesse invece "saltarlo", come per evitarlo o cancellarlo dall'esistenza in qualche modo. Tale riflessione riporta alla mente del warlock una lettura svolta anni prima proprio riguardo eventi soprannaturali legati ad oggetti. In essa veniva citata una teoria dell'occulto, estrapolata da vecchie storie e antiche leggende popolari, che affermava come, a volte, alcuni oggetti venissero "impregnati" dell'essenza e delle emozioni di una persona, presumibilmente poiché tali oggetti, spesso di piccole dimensioni, rappresentavano momenti o eventi particolarmente importanti e significativi per quella persona. Tale connessione stabilitasi tra una persona ed un suo oggetto poteva essere così forte da venire esaltata, nel bene o nel male, da altri eventi successivi, da donare all'oggetto una propria volontà, per quanto istintiva e basilare, e da permanere addirittura anche dopo la morte del proprietario. Alla luce di ciò, credendo a questo punto a tale teoria, Lucien sostiene che probabilmente l'orologio si rifiuta di segnare il minuto in cui Illius ha trovato la morte, come se tentasse di negare e cancellare il fatto dall'essersi verificato e come se quelle, la mancata accettazione della morte ed il suo gelido abbraccio, fossero state le ultime emozioni provate da Illius. La spiegazione, per quanto inquietante e per certi versi fantasiosa e comunque impossibilitata ad essere dimostrata, viene accettata da tutti i presenti anche perché, fatto non trascurabile, non comporta alcuna minaccia per loro. Così, tranquillizzato da tale teoria e sempre più incuriosito dall'oggetto, Lucien decide definitivamente di tenerlo con sè riponendolo tra le sue cose proprio mentre Goldrick, conclusasi la celebrazione, esce dalla cappella riunendosi ai compagni. Il paladino viene quindi ragguagliato dagli altri riguardo l'ultimo avvenimento durante il percorso verso la caserma della guardia cittadina dove il gruppo trova, già al lavoro da solo di prima mattina, il Capitano Iuliu. Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio gli raccontano tutto quanto è accaduto, spiegando le loro ragioni ed ogni singolo dettaglio finché il Capitano, in un miscuglio di emozioni tra l'incredulità, la rabbia e lo sconforto, afferma di credere alle loro parole, anche in virtù dei loro trascorsi, ma di necessitare comunque di prove per accertarsene senza ombra di dubbio. Dietro la sua richiesta di mostrargli quanto sostengono, il gruppo guida quindi Iuliu nello scantinato del mulino dove il Capitano si trova davanti un vero e proprio orrore. Cercando e riuscendo a mantenere la calma e la razionalità di fronte a tale scenario, egli inizia a cercare indizi di propria iniziativa e dopo un'accurata ispezione, che rivela in alcune botti anche altre teste mozzate di numerose vittime che il gruppo non solo non aveva scoperto durante le loro ricerche ma anche che non ha mai visto prima e quindi addirittura precedenti al loro arrivo a Ritter, conferma le proprie parole. Iuliu afferma di fidarsi di loro poiché ogni cosa sembra combaciare sebbene vi siano ancora e probabilmente rimarranno tali diversi dubbi in sospeso, l'ultimo ritrovamento li scagioni in toto e per ultimo, ma non meno importante, essi non avrebbero avuto motivo di avvisarlo di tutto ciò attirando così su di loro possibili gravi conseguenze. Avrebbero potuto andarsene da Ritter indisturbati e forse solo dopo qualche ora, quando ormai erano già lontani, sarebbero stati trovati i corpi dei Bareth e sarebbe stato dato l'allarme. Allarme oltretutto che non avrebbe necessariamente fatto pensare a loro nè li avrebbe resi colpevoli oltre ogni ragionevole dubbio. Pertanto il Capitano accetta come verità la versione dei fatti scoperta e sostenuta dal gruppo sebbene la posizione di Fiora sia quantomeno incerta. Egli si impegna quindi ad indagare e a tenere sott'occhio la giovane per accertare il suo eventuale coinvolgimento in tutta quella faccenda ma contemporaneamente è costretto a prendere un'altra dolorosa decisione. Dopo quanto è avvenuto con la vicenda di Simon, Lucas ed Anastasia e la scelta che è stata fatta di nascondere la realtà dei fatti per fornire una versione ufficiale più sostenibile e migliore per il futuro di tutti, infatti, egli è costretto, seppur a malincuore e conscio dei rischi che ciò comporta, a continuare sulla stessa linea, non volendo compromettere quanto è stato fatto finora. La prima bugia ne chiama adesso una seconda. Una bugia che insabbi ciò che accaduto in quello scantinato e ciò che è accaduto per settimane a "La Spiga d'Oro". "Penserò io a qualcosa...", afferma deciso, "ma voi dovete promettermi che non farete parola con nessuno di tutto questo...voi avete lasciato Ritter di buon'ora e non sapete nemmeno che i Bareth sono morti...intesi?". Il gruppo accetta quell'onere, trovandosi di nuovo costretto da un altro terribile giuramento ma convinto, ancora una volta, di stare facendo la cosa giusta. Poi, dopo aver salutato velocemente Iuliu che li scaccia da lì raccomandandosi di muoversi e di non farsi vedere mentre lasciano la fattoria ma anche di non tornare mai più al villaggio per tutti i problemi in cui sono rimasti coinvolti, il gruppo si allontana da Ritter rapidamente e in modo furtivo. Piuttosto sicuri di non essere stati visti da nessuno, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio, distanti a sufficienza dal borgo, si voltano istintivamente un'ultima volta ad osservare il luogo in cui hanno vissuto così tante esperienze negli ultimi giorni. Mentre il sole, ad est, è ormai sorto da un pò proiettando i suoi raggi sui loro volti in un giorno apparentemente luminoso ormai sgombro dalla nebbia, essi notano una colonna di fumo nero iniziare ad innalzarsi tra le case del villaggio. Non ne sono certi ma essa potrebbe provenire proprio dalla zona del mulino dei Bareth. A questo punto, il dubbio di cosa abbia organizzato Iuliu per insabbiare tutta la vicenda prende corpo nei loro pensieri e va ad aggiungersi a tutti quelli che ancora vi rimangono relativi ad essa. Dubbi orribili, di cui probabilmente non avranno mai certezza e che potrebbero inquietarli nel prossimo futuro ma che essi scelgono di mettere da parte per concentrarsi su ciò che affronteranno d'ora in avanti, convinti di aver fatto tutto ciò che potevano. Un nuovo giorno per Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio. Una nuova strada da intraprendere. Questo, pensano, mentre voltano le spalle al villaggio di Ritter incamminandosi lungo la strada che conduce a Sturben...

Missioni/Imprese Completate

L'orrore de "La Spiga d'Oro"

Personaggi con cui si ha interagito

Sacerdotessa Maria e Capitano Iuliu
Nuovo Livello: con questa sessione i Protagonisti avanzano al livello 5!

Campaign
La Valle delle Foglie Cadute
Protagonists
Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
05 Sep 2023
Luogo Primario

Commenti

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