Sessione 20 - Sangue e fiamme
I Protagonisti cercano di trovare un modo per uscire da una situazione critica...
General Summary
Consapevole di essere completamente circondato e senza alcuna via di fuga, il gruppo, pur nella tensione e nella concitazione del momento, tenta di inventarsi qualcosa per scampare al pericolo. La rapidità con cui gli eventi si susseguono, tuttavia, oltre a peggiorare ulteriormente la situazione, non da la possibilità a Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio di pensare in maniera lucida e coordinata. Da una parte, infatti, lo strano suono di bastoni che avevano udito, avvicinatosi sempre più, trova finalmente una spiegazione, per quanto spaventosa, mentre dall'altra la voce femminile proveniente dal fondo della grande stanza ha infine un volto. Il primo si rivela essere in realtà niente meno che il rumore di passi di tre figure che appaiono sulle scale d'ingresso dello scantinato e che ne discendono poi lentamente i primi gradini. Tre creature dalle forme e fattezze umanoidi ma fatte di paglia, rami secchi e ricoperte di stracci di vecchi vestiti logori e sporchi con i volti fatti di tela sulla quale si aprono degli squarci irregolari a mò di occhi e bocche. Quelli che paiono a tutti gli effetti tre spaventapasseri si avvicinano al gruppo, al quale nel frattempo si è riunito Lucien nella stanza dall'altro capo del corridoio, con un'andatura incerta e ciondolante e con aspetto ed aria minacciosi. All'inizio i quattro fanno fatica a capacitarsene ma quando realizzano che uno di quegli esseri manca di un bottone in prossimità di un occhio, comprendono che si tratta senza ombra di dubbio di uno degli spaventapasseri che qualche giorno prima avevano notato in uno dei campi dei Bareth, quello che veniva "martoriato" e beccato da un corvo proprio su quell'occhio. Di fronte a tale inequivocabile prova, il gruppo rimane incredulo per come quegli esseri possano aver preso vita e possano essere giunti fin laggiù ma quello che accade pochi istanti più tardi è addirittura ancora più sconcertante. Dalla vasca colma di liquido rosso in fondo alla grande stanza, infatti, fuoriesce lentamente una figura. All'inizio Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio, dall'altra estremità del corridoio, fanno fatica a distinguerne i lienamenti ma attimo dopo attimo essi divengono sempre più chiari. Una figura femminile si erge di fronte a loro, completamente nuda fino all'ombelico ovvero fin dove è tutt'ora immersa nel liquido. Ricoperta da un sottile strato di quella sostanza rossa che solo in parte scorre via lasciandola macchiata in modo inquietante, la donna mostra dei lunghi capelli rossastri sciolti, cadenti sul corpo disordinatamente, e degli occhi che brillano di un'intensa e vivida luce dai riflessi anch'essi rossastri. Pur avendola vista soltanto una volta in precedenza, il gruppo riconosce senza dubbio in lei Emma Bareth. Anche se in una condizione diversa dal loro primo incontro e a dir poco anomala si tratta sicuramente di lei e vederla emergere in quel modo dalla vasca ed in quel contesto spiazza ancora di più i quattro, incapaci di reagire. Ella, senza indugiare oltre, prende subito la parola cogliendo l'esitazione del gruppo ed invitandolo a farsi avanti. "Non c'è nulla da temere, voglio soltanto parlare con voi!", esclama sorridente e sicura di sè, con una voce ora tornata suadente e distesa. Una voce però nel cui eco Goldrick percepisce ancora una seconda voce, completamente differente, minacciosa ed inquietante. Il gruppo, però, compreso il pericolo, si rifiuta di obbedire ed anzi rimane nell'altra stanza, schiena contro schiena, guardingo e pronto ad agire per difendersi. Emma, pertanto, prende in mano la situazione e si fa avanti in prima persona. Esce dalla vasca, raccoglie una vestaglia appoggiata sul pavimento lì vicino e indossandola cammina verso il gruppo con estrema calma e naturalezza. Avvicinandosi con passo sicuro, aggraziato e sensuale, la donna attraversa la stanza e si ferma in prossimità dell'altra estremità del corridoio, a pochi passi dal gruppo. E' in questo frangente che essi percepiscono un forte e pungente odore di sangue provenire da lei al punto tale da non avere nessun dubbio. Sicuramente, il liquido di cui la donna è ricoperta è sangue e pertanto la vasca nell'alcova dell'altra stanza deve essere piena proprio di sangue. Quella consapevolezza inquieta e allerta ancora di più i quattro che però rimangono fermi sulle loro posizioni non sapendo cosa realmente aspettarsi e come agire. La donna nel frattempo, scrutati più da vicino i suoi "ospiti", li accoglie in modo formale e sorridente, quasi con gli onori del caso per essere coloro che hanno recuperato i corpi di Lucas, Anastasia e Simon e salvato Ember. Ma mentre il gruppo si chiede dove ella voglia andare a parare, le sue parole divengono sempre più sprezzanti nei loro confronti. Quando poi, qualche istante dopo, anche Narien appare improvvisamente nello scantinato scendendo i gradini con un'espressione seria e impassibile e chiudendo con un paletto la botola dietro di sé, le intenzioni di Emma e degli altri nei riguardi del gruppo diventano manifeste. Ma ancora una volta la donna agisce velocemente, più velocemente di Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio, tutt'ora gli uni di fianco agli altri, stretti in una morsa che vede da un lato Emma, Felkem e Marcus e dall'altro Narien e gli spaventapasseri. Allungando una mano verso Lucien e facendogli cenno di raggiungerla con un'espressione affabile e suadente, sussurra qualcosa che giunge incredibilmente alle orecchie del warlock come se lei fosse di fianco a lui. "Vieni da me", gli dice, ma il ragazzo in qualche modo riesce a liberare la propria mente da quel pensiero e ad opporsi a quell'invito. Notando una smorfia di irritazione sul volto di Emma per quel suo tentativo fallito, il gruppo viene però nuovamente colto di sorpresa quando subito dopo la donna riprende a parlare, affermando "Se non rispondete ad un invito, non potrete comunque opporvi ad un ordine!!". Ancora una volta ella fa un rapido gesto con la mano, bisbigliando qualcosa di incomprensibile e, poco più tardi, spinti da una forza soverchiante ed imbattibile, Goldrick e Karak crollano a terra in ginocchio davanti a lei, lasciando cadere le armi che stanno impugnando. Come imbambolati e sopraffatti da una volontà superiore alla quale non possono opporsi, i due fissano inespressivi il vuoto che hanno di fronte mentre Emma si rivolge sorridente a loro esclamando "Supplicatemi! Supplicatemi di risparmiarvi la vita!". A quelle parole, come sudditi impotenti e inermi che obbediscono alla propria signora, Karak e Goldrick pronunciano la stessa frase all'unisono. "Ti supplichiamo, risparmiaci!", dichiarano mentre Tiresio e Lucien li osservano increduli. In quei momenti, seppur non in grado di fare altro e a malapena conscio della situazione che lo circonda, Karak percepisce tuttavia con la coda dell'occhio qualcosa che attira per un attimo la sua attenzione. Proiettata sul muro alla sua destra, infatti, la sua ombra anziché rispecchiare la sua posizione attuale si sta muovendo di sua volontà, dimenandosi disperatamente e cercando di fuggire da quella situazione. Come se avesse intuito il pericolo che corre e reagisse spontaneamente e freneticamente per sopravvivere. Invano, però, visto il legame che la lega a Karak. E' in quel frangente, mentre Goldrick e il ladro giacciono ammaliati in ginocchio e Tiresio e Lucien non sanno come reagire, che Emma tuona "Una supplica per niente soddisfacente. Uccideteli!!". A quel punto, Felkem, Narien e gli spaventapasseri si gettano sul gruppo attaccandolo furiosamente da ogni direzione mentre Marcus rimane ancora impietrito dal coltello che il servitore di Lucien gli sta tutt'ora puntando al collo. Il warlock ed il bardo reagiscono all'attacco e qualche istante più tardi anche Karak e Goldrick fanno lo stesso, ridestatisi dal loro torpore e tornati in sé stessi grazie allo scoppiare del combattimento. Lo scontro che ne deriva, cruento e sanguinoso, mette a dura prova il gruppo. Felkem, armato di mannaia, e Narien, che brandisce un coltello da cucina, si lanciano per primi su di loro con intento omicida. Le loro espressioni, trasfigurate nell'odio e nella ferocia, sono completamente diverse da quelle che Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio sono stati abituati a vedere fin dal loro arrivo a Ritter e per questo motivo sono ancora più spaventose. Un'atteggiamento di cieca ostilità ed astio che sorprende il gruppo anche se non quanto gli spaventapasseri che con la loro andatura spezzata e disordinata cercano di artigliarli a morte. I loro spaventosi sguardi, infatti, tentano di seminare la paura nei cuori e nelle menti del gruppo, una paura resa ancora più intensa e sconvolgente dal fatto che tali esseri sono assolutamente muti e non emettono alcun suono mentre attaccano con inaudita ferocia. Una scena discordante, quasi assurda per come si presenta e per questo motivo ancora più disturbante e terrorizzante. Il gruppo, tuttavia, riesce a resistere a tali tentativi e attacchi rispondendo a sua volta con tutta la forza di cui dispone. Uno spaventapasseri viene annientato ed un altro viene dato alle fiamme e incenerito in un rogo silenzioso mentre Karak piomba alle spalle di Narien trafiggendola mortalmente alla schiena con un affondo tranciante alla spina dorsale, all'altezza dei lombi. Nel frattempo, dalla distanza, Emma bersaglia Lucien con potenti e strani raggi di fuoco nero che saettano e fendono l'aria colpendolo più volte e ferendolo gravemente. Un fuoco nero che sembra bruciare molto più di una normale fiamma. Goldrick e Tiresio, intanto, si destreggiano contro Felkem e l'ultimo degli spaventapasseri intraprendendo dei violenti duelli e Marcus, infine, spronato da Emma stessa, si libera del coltello che lo minaccia e si getta a sua volta nella mischia, brandendo una coppia di pugnali. Quando però qualche istante più tardi Felkem, già gravemente ferito da Goldrick, viene trafitto al collo da un pugnale lanciato da Tiresio cadendo rovinosamente sul pavimento e morendo dissanguato, Emma sembra perdere completamente il suo autocontrollo. La sicurezza e la calma che aveva mostrato fin dal principio lasciano il posto alla rabbia, all'odio e alla disperazione. Con un volto trasfigurato rispetto a pochi attimi prima, la donna grida vendetta nei confronti del gruppo che le ha portato via il consorte esclamando inoltre che nessuno potrà fermarla e potrà infrangere il suo sogno. Così, inizia nuovamente ma stavolta furiosamente e perdendo quasi il controllo a bersagliare il gruppo con i suoi raggi di fuoco nero come la pece. Mentre Lucien, seppur gravemente ferito, le si avvicina per fronteggiarla concentrandosi unicamente su di lei ma facendo dissolvere così il proprio servitore, Tiresio tiene ancora impegnato l'ultimo degli spaventapasseri e Karak, invece, affronta Marcus. Il ragazzo ferisce all'addome il lucertoloide e questo, in un impeto di furia istintiva e quasi animalesca, inspirato dalla sua stessa ombra che ora, ripresasi dal terrore di prima, sembra scagliarsi sul giovane quasi per indurre a sua volta il ladro a farlo, cede a tale impulso, nonostante Marcus alzi le mani e si arrenda proprio di fronte a lui e Goldrick lo ammonisca dal dargli il colpo di grazia. Il morso con cui Karak lo colpisce è pertanto furioso e fulmineo, recidendo la giugulare del ragazzo che, con urlo strozzato in gola, si accascia sul pavimento in una pozza del suo stesso sangue. Il paladino accorre cercando di salvare il giovane in qualche modo ma realizza immediatamente che ormai non può fare più nulla per lui e, colpendo con rabbia il muro accanto a sé con un pugno, rimprovera Karak per aver eliminato un nemico che si era arreso e che poteva essere utile per comprendere fino in fondo cosa stavano architettando i Bareth. Ma le spallucce fatte dal lucertoloide e la tensione di un momento che non ha ancora cessato di essere critico, spingono Goldrick a non discutere oltre della faccenda e a raggiungere Lucien per dargli manforte contro Emma. Mentre Tiresio si libera definitivamente dell'ultimo spaventapasseri ricongiungendosi quindi con Karak in prossimità del corridoio, dall'altra parte della stanza Goldrick e Lucien affrontano la donna, ultima rimasta in vita dei loro avversari. Emma, sempre più disperata ed ora anche impaurita, indietreggia freneticamente perdendo persino la vestaglia che indossa e rimanendo completamente nuda. Incurante di ciò, però, ella fissa la propria mano destra invocando l'aiuto di qualcuno o qualcosa che il gruppo non comprende mentre nel frattempo cerca di colpire il warlock con le sue fiamme nere come le tenebre di una notte senza stelle. La donna però non è più lucida come prima ed i suoi raggi vanno tutti a vuoto, perdendosi caoticamente nello scantinato mentre Lucien monta in un'ira che i compagni non hanno mai visto. Comprendendo che anche Emma in qualche modo è simile a lui detenendo un potere che non è il proprio e che le viene "prestato" e considerando la situazione una sorta di duello tra lui e lei che alla fine deve decretare chi è il migliore e il più giusto, Lucien invoca a sua volta l'aiuto del proprio patrono affinché lo affianchi in tale scontro. Quest'ultimo, contrariamente alle sue abitudini silenziose e assenti, stavolta risponde e parla al ragazzo. Con la sua consueta enigmatica voce dalle tonalità sia maschili che femminili incita il giovane nel chiudere rapidamente quel combattimento in modo che possa poi concentrarsi su ciò che per lui conta davvero ossia portare a termine il compito stabilito dal loro patto. Raggiungere Sturben e trovare i "Tre Anelli Bianchi". Così, mentre Goldrick comprende quanto tale duello sia importante per il compagno facendosi da parte e lasciandogli quindi la possibilità non solo di finire Emma ma di dimostrare anche come lui, simile a lei per certi versi, non sia comunque malvagio come la donna, Lucien si scaglia un'ultima volta contro di lei. Ella, colpita seppur non mortalmente, cade all'indietro finendo per precipitare nella vasca di sangue dalla quale era emersa in precedenza. A quel punto, però, temendo che la donna possa ideare qualcosa di pericoloso e sapendo di non poterle lasciare il tempo per agire, Goldrick decide di intervenire anticipando Lucien. Con tutto il disprezzo per ciò che ella ha fatto e per il suo indiscutibile legame con qualcosa che il paladino percepisce adesso chiaramente come immondo e corrotto, Goldrick afferra Emma per i capelli e senza esitare le trancia il collo di netto, decapitandola. Un "Noooo!" terribile ed angosciato le rimane soffocato in gola e poi, mentre il paladino tiene ancora la sua testa in mano, il suo corpo privo di vita si affloscia nella vasca, scivolando tra onde di sangue. In quel momento, le fiamme delle candele che circondano la vasca baluginano di nuovo per un attimo di una strana luce nera mentre gli altri osservano la scena immobili. Compreso Lucien che, sebbene visibilmente dispiaciuto per non essere riuscito a concludere da solo il duello a proprio favore, ritorna in sé ed annuisce verso Goldrick approvando la tempestiva e necessaria azione del compagno. Una nuova quiete pare a quel punto scendere su di loro, la quiete dopo la tempesta. La strana quiete di chi, pur sfinito e ferito, è uscito di nuovo vivo da un altro duro scontro. Ma, mentre soltanto i profondi respiri affannati e concitati del gruppo che cerca di riprendere fiato riecheggiano adesso nello scantinato, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si guardano intorno realizzando pienamente soltanto ora il terribile scenario che li circonda dopo il furioso combattimento. Una donna decapitata, una ragazza quasi squartata, due uomini sgozzati e spaventapasseri bruciati e distrutti oltre che segni di devastazione praticamente ovunque. Tutto immerso in un surreale mare di sangue e in un tremendo tanfo di morte. Un raccapricciante massacro, difficile anche solo da sostenere con lo sguardo, che si aggiunge a tutto ciò che di inquietante e disgustoso si trovava già nello scantinato prima del loro arrivo. Una scena agghiacciante che, nella sua interezza, non potranno mai dimenticare...
Personaggi con cui si ha interagito
Felkem Bareth, Marcus, Emma Bareth e Narien
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Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
29 Aug 2023
Luogo Primario
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