Sessione 22 - Arrivo a Sturben
General Summary
Desideroso di raggiungere la cittadina di Sturben entro la fine della giornata, il gruppo viaggia tra i boschi lungo una strada fangosa e malridotta che costeggia la sponda nord del fiume Rustlin e che non ha nulla dell'aspetto che dovrebbe avere invece la via che porta ad una delle città più importanti della Valle. Il tempo e gli agenti atmosferici l'hanno infatti danneggiata gravemente e scavata in più punti e le recenti pioggie hanno creato pozze d'acqua così grandi da costringere Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio a camminare lungo i bordi erbosi del sentiero. Avanzare su quel terreno difficoltoso è complicato e stancante ed essi si trovano a rimpiangere di non avere delle comode cavalcature. Ma proprio mentre con tali pensieri affrontano il viaggio su quel percorso accidentato, ad un certo punto, a lato della via, i quattro avvertono dei rumori provenire dalla vegetazione. Rumori di qualcuno o qualcosa che si muove e si dimena con forza oltre un grande cespuglio che copre del tutto la visuale. Il gruppo, teso e guardingo, si prepara immediatamente a reagire a qualunque cosa possa accadere ma pochi istanti più tardi, quando la fonte di tali suoni esce finalmente dalla vegetazione e si mostra, un sospiro di sollievo si diffonde tra di loro. Una figura che conoscono, infatti, il cacciatore Petr, sbuca dal bosco lungo la strada con aria stanca e provata ma con due lepri morte appese alla propria cintura. Segni presumibilmente di una notte di caccia andata bene. L'uomo, sorpreso di incontrare qualcuno in quel luogo a quella buon'ora del mattino, lo è ancora di più quando realizza che si tratta del gruppo. La sua espressione muta però dallo stupore al dispiacere quando, vedendo Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio diretti a sud-est, chiede loro se se ne stiano andando da Ritter, con una domanda che sembra più retorica che bisognosa di un'effettiva risposta. Il gruppo intuisce subito che egli ha compreso la loro dipartita dal borgo ma, se all'inizio sono titubanti su come comportarsi, realizzano poi che l'incontro potrebbe essere un evento desisamente a loro favore. Oramai infatti si sono lasciati alle spalle il villaggio di Ritter da diversi minuti ed incontrare un potenziale testimone che possa affermare la loro estraneità alla morte dei Bareth può senz'altro rivelarsi estremamente utile. Una prova a sostegno della versione concordata con il Capitano Iuliu, un ulteriore modo per comprovare la loro buonafede di fronte agli occhi dell'autorità e della popolazione del borgo. Perciò, il gruppo si comporta normalmente e cordialmente con Petr, fermandosi a scambiare qualche parola con lui. Alla sua domanda rispondono affermativamente ed il dispiacere dell'uomo diventa molto più marcato mentre ne spiega il motivo. Egli, infatti, vista l'importanza che il gruppo ha avuto nella vicenda che ha coinvolto la famiglia Ritter, si aspettava e si augurava che potessero rimanere al villaggio fino al giorno seguente, quando vi sarebbero stati i funerali di Lucas, Simon ed Anastasia. Non solo per una questione formale e di rispetto visto il legame che si era creato tra loro e Lucas in particolare, ma anche perché egli aveva intenzione di ringraziarli di persona proprio in quell'occasione per ciò che hanno fatto. Allo stesso modo, probabilmente, anche gli altri abitanti del villaggio avrebbero fatto lo stesso cogliendone l'opportunità. A suo dire, infatti, la mentalità timida, riservata e un pò diffidente della popolazione del borgo ha impedito loro, fino a quel momento, di esprimere nei riguardi del gruppo la riconoscenza che questo avrebbe meritato, espressione però che in qualche modo sarebbe avvenuta in occasione dei funerali. Petr stesso ammette le proprie mancanze non avendo agito prima ed è proprio in quel momento che l'espressione dell'uomo diviene triste e addolorata. "Io non ho il diritto di lamentarmi per la vostra partenza anticipata", afferma con sguardo malinconico,"voi siete stati gli unici che avete fatto qualcosa per Lucas, Anastasia e Simon. Avete fatto più di ogni altro. Ci avete dato dei corpi e dei volti su cui piangere...Io non ho fatto nulla...non solo non sono riuscito a ringraziarvi come avrei dovuto ma da quando è successo quello che è successo non ho nemmeno avuto il coraggio di parlare né con Philipo né con Beniamin, Andrel e Clelia...a mala pena sono uscito di casa per cacciare...ed il dolore per la perdita non mi giustifica...non ci giustifica...che begli amici che siamo!! Dopo tutti questi anni non siamo in grado di guardarci negli occhi e farci forza a vicenda...". Le parole dell'uomo, profondamente scoraggiato, colpiscono il gruppo che tenta di confortarlo come può. Tuttavia, Petr pare inconsolabile e la sua espressione rimane incupita e provata anche quando, poco dopo, saluta definitivamente il gruppo con un addio, ringranziandolo ancora una volta per ciò che ha fatto ed augurandogli buona fortuna. Mentre osserva il cacciatore allontanarsi e lentamente sparire tra la vegetazione del bosco lungo il tortuoso sentiero in direzione di Ritter, il gruppo non può fare a meno di provare un profondo dispiacere verso di lui ed il suo stato d'animo. Il momento per Petr e per tutto il borgo è estremamente difficile ma Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio sperano comunque in cuor loro che essi possano, per il loro stesso bene, superarlo e voltare pagina. Così, auspicando un futuro roseo per tutto Ritter, il gruppo riprende il proprio cammino in direzione di Sturben. Con il progredire del viaggio il paesaggio intorno a loro non muta rimanendo di fatto identico in quello di una strada malmessa che si avventura in una foresta autunnale senza apparente fine. Tuttavia, le condizioni atmosferiche iniziano repentinamente a cambiare. Quella che all'inizio poteva sembrare una bella giornata soleggiata, si trasforma velocemente in un mattino uggioso e cupo, dominato da un cielo plumbeo nel quale ben presto il sole viene coperto da grandi nuvoloni grigiastri. Mentre anche la temperatura scende sensibilmente, il gruppo continua la propria marcia solitaria in un bosco buio e tetro, con il suono in lontananza delle acque del fiume Vasha, che solo nominalmente ha adesso preso il posto del fiume Rustlin dopo la loro confluenza, e che a vari intervalli scompare per poi tornare a farsi sentire, seppur attenuato e distante dal sentiero. Ben presto, la particolare atmosfera d'immutabilità e l'assenza di qualsiasi tipo di incontro lungo la strada trasmettono al gruppo la sensazione di trovarsi quasi in un luogo sospeso, lontano da ogni cosa, al di fuori dello spazio e del tempo. Tale sensazione prosegue anche quando Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si fermano a lato della via a metà giornata per un veloce pasto e poi persino più tardi, lungo la via. Ad un certo punto, però, anche il paesaggio inizia finalmente a cambiare. Il terreno accidentato e collinare comincia a degradare dolcemente verso oriente e la vegetazione si fa via via più rada, lasciandosi alle spalle la fitta e buia foresta per aprirsi in una vasta pianura verdeggiante. E' il primo pomeriggio quando il gruppo nota ai lati della via alcuni insediamenti, proprio mentre una lieve ma fitta e fredda pioggia inizia a riversarsi su di loro. Fattorie, in realtà, in scarso numero e disseminate apparentemente in modo casuale per la pianura ma segno finalmente di civiltà dopo diverse ore di nulla e segno anche della vicinanza della cittadina di Sturben. Per questo motivo e per la pioggia crescente dalla quale cercano di ripararsi con i propri mantelli da viaggio, il gruppo accelera il passo volendo giungere in città al riparo dall'acqua e dal freddo il più presto possibile. Pertanto i quattro aumentano l'andatura e, dopo essere stati superati lungo la via da quelli che sembrano due uomini armati su due destrieri al galoppo e dopo aver raggiunto una zona dove le fattorie e le case si fanno sempre più numerose, giungono infine in vista delle mura di Sturben. Quest'ultime, alte ed imponenti, bloccano quasi del tutto la visuale della città e, complice anche la giornata piovigginosa, tutto ciò che il gruppo può vedere è soltanto il Cancello del Veliero, ossia la porta d'ingresso della cittadina. Una possente struttura in pietra, alta più di 10 metri, con tanto di merli, feritoie e torrette, che regola e controlla il traffico in entrata e in uscita da Sturben. Avvicinandosi ulteriormente, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio notano una fila di persone incolonnate ad aspettare il proprio turno d'ingresso, vista prima la necessità di superare una sorta di ispezione da parte delle guardie della Milizia Cittadina. Così, il gruppo si mette in fila insieme ad altri viaggiatori e mercanti e, dopo qualche minuto di attesa sotto la pioggia battente, finalmente viene fatto passare dietro la raccomandazione di seguire la legge e non creare problemi. Il fatto di essere armati e di essersi presentati come viandanti non rappresenta quindi un ostacolo ma, comunque sia, Karak decide di nascondere il più possibile il proprio aspetto sotto il suo ampio mantello con cappuccio per evitare qualunque tipo di complicazioni. I quattro, perciò, entrano finalmente a Sturben trovandosi davanti una larga strada lastricata, costeggiata su entrambi i lati da grandi edifici a più piani. I piani terra sono occupati da botteghe di ogni tipo mentre quelli più alti sembrano essere di fatto abitazioni dove vivono più famiglie. Tutto è però praticamente deserto. A causa della pioggia, infatti, poche persone si avventurano per le strade e quelle che lo fanno cercano di affrettare il passo. Il gruppo si trova quindi di fronte una scenario vuoto e silenzioso dove l'unico suono è portato dallo scrosciare della pioggia, ora sempre più intensa, che sta piano piano aprendo grandi pozze sul pavimento di pietra della città. Poche sono le voci della gente, pochi i rumori di vita che dovrebbero arricchire quella vista. Soltanto qualche zoccolo di cavallo e scricchiolare di carri si sentono nelle vicinanze mentre il rintocco di una campana si ode in lontananza. Rintocco che segna lo scoccare delle quattro del pomeriggio. Volendo trovare quanto prima un riparo, il gruppo decide senza indugiare di dirigersi all'abitazione di Vassili Pavlic indicatagli dalle sorelle Weathermay-Foxgrove, in modo da avere anche un colloquio con lui per conoscerlo meglio. La loro curiosità riguardo l'uomo è tanta ma oltre a voler comprendere che tipo di persona sia e se sia possibile lavorare per lui come Cacciatori di Mostri come Gennifer e Laurie hanno prospettato loro, i quattro vogliono anche ricongiungersi come promesso con le gemelle e sanno che Pavlic è l'unico in città che può sapere con esattezza dove esse si trovino. Così, grazie alle indicazioni di Karak che è già stato in passato a Sturben e conosce a grandi linee la fisionomia della cittadina, seguono la larga strada di fronte a loro che porta direttamente nella zona centrale di Sturben, là dove si trova il Grande Mercato. Una vasta piazza in cui sorge una struttura in pietra alta e circolare, con quattro differenti ingressi, al cui centro vi è una sorta di cortile interno e che ospita, ad ogni ora del giorno, tutti i giorni, un mercato a cielo aperto fatto di botteghe e bancarelle dove chiunque può acquistare qualunque cosa. Qui, nonostante il clima, vi sono molte persone intente a fare affari ma il gruppo osserva il tutto di sfuggita, senza concentrarvisi troppo, diretto ai Giardini degli Dei dove dovrebbe trovarsi la residenza di Pavlic. Nel tragitto, Karak racconta al gruppo quello che sa di Sturben avendovi trascorso un pò di tempo, istruendo i compagni sul fatto che la città è divisa in tre distretti. Il Quartiere Povero, che hanno appena attraversato ma del quale lungo la via che hanno percorso non è stato possibile rendersene veramente conto, rappresenta la parte più popolata ma anche degradata e fatiscente della cittadina. Il Quartiere delle Gilde, che sorge nella parte centro-meridionale della città, è il cuore della sua economia a tutti i livelli, gestito dalle gilde che si occupano anche del Grande Mercato e delle numerose strutture termali che vi sorgono. Infine, i Quartieri Ricco e del Castello, considerati un tutt'uno, si trovano nella zona settentrionale e sono caratterizzati non solo dal Castello stesso, centro nevralgico della politica e della difesa militare della città ospitando l'Alto Concilio e i vertici della Milizia Cittadina, ma anche dalle residenze delle famiglie nobili che abitano a Sturben. Esiste poi una sorta di quarto distretto, non nominalmente però, che comprende tutte le abitazioni che si trovano sull'altra riva del fiume Vasha, sulla sua Sponda orientale, fuori dalle mura cittadine. Il lucertoloide conclude la sua spiegazione affermando che il governo dell'Alto Concilio sta cercando di portare maggiore libertà ed uguaglianza tra la popolazione con un modello più equo e giusto rispetto al passato e a quello del resto di Borca, ma l'opposizione in tal senso delle famiglie nobili che non vogliono perdere i propri vantaggi e privilegi sta creando una situazione di tensione in città. Questo clima dovrà essere da loro tenuto a mente mentre si muoveranno per Sturben ed in più dovranno tenere in considerazione il fatto che è bene non dare nell'occhio e non fidarsi di niente e nessuno in città, vero principale motivo per cui Karak sta cercando di nascondere la propria natura e il proprio aspetto fin da quando sono arrivati. "Questa non è Ritter", afferma guardandosi intorno con circospezione,"qui la gente è più sospettosa, diffidente, timorosa e infida e non basta l'atteggiamento benevolo del signore di turno per fare in modo che dei tipi strani come noi siano ben accetti...". Goldrick, Lucien e Tiresio, recepito il consiglio del compagno, seguono quest'ultimo in silenzio sotto la pioggia battente, rimuginando e riflettendo sulle sue parole. Alla fine il gruppo giunge sul limitare occidentale dei Giardini degli Dei, un vasto parco lussureggiante dedicato al libero culto degli Dei, dove, proprio in bella vista sulla sommità di un basso colle, scorgono una grande residenza opulenta e di bell'aspetto, appartenente sicuramente ad un proprietario abbiente. Essendo l'unico edificio a trovarsi sul terreno dei Giardini ed attirando l'attenzione essendo circondato da numerose aiuole di rose rosse, gialle e rosa, bellissime e ben curate come le gemelle Weathermay-Foxgrove avevano preannunciato, il gruppo si dirige verso di esso credendo di aver infine trovato la residenza di Vassili Pavlic. Dopo aver attraversato la strada ed averla raggiunta, i quattro bussano alla porta alla quale risponde un'elegante cameriera vestita di tutto punto e dai chiari lineamenti elfici. Presentandosi con la moneta che Gennifer e Laurie hanno donato loro e chiedendo udienza, essi vengono fatti entrare al riparo dall'acquazzone ed accomodare in uno studio riccamente arredato adiacente l'ingresso dove la inserviente li accompagna e dove, al termine di qualche minuto di attesa, giunge infine l'individuo che si presenta con il nome di Vassili Pavlic. Un uomo sulla cinquantina, dai lunghi capelli e barba neri con riflessi color cenere e dagli occhi glaciali sia nella tonalità che nella sensazione che trasmettono. Un uomo dai modi semplici e pacati ma anche eleganti ed austeri. Pavlic chiede loro di mostrare la moneta ancora una volta e, dopo averla osservata attentamente con espressione seria e soddisfatta, li accoglie formalmente nella sua dimora, pregandoli di sedersi. Alle tenue luci di svariate candele, in un ambiente un pò cupo e buio anche a causa del brutto tempo che c'è all'esterno, l'uomo inizia a parlare spiegando al gruppo nel dettaglio chi è e qual'è il suo obiettivo, legato, come anticipato dalle sorelle Weathermay-Foxgrove, alla loro presenza in quel luogo. Pavlic quindi, informando tra l'altro subito il gruppo del fatto che Gennifer e Laurie si trovano momentaneamente fuori Sturben per portare a termine un incarico assegnato loro da lui stesso, afferma di essere un mercante d'arte e d'antiquariato che ha costruito da solo la propria fortuna ma che, proprio perché per una parte della sua vita ha conosciuto le difficoltà della stragrande maggioranza della popolazione, intende, ora che ne ha i mezzi, fare tutto ciò che può per fare in modo che Sturben ma anche Borca diventino posti migliori in cui vivere. Egli aiuta in molti modi le autorità ed il popolo ma uno di essi in particolare è il motivo per cui Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si sono recati da lui. Pavlic infatti è solito ingaggiare dei Cacciatori di Mostri, come Gennifer e Laurie appunto, affinché si occupino delle faccende più spinose e controverse di Sturben. Faccende che le autorità sono restie ad affrontare anche a causa delle superstizioni popolari che inevitabilmente condizionano pure la Milizia Cittadina. Faccende che non hanno in questo frangente la massima priorità, dovendo il governo preoccuparsi in misura maggiore di problemi più "terreni" nonché, come aveva preannunciato Karak, del precario equilibrio in cui si trova adesso Sturben, tra la volontà dell'Alto Concilio di istaurare una maggiore uguaglianza tra i cittadini e quella delle famiglie nobili di mantenere invece i propri privilegi. In poche parole, faccende che implicano eventi e fenomeni potenzialmente soprannaturali. Per essi, in virtù di tale contesto, l'Alto Concilio è quindi disposto a chiudere un occhio e a collaborare con i cittadini che volontariamente mettono a disposizione risorse per risolverli, anche se tale lavoro dovrebbe spettare alla Milizia e non riguardare dei semplici abitanti. Sottolineando perciò la cooperazione che vi è tra lui, le autorità ed anche, per lo stesso motivo, la chiesa del Signore del Mattino, Pavlic termina il proprio discorso esattamente nel momento in cui la cameriera, che lui ringrazia chiamandola Naralis, entra nella stanza solo per pochi istanti portando tè e biscotti per gli ospiti. Il gruppo approfitta del cibo offerto mentre riflette sulle parole e sull'atteggiamento dell'uomo, essendo contemporaneamente felice di sapere che Gennifer e Laurie stanno bene e che potranno a breve riunirsi a loro. Alla fine i quattro sono concordi nel fidarsi di Pavlic accettando quindi di lavorare per e con lui, nonostante il suo sguardo a tratti li metta in soggezione come se egli fosse in grado di scrutare nelle loro menti e nonostante Karak non si fidi ancora completamente di lui rimanendo per tutto il tempo della conversazione nascosto sotto il suo cappuccio. Soddisfatto di tale risposta, Pavlic replica però che prima di stabilire un vero e proprio rapporto di "lavoro" e prima di parlare del compenso e di tutto il resto, egli vorrebbe far svolgere loro un primo incarico di "prova". Un modo per valutarli e per iniziare a costruire un rapporto di reciproci rispetto e fiducia. Essi dovranno portarlo a termine con successo in modo soddisfacente, senza limiti di tempo, sempre e rigorosamente nel rispetto delle leggi e del rapporto di collaborazione che dovranno tenere con la Milizia, pena il disimpegno del mercante dal loro accordo. Se tutto procederà in maniera positiva, Pavlic li assumerà formalmente ed allora potranno discutere più nel dettaglio del loro contratto di lavoro. Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio, guardandosi negli occhi, decidono di accettare tali condizioni e l'uomo, così, porge loro immediatamente alcuni incartamenti. "Questi sono i dettagli dell'incarico che dovrete risolvere", afferma Pavlic nel suo strano accento e nella sua cadenza lenta e ponderata,"tutto quello che c'è da sapere è lì riportato ma se avrete dubbi e domande o avrete bisogno di aiuto, io sarò qui a vostra disposizione". Prendendo in consegna i documenti, il gruppo decide di consultarli con attenzione in un secondo momento visto che a quel punto l'uomo li congeda con due ultime raccomandazioni. La prima riguarda la condotta da tenere in città, suggerendo ai quattro di non mostrare, se in loro possesso, le proprie abilità arcane nè, se possibile, quelle divine. Entrambe, infatti, seppur molto meno le seconde per via delle loro proprietà curative, non sono ben viste dalla popolazione e potrebbero generare diffidenza e sospetto verso il gruppo, compromettendo quindi il loro lavoro. La seconda, invece, è più che altro un'informazione dovuta. I quattro, infatti, potranno alloggiare durante tutto il periodo dello svolgimento dell'incarico alla locanda de "L'Ultimo Braciere". Un buon posto in cui poter dormire e mangiare in tranquillità, già completamente pagato da Pavlic. La locanda, in pratica, costituirà il punto di riferimento e la base operativa per le loro attività in città. Così, dopo aver ricevuto indicazioni su dove si trova la struttura e sul fatto che la proprietaria è già stata avvisata del suo possibile arrivo e permanenza, il gruppo lascia la residenza Pavlic salutando il padrone di casa e promettendo novità sul suo incarico quanto prima. In una Sturben sovrastata da un temporale sempre più intenso ed avvolta in un freddo pungente, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si muovono per le strade semi-deserte, adesso anche a causa dell'arrivo della sera, raggiungendo infine la locanda indicatagli, non molto distante dall'abitazione di Pavlic, nella zona centrale del Quartiere delle Gilde. Entrando nell'alto edificio di tre piani che sorge all'incrocio di due vie, realizzano trattarsi di una struttura tuttosommato piccola all'interno ma calda ed accogliente a primo impatto dove, in una sala comune dal basso tetto e piena di avventori per meno della metà, potranno trovare la giusta tranquillità mentre portano avanti il loro primo incarico. Piacevolmente avviluppati dal gradito tepore di due caminetti posti alle estremità opposte della sala e dal buon odore di carne arrosto, patate e vino che pervade le loro narici, i quattro si presentano al bancone dove la locandiera, una giovane donna dai lunghi capelli rossi mossi e scompigliati legati dietro la testa, sta servendo alcuni clienti. Anya, così si presenta a loro, appare provata e stanca, visibilmente sudata e con delle evidenti occhiaie ma nonostante ciò è intenta a lavorare alacremente. Ella, con modi bruschi e per nulla accomodanti, riserva poche parole al gruppo quando questo le spiega il loro legame con Pavlic. Limitandosi ad annuire, Anya consegna loro una vecchia chiave di ferro e da indicazioni su dove sia la camera loro assegnata, tenuta da lei da parte su richiesta di Pavlic stesso. Poi, dopo aver fatto presente a Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio gli orari dei pasti dai quali non è consentito sgarrare pena il digiuno e dopo aver sottolineato l'importanza di non creare problemi durante il loro soggiorno, la donna torna alle proprie mansioni rimboccandosi le maniche senza curarsi di eventuali loro domande. Il suo sembrare indaffarata oltre che irritata e scontrosa, sconsiglia il gruppo dal rivolgerle oltre la parola e perciò essi si dirigono al secondo piano della struttura, verso la loro stanza. Al termine di una stretta e angusta scalinata in legno che attraversa il primo piano, essi giungono al secondo usando poi la chiave per entrare nella prima camera sulla sinistra. Il gruppo si ritrova quindi in una stanza nè troppo piccola nè spaziosa per loro quattro, caratterizzata da altrettanti letti, un armadio, qualche comodino e un modesto caminetto nell'angolo nord-occidentale, oltre che una piccola finestra sulla parete ovest, che si affaccia sulla strada su cui si trova l'ingresso de "L'Ultimo Braciere". Un ambiente posizionato immediatamente al di sotto del tetto dell'edificio e pertanto caratterizzato da un soffitto con grandi e robuste travi di legno. Un ambiente comunque, per quanto semplice e spartano, anche caldo, asciutto e confortevole, al riparo dalle intemperie che li hanno flagellati per buona parte della giornata e, come avevano ipotizzato, adatto per riposare tra una fatica e l'altra. Mentre gli altri prendono posto, Karak si avvicina alla finestra e da un'occhiata fuori, ad una Sturben piovigginosa e tenebrosa. A causa della pioggia e dell'oscurità crescente di quella sera del 10 Dicembre, i profili degli edifici circostanti sono a malapena visibili, contribuendo a dare della cittadina un'immagine cupa e poco rassicurante. "Almeno abbiamo un luogo dove tirare il fiato di tanto in tanto", afferma Karak rivolto ai compagni, "ne avremo bisogno...non mi fido per niente di questa città...".
Mappa di Sturben
Character(s) interacted with
Petr, Naralis, Vassili Pavlic e Anya
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