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Una terra affascinante e misteriosa ma anche oscura, meschina e maledetta. Un luogo pieno di sogni e di incubi, di speranze e di rassegnazione, di possibilità e di barriere invalicabili. Un' "affascinante e terribile contraddizione" l'ha definita qualcuno. Non potrebbe essere descritta meglio di così...

Sessione 23 - Il primo incarico

I Protagonisti esaminano i documenti relativi al loro mandato...

General Summary

Mentre finalmente si riposa un pò dopo la stancante giornata di viaggio, il gruppo sfrutta il tempo di attesa per la cena studiando gli incartamenti riguardanti la sua prima missione nella propria stanza a "L'Ultimo Braciere". Essi sono costituiti da diverse pagine, scritti frettolosamente e probabilmente copiati da un qualche documento ufficiale vista la forma con cui sono stati stilati e per questo motivo riportano con dovizia di particolari l'intera vicenda, fornendone un quadro completo ed esaustivo. Tiresio li legge a voce alta intanto che i suoi compagni lo ascoltano seduti sui propri letti. La faccenda, chiamata "Il caso Laslo Novak", si presenta piuttosto intricata e soprattutto meritevole di interesse ed approfondimento per eventuali suoi risvolti soprannaturali, ragion per cui è giunta all'attenzione di Pavlic. Cinque brutali omicidi, infatti, si sono verificati nell'ultimo periodo, in tre luoghi diversi anche se sempre nel Quartiere Povero. Nel primo luogo, la bottega e l'abitazione di un fabbro non distante dal Quartiere Ricco, sono stati uccisi il padre di 52 anni, Verdel, ed il figlio di 27 anni, Grisha, poco meno di un mese fa. Il secondo luogo del crimine, vicino al Quartiere delle Gilde, ha visto l'omicidio di Agata, proprietaria 43enne di un'erboristeria, 23 giorni fa. Nel terzo luogo, una bottega di calzolai quasi al centro del Quartiere Povero, sono stati uccisi il 70enne Fyodor e la moglie 66enne Inessa, 18 giorni fa. Tutti e cinque gli assassinii sono avvenuti con le stesse modalità. Qualcuno si è intrufolato di notte nelle case delle vittime e le ha colte di sorpresa strangolandole. Alcuni di tali omicidi sono avvenuti nelle botteghe, altri nelle abitazioni adiacenti vere e proprie, e quasi tutti si sono verificati al termine di colluttazioni più o meno violente i cui segni sono poi stati rinvenuti sulle scene del crimine. Dopo gli assassinii, il colpevole ha poi sgraffignato quanti più beni preziosi poteva prima di fuggire. In concomitanza con l'ultimo duplice omicidio, Laslo Novak, un uomo dall'enorme stazza e forza fisica alto poco più di due metri, è stato colto in flagrante, da una ronda della Milizia Cittadina che passava per caso nei pressi del luogo del crimine, mentre usciva dall'abitazione di Fyodor e Inessa, ricoperto di sangue ed in possesso della refurtiva. Al termine di un breve inseguimento, l'uomo è stato catturato ed è stato condannato a morte dopo un veloce processo. La quantità di prove schiaccianti a suo carico, infatti, unita al modus operandi comune e praticamente identico degli altri tre previi omicidi oltre che ai precedenti dell'uomo per risse e furti ed alla sua stazza che lo rende perfettamente capace di avere fisicamente la meglio in una colluttazione e di essere in grado di strangolare le proprie vittime, ha portato le autorità a riconoscere Novak come il solo ed unico colpevole di tutti e cinque gli assassinii e all'inevitabile sentenza di impiccagione ai suoi danni. Al processo non è stata infatti ritenuta fondata l'ipotesi, basata su generiche "voci" popolari, secondo la quale l'imputato fosse stato in realtà assoldato da qualcuno per eliminare specificamente i cinque bersagli, con pesanti debiti a loro carico, e che i furti fossero quindi delle messinscene per sviare le indagini sia sul movente che sul reale mandante. La mancanza di prove in tal senso però ha fatto propendere alla fine le autorità per semplici rapine finite nel sangue. L'uomo pertanto, che non ha mostrato alcun segno di rimorso o pentimento durante la breve prigionia non potendo tra l'altro parlare essendo muto per via dell'amputazione della lingua avvenuta in una rissa anni prima, è stato impiccato lo scorso 28 novembre, 13 giorni fa, e poi sepolto nella zona meridionale della Sponda orientale, là dove sorge un cimitero dedicato sia agli anonimi che ai criminali che non hanno il diritto di essere seppelliti dentro le mura cittadine. La vicenda sembrava a questo punto chiusa ma è proprio dopo l'esecuzione che è avvenuto qualcosa di inspiegabile. Dieci giorni più tardi, infatti, ovvero 3 giorni fa, è stato compiuto un triplice omicidio, seguito la notte appena trascorsa da un duplice omicidio, entrambi secondo modalità molto simili a quelle usate da Novak. Nella zona nord della Sponda orientale, infatti, è stata sterminata prima un'intera famiglia, il padre 44enne Sev, la madre 39enne Bojana ed il figlio 15enne Miran e poi i giovani coniugi Klaus, 26 anni, e Leena, 24 anni. Tutti e cinque erano contadini, gestori di piccole fattorie, e tutti e cinque sono stati strangolati di notte nelle proprie case al termine di violente colluttazioni sebbene stavolta non vi siano tracce di furti. Oltre a ciò, tuttavia, un'altra differenza con gli omicidi di Novak ha inquietato le autorità ovvero il fatto che questi cinque corpi fossero stati privati dopo la morte delle loro mani, strappate via brutalmente dai cadaveri. Tutto ciò, ovvero tali ultimi omicidi commessi secondo modalità quasi identiche a quelle utilizzate da Novak nonché la rimozione delle mani delle vittime, ha generato preoccupazione e timore nei cittadini e dato il via a pericolose voci sulla presenza di una maledizione che aleggerebbe su Sturben, portata dal malvagio fantasma vendicativo di Novak. Con le superstizioni popolari che hanno trovato quindi terreno fertile su cui attecchire, il documento si conclude con la raccomandazione di dover risolvere il caso il prima possibile per evitare che la situazione sfugga di mano alle autorità. Terminata la lettura, il gruppo inizia a riflettere sull'intera vicenda giungendo però alla conclusione che prima di procedere con le congetture sia necessario farsene un'idea più precisa svolgendo qualche approfondimento per conto loro. Così, decidono che, a partire dalla mattina seguente, inizieranno le loro indagini stabilendo di cominciare dai fatti più recenti e più facilmente analizzabili e quindi dagli assassinii avvenuti sulla Sponda orientale. Nel frattempo, pertanto, fino al giorno successivo potranno rilassarsi un pò ed essendo ormai prossima l'ora di cena, i quattro si dirigono nella sala comune al piano terra. Notando come quest'ultima, così come le camere ai piani superiori, è solo per metà piena, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si accomodano ad un piccolo tavolo, immersi nel gradevole tepore della stanza e nei profumi invitanti dei piatti provenienti dai tavoli adiacenti e dalla cucina. Ben presto, una giovane e sorridente ragazza di nome Eike si presenta a loro come la cameriera della locanda, elencando il menù e prendendo poi le loro ordinazioni. In un'atmosfera che si rivela, con loro soddisfazione, effettivamente tranquilla e piacevole come avevano in precedenza ipotizzato, il gruppo può godersi così una serata caratterizzata da una buona cena quando Eike torna poco dopo servendo loro le portate richieste. Pietanze di buona qualità che però inevitabilmente ed inconsciamente riportano alle loro menti quelle eccezionali cucinate da Emma Bareth. Il solo ricordo di ciò e di quello che esse potevano essere in realtà provoca in loro un brivido lungo la schiena, turbandoli ancora una volta e costringendoli ad allontanare e cercare di dimenticare definitivamente, come al contrario speravano di aver già fatto, tali pensieri. Sebbene i cibi preparati non siano nemmeno lontanamente paragonabili tra loro, infatti, quelli de "L'Ultimo Braciere" sono comunque sopra la media e sono più che sufficienti per scordare quelli de "La Spiga d'Oro". Alla fine, nonostante le difficoltà, il gruppo riesce a mettere da parte quei brutti ricordi consentendo alla cena di svolgersi e proseguire senza intoppi fino alla sua conclusione. In una locanda quasi deserta nella tarda serata, quindi, dopo aver assistito ad una scena in cui Anya sveglia con poco garbo e poi manda a casa un abituale avventore ubriaco, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si ritirano finalmente nella propria stanza in cerca di un sonno ristoratore che manca loro ormai da due giorni. Un sonno che, nonostante all'esterno imperversi ancora un violento e rumoroso temporale, li coglie praticamente subito vista la loro stanchezza e che si rivela rigenerante quando la mattina successiva i quattro si svegliano per affrontare un'altra giornata impegnativa. Recuperate quindi le energie, il gruppo effettua una rapida colazione nella sala comune della locanda e poi, come deciso, si getta a capofitto nel suo primo incarico. In una Sturben uggiosa e umida reduce dall'intensa pioggia del giorno precedente, i quattro percorrono le strade tornate a popolarsi, in direzione dell'attraversamento sul Vasha. La cittadina, a differenza del giorno prima, sembra decisamente più vivace, ma nonostante le grida di alcuni strilloni che richiamano clienti alle poche botteghe presenti nel quartiere, l'andirivieni di carri ed il brusio e i passi della folla per le vie, Sturben non trasmette l'idea di una città strabordante di vita. Il clima grigio e freddo, pensa il gruppo, probabilmente frena le attività della popolazione e contribuisce a creare un'atmosfera quasi ovattata e sospesa. Attraversando l'intero quartiere e costeggiando i trafficati moli verso nord oltre i Giardini degli Dei, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio arrivano infine in prossimità dell'attraversamento ma prima di raggiungerlo passano di fronte alle mura e alla porta di accesso del Castello di Sturben, controllata a vista da un folto gruppo di guardie della Milizia. Un'edificio colossale protetto da una cinta muraria perimetrale alta circa 10 metri e costituito da una zona di transizione con cortili ed altre strutture prima di giungere al Castello vero e proprio, composto dal mastio, dalla rocca, svariate torri, camminamenti, merlature e bastioni. Una figura che si erge imponente al di sopra del profilo della cittadina, espressione di potere sotto ogni punto di vista. Pur ammirandolo con meraviglia ma anche ansia per la miriade di controverse sensazioni che tramette loro, il gruppo non sosta troppo nelle sue vicinanze riuscendo subito ad imbarcarsi su una delle zattere dell'attraversamento e venendo così portato sull'altra riva del fiume. Il Vasha qui scorre lento e profondo, un punto perfetto in cui attraversarlo per le zattere guidate dalla forza delle braccia degli zatterieri. In pochi minuti, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio raggiungono la Sponda orientale lasciandosi alle spalle le acque sporche e fangose del fiume a causa della pioggia della giornata precedente ed avventurandosi in una zona molto diversa dalla città. Qui, infatti, a parte la movimentata zona del molo ricca di imbarcazioni da pesca di piccole e medie dimensioni e di magazzini piuttosto grandi adibiti allo stoccaggio delle merci in attesa di essere portate dentro le mura, non vi sono imponenti strutture. Solo piccole fattorie isolate, circondate dai rispettivi terreni, che tappezzano qua e là la campagna, nè troppo lontane nè troppo vicine fra di loro in modo da dare vita ad una sorta di strano e totalmente casuale mosaico. Uno scenario piuttosto simile, per certi versi, a quello che hanno incontrato il giorno precedente avvicinandosi a Sturben da ovest. Avendo intenzione di dare per prima cosa un'occhiata alla tomba di Novak così da iniziare a considerare o ad escludere le prime ipotesi, il gruppo decide subito di spostarsi verso sud lungo la sponda del fiume per raggiungere la piccola chiesa del Signore del Mattino ed il cimitero degli anonimi e dei reietti che lì si trova. Perciò essi si mettono in marcia e, dopo circa una ventina di minuti di cammino lungo una stretta strada circondata da fattorie, giungono infine alla chiesa. Un edificio piuttosto grande, probabilmente un tempo adibito in precedenza ad un altro culto vista la sua architettura e la mancanza di insegne evidenti, dal quale proprio in quel momento escono diversi fedeli incrociando la strada dei quattro. Goldrick fa notare agli altri che potrebbe essere terminata da poco una funzione e quella potrebbe essere una buona opportunità per parlare con un sacerdote dell'intera faccenda Novak. Così, il gruppo entra nella struttura, una chiesa semplice, spoglia e spartana con un'unica navata alta ed ampia dalle cui finestre laterali filtrano lievi raggi di sole che baciano poche panche in legno, imbattendosi in una sacerdotessa intenta a sistemare l'altare dopo la cerimonia. Attirando la sua attenzione, il gruppo si presenta facendo la sua conoscenza. Sorella Leah, così ella si introduce a loro a sua volta, appare come una donna di bell'aspetto nei suoi primi 40 anni, vestita con cura certosina attraverso una lunga e larga veste religiosa bianca, gialla e rossa con tanto di velo sul capo ed un medaglione al collo con il simbolo sacro del Signore del Mattino. Con i suoi modi formali ed educati ella afferma di essere stata avvisata dalla sua chiesa del loro arrivo e della necessità di mettersi a loro disposizione per tutta la collaborazione di cui hanno bisogno. Per questo motivo, dopo aver risposto ad alcune loro domande che confermano quanto riportato sui documenti, Leah fa presente al gruppo che nell'adiacente camera mortuaria vi sono i corpi delle ultime vittime, Klaus e Leena e che, nel massimo rispetto dei defunti ed alla sua presenza, sarebbe loro consentito di ispezionare i cadaveri. Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio colgono al volo l'opportunità sperando di scoprire qualche nuovo dettaglio e dopo essere stati condotti nella stanza da Leah stessa che intona una breve preghiera rivolta all'eterno riposo dei due corpi, procedono immediatamente con le loro analisi. Mentre la sacerdotessa controlla in silenzio il loro operato, i quattro scostano i teli bianchi posti sui cadaveri e li esaminano. Entrambi, nudi, hanno altri teli, più piccoli, a coprirne le parti del corpo più intime ma per il resto si presentano, a detta di Leah, così come sono stati trovati sebbene su di loro siano stati usati unguenti e profumi, oltre che incenso, per dargli decoro ed un aspetto dignitoso in vista dell'imminente sepoltura. Mentre nella commistione dei vari odori Karak percepisce anche uno strano sentore di terriccio, gli altri osservano con attenzione i corpi. A parte l'evidente segno nei lividi di almeno una possente mano sui colli delle due vittime, a prova dello strangolamento che ne ha causato la morte, essi presentano altre due caratteristiche. La prima è che, come riportato nella documentazione, sugli avambracci, e nel caso della donna anche sulle gambe, vi sono molti segni di graffi, lividi ed unghiate avvenuti subito prima della morte e paragonabili a tracce lasciate da una o più persone, oltretutto non aventi una direzione ed un orientamento ben precisi ma distribuiti apparentemente in ogni senso. La seconda invece riguarda esclusivamente l'effettiva mancanza delle mani. Esse paiono infatti essere state letteralmente strappate via all'altezza del polso da qualcuno o qualcosa dotato di incredibile forza, in grado di squarciare e lacerare pelle, carne ed ossa. Ciò, a differenza di tutto il resto, deve essersi verificato a morte delle vittime già avvenuta. Non notando, oltre a questi, altri utili e nuovi particolari per la loro indagine, il gruppo ringrazia quindi Leah e lascia la stanza dopo aver comunque ottenuto da lei la disponibilità ad accompagnarli presso la tomba di Novak nel vicino cimitero. La sacerdotessa, però chiede loro prima qualche minuto di tempo per coprire e risistemare i due corpi e così, dopo che Goldrick si offre per aiutarla nell'operazione, gli altri si portano al freddo dell'esterno della chiesa ad aspettarli. In questo frangente, Karak, Lucien e Tiresio provano ad imbastire un primo ragionamento e le prime supposizioni sull'intera vicenda ma si rendono presto conto che la frammentarietà della conoscenza dei fatti in loro possesso è ancora troppo vasta per poter dare vita ad una o più ipotesi sensate e circostanziate. Pertanto, i tre si limitano alla fine ad attendere l'arrivo di Leah e Goldrick che non tarda a giungere. Così, quando qualche minuto più tardi Sorella Leah fa ritorno facendo loro strada verso il cimitero, i quattro la seguono in silenzio lungo una stretta viuzza dal lastricato vecchio e rovinato, circondata da erbacce e sterpaglie, in fondo alla qualle si intravede, tra la sottile nebbia lì presente, un grande cancello in ferro arrugginito che segna l'ingresso del cimitero...

Personaggi con cui si ha interagito

Eike, Anya e Sorella Leah
Campaign
La Valle delle Foglie Cadute
Protagonists
Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
03 Oct 2023
Luogo Primario

Commenti

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