Sessione 10 - Separazioni
I Protagonisti ragionano su ciò che Tiresio ha visto...
General Summary
Tornato con la mente nel proprio corpo e raccontato agli altri cosa ha visto, il bardo si unisce alle loro riflessioni in proposito. Le ipotesi e le teorie si susseguono così freneticamente ma, ancora una volta, sebbene sia quasi certa la natura magica della pietra in possesso di Simon, il gruppo non ha altri indizi per spiegare e chiarire la vicenda. Solo supposizioni, senza prove a sostenerle. Non riuscendo a venirne a capo, decidono quindi di dormirci sù, sperando che il sonno porti loro consiglio. La notte trascorre tranquilla e al mattino seguente il gruppo si riunisce per la colazione. Mentre percorrono il corridoio del primo piano della Spiga d'Oro insieme alle gemelle Weathermay-Foxgrove, però, Laurie chiede loro se per caso la notte precedente, poco prima dell'alba, hanno sentito dei rumori. Come una sorta di tonfi attutiti, provenire da qualche stanza più in là rispetto alle loro. Laurie si è persino alzata per controllare ma nel corridoio era buio, non vi era nessuno e tutto taceva nel silenzio e nell'apparente calma. Il gruppo nega di aver udito alcunché ed anche Laurie a quel punto derubrica il tutto semplicemente a qualcosa che deve essere caduto a qualche altro ospite della locanda. Proprio quando ella conclude il suo pensiero, il gruppo raggiunge la fine del corridoio dove le scale iniziano a scendere verso il piano terra. Ma alla loro destra, la porta della camera di Illius e Polina, i due anziani da loro conosciuti casualmente la sera precedente, è aperta. Ciò attira la loro attenzione. All'interno della stanza vi notano Fiora, intenta a riordinarla e a cambiare le lenzuola. Incuriositi, le chiedono che cosa ne è stato dei due occupanti visto che non sembrano esserci tracce di loro e nemmeno dei loro bagagli. Salutandoli con la consueta timidezza e gentilezza, Fiora afferma che Illius e Polina sono ripartiti all'alba ed adesso lei sta provvedendo a pulire la stanza. A quel punto, memore delle parole di Laurie, il gruppo le chiede se abbia udito qualche strano rumore la notte appena passata ma la giovane confessa di non aver fatto il turno notturno, responsabilità invece di suo padre, e di essere giunta da solo un'ora alla locanda. Non del tutto soddisfatti da tale risposta, il gruppo fa per andarsene quando Lucien scorge però qualcosa sul pavimento della stanza, a circa un passo dalla porta. Incastrato tra due assi di legno del pavimento ed illuminato dalla tenue luce del sole che filtra dalle finestre della stanza spalancate da Fiora, il warlock nota un piccolo frammento luccicante di vetro. Con la scusa di toglierlo per evitare che qualcuno si ferisca con esso, Lucien lo raccoglie e lo esamina da vicino. Il frammento, estremamente piccolo e sottile, pare piegato come a compiere una leggera curvatura. La mente del warlock va immediatamente ad un oggetto che può rispecchiare tali caratteristiche e l'orologio da taschino che egli stesso aveva ritrovato per Illius la sera precedente sembra rispettarle appieno. In pochi attimi, a questo punto, Lucien ricollega e ricostruisce la vicenda spiegandola tra sé e sé. Probabilmente Illius, alzatosi prima dell'alba per proseguire il viaggio, deve aver fatto cadere di nuovo l'orologio ma stavolta purtroppo il suo quadrante deve essersi rotto. Ecco, da qui, anche i suoni avvertiti da Laurie. Trovata la soluzione dell'accaduto, Lucien lo comunica agli altri che, dettisi d'accordo, si lasciano quindi la vicenda alle spalle salutando così Fiora e raggiungendo il piano inferiore. Qui, al loro solito tavolo, hanno una copiosa e squisita colazione servitagli da un Felkem che appare più riposato e tranquillo rispetto alla sera prima, in una locanda che come sempre è piena per più della metà. L'atmosfera, seppur leggermente migliorata rispetto al giorno precedente, è comunque sempre sottotono e angosciata dalla preoccupazione per l'incerto destino di Lucas e Anastasia. Durante la colazione, il gruppo, dopo aver ragguagliato anche Gennifer e Laurie di ciò che Tiresio ha visto la notte precedente, si ritrova a discuterne di nuovo. Ma il sonno non ha portato loro consiglio come speravano. Anche le due sorelle, inoltre, sono concordi nel dire che, per quanto particolare e probabilmente magica, la pietra luminosa di Simon non deve necessariamente né essere uno strumento "malvagio" né tantomeno collegata in qualche modo a tutta quella vicenda. Alla luce di ciò, il gruppo decide di attenersi al piano deciso il giorno precedente stabilendo di andare ad informare in proposito lo stesso Simon una volta finito di mangiare. Ma prima, sempre alla fine della colazione, giunge il tempo delle separazioni e dei saluti. Gennifer, Laurie e Karak, infatti, si preparano a partire per Sturben. Dopo aver consigliato ai Protagonisti di fare attenzione e di aver cura di loro stessi in modo da rincontrarsi poi nella cittadina, i tre si congedano con alcune raccomandazioni. Le gemelle indicando il limitare dei Giardini degli Dei, al centro di Sturben, come luogo della residenza di Pavlic e consegnando loro una vecchia e consumata moneta d'argento con una sorta di "V" incisa sul lato della testa mentre Karak suggerendo nel tempio del Signore del Mattino della cittadina un luogo appropriato in cui potersi rincontrare. Nel primo caso, la moneta è stata consegnata alle sorelle da Pavlic in persona e rappresenta un metodo voluto dall'uomo per riconoscere ed avere fiducia in coloro che egli assolda. Per questo motivo, secondo Gennifer e Laurie, essa rappresenterà un buon biglietto da visita quando incontreranno Pavlic, dimostrandogli non solo che si tratterà proprio di coloro di cui le gemelle Weathermay-Foxgrove gli hanno precedentemente parlato ma anche che esse li ritengono fidati ed affidabili per lavorare come Cacciatori di Mostri alle dipendenze dello stesso Pavlic. Nel secondo caso, invece, il tempio del Signore del Mattino di Sturben rappresenta un posto frequentato ed in vista a sufficienza per svolgere i propri affari nella confusione e nell'anonimato generale. Presentarsi lì ogni giorno a mezzogiorno, secondo il lucertoloide, è un punto di riferimento ed un tentativo valido per potersi alla fine rincontrare. Con queste ultime raccomandazioni, quindi, i tre salutano calorosamente e si separano dal gruppo con la promessa di riunirsi a breve a Sturben. Mentre Gennifer, Laurie e Karak scompaiono in lontananza lungo la via che li porta verso sud lontano dal villaggio, Goldrick, Lucien e Tiresio si dirigono invece come programmato alla residenza Ritter. Qui, ottenuta udienza con Simon grazie a Philipo, lo informano della decisione, almeno per il momento, di proseguire con le indagini solo per le prossime 24 ore facendogli ben presente il fatto che, comunque vadano le ricerche, non intendono procrastinare troppo oltre la loro permanenza nel villaggio avendo come priorità quella di raggiungere a stretto giro di posta la cittadina di Sturben. Simon comprende ed accetta il loro punto di vista sebbene rimarchi però che eventuali ricompense saranno loro consegnate solo in caso di indagini concluse o comunque di un importante contributo ad esse. Mentre tale dialogo ha luogo, tuttavia, il gruppo cerca di prestare attenzione allo stato della camera. Questa pare in ordine e non c'è traccia dei libri sui quali il servitore di Lucien aveva visto Simon scrivere la sera precedente. Volendo però andare ancora più a fondo nelle loro indagini e volendo risolvere i loro dubbi, mettono in atto un inganno in grado, sperano, di chiarire la natura di Simon e del luogo. Il warlock, infatti, con la scusa di voler aiutare il minore dei fratelli Ritter in questo difficile momento, dà la possibilità a Goldrick di usare la capacità del paladino di percepire fonti malvage nella stanza. Così, mascherata da benedizione agli occhi di Simon, Goldrick usa la sua abilità non scovando però nulla di anomalo. Appurato lo stato del luogo, il paladino conclude però la preghiera con una frase che tenta di causare in Simon un qualche tipo di reazione. "...che questa benedizione possa portarvi conforto ed alleviare il vostro dolore e i vostri sensi di colpa...". Ed effettivamente, a tali parole, Simon Ritter reagisce con un'espressione stupita, quasi spiazzata. Se fino a quel momento egli era apparso stanco, provato ed ingobbito sulla sua sedia a rotelle, adesso il ragazzo sgrana gli occhi e si immobilizza per un istante come se avesse dimenticato tutto ciò che lo affligge per concentrarsi invece su quell'espressione di Goldrick. Tuttavia, pochi attimi dopo, Simon recupera la sua precedente espressione e, dicendosi ancora stanco e provato, invita il gruppo a lasciarlo da solo. Quest'ultimo, rispettando la sua volontà, lo saluta cordialmente ed abbandona l'abitazione, portandosi sul porticato d'ingresso all'esterno. Lì, rimasti da soli, sostano qualche minuto a riflettere e decidere le loro prossime mosse. Tutti si dicono perplessi riguardo la reazione avuta da Simon alle parole di Goldrick ma, ancora una volta, ciò che è avvenuto, per quanto degno di nota, è interpretabile in molti modi diversi e non può essere considerato decisivo e determinante. Perciò essi non hanno pezzi a sufficienza per far quadrare la situazione e completare il puzzle. Nell'impossibilità quindi di venirne a capo con le loro attuali conoscenze, il gruppo decide di seguire una pista potenziale in cerca di qualche nuovo indizio. Così, si inoltrano nuovamente nei boschi ad est del villaggio con l'obiettivo di tornare nel luogo in cui hanno rinvenuto le due carcasse dei cavalli e poi, da lì, seguire le orme del giorno precedente con la speranza di trovarne magari delle nuove sfuggite alla loro prima ispezione. In una mattina fredda, nuvolosa e ventosa, si mettono pertanto in cammino raggiungendo poco meno di un'ora più tardi la loro meta, l'avvallamento nel bosco dopo si trovano i resti dei due cavalli. Qui incontrano la Sergente Thomisina, in compagnia di altre due guardie, intenta a sorvegliare l'area. Dimostrandosi più ben disposta nei loro confronti rispetto al recente passato, la donna risponde alle loro domande rivelando che il Capitano Iuliu ha voluto che il sito fosse setacciato e presidiato per tutta la notte e per questa mattina in cerca di indizi utili. Inoltre, dopo aver esaminato la zona, Iuliu stesso ha anche seguito le impronte nel bosco che si dirigono a est-nord-est fino a perderle di vista ma ha comunque voluto sincerarsi scrupolosamente della situazione spingendosi fino a perlustrare la vecchia Magione Ritter, non trovandovi però nulla di interessante. Thomisina afferma infine che il capitano dovrebbe tornare lì a momenti per dare l'ennesima occhiata all'area e poi dirigersi alla vecchia casa di caccia. Un edificio ormai abbandonato da tempo, una volta punto di riferimento per i cacciatori del borgo, che sorge a sud-est di lì e che potrebbe rappresentare un buon luogo in cui nascondersi. L'ultimo posto degno di nota della zona che rimane alla guardia cittadina da ispezionare. Dopo queste parole, notando come non vi sia altro di interessante nell'area, il gruppo si attiene al piano stabilito, salutando Thomisina ed inoltrandosi ancora più in profondità nella boscaglia. Ritrovate nuovamente le impronte che hanno seguito il giorno prima, riprendono a camminare in direzione est-nord-est fino a giungere nel punto esatto in cui le orme scompaiono. Qui, come da programma, cominciano a setacciare l'area con grande attenzione sperando di scovare qualche nuovo indizio utile. Con loro stupore realizzano che, tra la vegetazione dove dovrebbe trovarsi, il corpo della cerva anomala è scomparso, lasciando sul terreno soltanto una chiazza scura di sangue ormai rappreso. Non vi sono altre tracce nei dintorni dell'alone scuro, nemmeno di trascinamento, a parte impronte sul suolo umido molto simili, se non identiche, a quelle che hanno seguito finora. Piuttosto certi che esse non ci fossero il giorno precedente, il gruppo le segue nella boscaglia in un'altra direzione chiedendosi ma non riuscendo a darsi una riposta plausibile sul perché qualcuno o qualcosa avrebbe dovuto prendere la carcassa. Qualche minuto più tardi, dopo aver seguito le orme che gradualmente hanno curvato verso nord, queste si interrompono di nuovo. Incapaci di ritrovarle, proprio mentre perlustrano la zona nella loro ricerca, Goldrick fa notare agli altri uno strano suono che sembra provenire dal fitto dei cespugli non molto lontano da loro. Una sorta di acuto e stridulo gemito, in parte soffocato ma chiaramente di dolore e probabilmente generato da una piccola creatura. Curioso, il gruppo si muove tra il sottobosco alla ricerca della fonte di tali suoni finché infine non la individua. Tra le radici di una grande e morente quercia, infatti, vi è un essere che li lascia sconcertati e quasi disgustati. Quello che sembra uno scoiattolo dal manto scuro giace al suolo immobile e contratto in una posa ed una smorfia distorte e orribili, con la coda avvolta intorno al proprio corpo. Ma non è tanto ciò ad inquietare il gruppo. Quello che li inquieta invece è il fatto che esso sia fuso su un fianco, come una sorta di gemelli siamesi, ad un altro scoiattolo, questo dalla pelliccia ambrata e apparentemente l'origine dei gemiti. Entrambi sono ricoperti del loro stesso sangue che fuoriesce copioso dalla loro bocca, dalle orecchie, dal naso e persino dai loro occhi ma solo il secondo dei due sembra ancora lamentarsi e muoversi, per quanto limitatamente, in delle sorta di contrazioni nervose e dolorose. Non ci vuole molto per comprendere che lo scoiattolo bruno è ormai morto ed il secondo, nei suoi ultimi spasmi, sta per avere lo stesso destino. Impietrito da tale vista, il gruppo si trova a ragionare sul suo significato e sulle sue implicazioni. Cosa sta succedendo in quei boschi? Un animale del genere, come nel caso della cerva, non può esistere e nel remoto caso in cui lo sia, come sottolineato da Gennifer il giorno prima, non può certo sopravvivere fino all'età adulta. Perciò vi deve essere qualcosa o qualcuno che induce tali anomalie negli animali, probabilmente attraverso la magia. Ma perché e a quale scopo? A quel punto, proprio nel bel mezzo di tali domande e dubbi, un corvo attira l'attenzione del gruppo posandosi gracchiando su un ramo della quercia, ad un paio di metri sopra le loro teste. L'uccello li fissa per qualche istante in maniera strana, quasi innaturale per un animale che normalmente dovrebbe avere timore di loro. Dopo averli squadrati inclinando anche il capo di lato, però, il corvo, gracchiando di nuovo rumorosamente, spalanca le ali e vola via, scomparendo tra gli alberi del bosco. Istintivamente, il gruppo lo segue con lo sguardo finché non lo perde di vista ma poi, altrettanto istintivamente, torna a guardare nel punto in cui l'uccello si era appollaiato. Lì, tra i rami secchi dell'albero che si intrecciano e ondeggiano ritmicamente al forte vento, vi è un piccolo varco privo di ostacoli per la vista che permette allo sguardo di andare oltre la quercia ed il bosco e di scorgere, sulla sommità di un colle vicino, il profilo spento e cadente della vecchia Magione Ritter. A quella vista, Goldrick, Lucien e Tiresio si scambiano una rapida occhiata. Nessuno di loro si era reso conto di essere giunto così vicino a quelle vecchie rovine.
Ricompense Garantite
Ricompensa in caso di risoluzione delle indagini sulla scomparsa di Lucas Ritter e Anastasia Onvald
Personaggi con cui si ha interagito
Fiora Bareth, Felkem Bareth, Philipo, Simon Ritter e Sergente Thomisina
Rapporti Correlati
Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
25 Apr 2023
Luogo Primario
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Durante questa sessione Gennifer Weathermay-Foxgrove, Laurie Weathermay-Foxgrove e Karak si separano dal resto del gruppo per dirigersi a Sturben mentre Goldrick, Lucien e Tiresio rimangono nel Villaggio di Ritter.
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