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Una terra affascinante e misteriosa ma anche oscura, meschina e maledetta. Un luogo pieno di sogni e di incubi, di speranze e di rassegnazione, di possibilità e di barriere invalicabili. Un' "affascinante e terribile contraddizione" l'ha definita qualcuno. Non potrebbe essere descritta meglio di così...

Sessione 12 - Rivelazione

I Protagonisti decidono di indagare quale segreto nasconde lo strano cumulo di detriti...

General Summary

Dubbioso sullo stato di pericolosità ed agibilità del primo piano della Magione e non volendo lasciarsi nulla di intentato alle spalle, il gruppo opta per ispezionare con maggiore attenzione il misterioso mucchio di macerie al piano terra, prima di proseguire oltre. Così, essi ritornano nella stanza che molto li sta facendo riflettere. Dopo aver visitato la quasi totalità del piano, il cumulo di detriti che si trovano di nuovo di fronte appare se possibile ancora più sospetto. In nessun altro punto dell'edificio, infatti, hanno potuto osservare un ammasso di pietre ed assi di legno così cospicuo e composto per la maggior parte da detriti troppo grandi per appartenere ai muri circostanti. La curiosità in loro si fa sempre più accentuata ma prima di provare a spostare le macerie, il gruppo tenta un'altra strada. Tiresio, assicurato ad una corda tenuta dai compagni, si cala nella bassa intercapedine al di sotto della Magione attraverso il grande buco sul pavimento presente nella stanza adiacente. Intenzionato a capirne di più sul muro in pietra che ha visto da sopra l'enorme fessura, il bardo lo raggiunge e lo esamina con attenzione rendendosi conto che il muro, privo di aperture, costituisce una sorta di perimetro di forma grossolanamente rettangolare tutt'intorno allo spazio dell'intercapedine sottostante il mucchio di detriti. Non scorgendo nient'altro di interessante a parte numerose colonne e travi intorno a lui che sorreggono il pavimento dell'edificio nonché sparute piccole impronte di roditori, Tiresio decide di tornare indietro. Non prima però di aver dato un colpetto con il manico del suo stocco in un punto del muro. Il suono così prodotto lascia pochi dubbi al bardo. Vuoto. Dall'altra parte di un muro non troppo spesso sembra esserci uno spazio vuoto. La curiosità prende definitivamente il sopravvento nel gruppo quando Tiresio, tornato al piano terra, informa gli altri delle sue scoperte. E così, Goldrick, Lucien e Tiresio si mettono all'opera facendo l'unica cosa che possono fare per districare quel mistero. Spostare a mano il cumulo di detriti. Roccia dopo roccia ed asse dopo asse, alla fine i tre scostano le macerie rivelando incredibilmente, proprio sotto di esse, una botola di grandi dimensioni. Questa, una volta aperta, rivela una ripida scalinata in pietra che scende verso il basso, nell'oscurità, sulla quale si notano segni di impronte sulla polvere troppo vaghe però per essere meglio definite. Il gruppo, di fronte a questo punto ad una potenziale svolta nelle indagini, non può esimersi dal proseguire nell'esplorazione ma prima di farlo decide di dividersi. Goldrick e Lucien si avventureranno nel passaggio mentre Tiresio rimarrà lì nella stanza di guardia, attento a che non sopraggiunga nessuno di ostile che possa coglierli alle spalle di sorpresa. A tale scopo, il bardo consegna al paladino una ciocca dei propri capelli affinché, in caso di pericolo, Tiresio possa usarla per comunicarglielo telepaticamente. Finiti i preparativi ed accesa una torcia, perciò, Goldrick e Lucien scendono la scalinata. Il warlock, potendo vedere distintamente nelle tenebre, precede di pochi passi il paladino che porta la torcia, giungendo in una sorta di sotterraneo. Quest'ultimo, interamente in pietra, appare vecchio e abbandonato, pervaso dal pesante tanfo tipico di un luogo chiuso oltre che di un luogo infiltrato dall'umidità e dalla muffa. Un ritmico rumore di gocce d'acqua, sintomo di chiare infiltrazioni dall'esterno, riecheggia nella sala nella quale arrivano i due compagni e grandi ragnatele penzolano minacciose dal soffitto e dalle colonne che sorreggono il soffitto. Nell'oscurità e nel silenzio assoluto oltre che nella sicura assenza di chiunque altro laggiù a parte loro due, Goldrick e Tiresio decidono di proseguire. Mentre un passaggio che porta a sud è completamente ostruito da un crollo, la sala ha altre due possibili vie. Altri gradini che scendono sul lato nord ed una robusta porta in legno rinforzato ad ovest. Lucien sceglie di percorrere prima quei pochi scalini e Goldrick lo raggiunge subito dopo in quella che sembra un'altra sala, chiusa, vuota e simile alla precedente, ma vittima di un crollo piuttosto consistente. Due pareti infatti sono parzialmente franate invadendo anche il pavimento con numerosi detriti e pietre. Ma ciò che attira più di ogni altra cosa l'attenzione di Lucien sono alcune impronte sul pavimento al centro della stanza. Nonostante esso sia in pietra, infatti, lo spesso strato di polvere che lo ricopre rende possibile l'individuazione di alcune orme. Qualcuna di esse pare somigliare a quelle grandi ed indefinite che il gruppo ha scovato nel giardino della residenza Ritter e che ha seguito nel bosco fin quasi alla Magione. Altre, ancora più strane, paiono due scie sul pavimento. Parallele e distanti all'incirca quaranta centimetri fra di loro. Lucien fa partecipe Goldrick dei suoi dubbi e delle sue supposizioni in proposito, ipotizzando che le strisciate possano appartenere sia ad un corpo trascinato sul pavimento che, forse più probabile e verosimile, alle ruote di una sedia a rotelle. Ciò, inevitabilmente, lascia spazio a pochi dubbi circa l'eventuale identità dell'individuo in questione. Simon Ritter. Sebbene, ancora una volta, le prove a tal proposito non siano né inoppugnabili né schiaccianti, vista oltretutto la natura sicuramente misteriosa del sotterraneo ma al momento comunque non riconducibile direttamente alle indagini sulla scomparsa di Lucas e Anastasia. Non trovando oltre a ciò altri indizi utili nella sala, quindi, anche perché Goldrick non vi percepisce nulla di corrotto o anomalo grazie alla sua capacità, i due la lasciano, tornando nella precedente e cercando di aprirne il portone, a questo punto l'unica via rimanente da controllare nel sotterraneo. Nonostante esso faccia resistenza, Goldrick riesce a sfondarlo permettendo loro di entrare nella sala successiva. Una grande stanza si apre così davanti ai loro occhi. Dalle dimensioni doppie rispetto alle precedenti e con un soffitto che supera i quattro metri di altezza. Anch'essa deserta e avvolta nelle tenebre, nella polvere e nelle ragnatele. Ma a parte ciò, a differenza delle altre sale, essa presenta alcune differenze. Due altri passaggi vi si originano, entrambi però impercorribili. L'uno poiché completamente ostruito dall'ennesimo crollo, l'altro chiuso da una possente grata in ferro. Oltre a ciò, due grande bracieri sono collocati specularmente quasi al centro della sala e ad un esame attento Goldrick realizza come su di essi vi siano i resti di una recente brace. Infine, in fondo alla stanza, su una sorta di zona rialzata, vi sono due specie di altari in pietra, disposti di fianco, parallelamente l'uno all'altro. Nelle loro vicinanze, Lucien scorge quello che pare un supporto in ferro simile ad un leggio ma creato invece per sostenere qualcosa di più o meno sferico dalle dimensioni paragonabili a due pugni. Mentre il paladino e il warlock, sempre più incuriositi da tutto ciò, perlustrano la stanza in cerca di possibili indizi scoprendovi alcune impronte del tutto simili a quelle che hanno rinvenuto nella seconda sala, Tiresio, dall'esterno, li avvisa telepaticamente grazie alla sua ciocca di capelli che qualcosa si sta avvicinando alla stanza con la botola. Il bardo, infatti, proprio in quel momento scorge una figura imponente percorrere il porticato che conduce alla stanza, immersa in una vera e propria tempesta che nel frattempo è alla fine scoppiata e si sta ora, nel primo pomeriggio, scatenando sulla collina su cui sorge la Magione. La creatura, dalle fattezze umanoidi ma che supera abbondantemente i due metri di altezza, pare una sorta di cavaliere in armatura completa. L'armatura in ferro però lascia scoperte alcune parti del corpo dell'essere che appaiono anch'esse come parti metalliche e le sue movenze sono estremamente impostate e per nulla fluide. Oltre a lui, tuttavia, Tiresio nota quella che sembra una piccola nuvola biancastra aleggiare in aria e seguire la creatura ad un paio di passi di distanza. Pur non sapendo di che cosa si tratti, il bardo capisce di avere poco tempo a disposizione prima che la creatura e la nuvola arrivino da lui e, confidando che i compagni lo raggiungano il prima possibile, cerca di guadagnarne un pò ricorrendo ad un trucco. Sperando che le sue teorie siano corrette, quindi, assume le sembianze di Simon Ritter e si siede su una delle rocce che il gruppo ha spostato in precedenza. La sua intenzione è quella di impartire un ordine e farsi obbedire dall'essere simulando l'identità di colui che, secondo lui, potrebbe esserne il padrone. Ma non appena, qualche attimo dopo, la figura varca il muro crollato entrando nella stanza e notando il bardo, lo attacca senza alcuna esitazione. Pur subendo un primo possente pugno all'altezza di una spalla, però, Tiresio riesce a sgattaiolare via quando la creatura, tentando di colpirlo una seconda volta, lo manca infrangendo invece fragorosamente il proprio pugno sul muro vicino, causandone un crollo parziale e finendo per incastrare il proprio braccio nel foro così creato. Il bardo fugge quindi nella stanza adiacente riuscendo, dopo aver evitato un altro improvviso crollo del pavimento, a nascondersi dietro ad un angolo dalla vista dell'essere. Questo, apparentemente ignorandolo, non lo insegue e si dirige invece giù per la scalinata, verso il sotterraneo. Proprio in quel momento Goldrick e Lucien, allarmati dall'avvertimento di Tiresio, raggiungono la base delle scale con l'intenzione di riunirsi al compagno, notando però la creatura che sta scendendo i gradini. Di fronte a tale situazione, con Lucien che realizza la probabile natura di costrutto dell'essere, decidono invece di tornare immediatamente indietro nell'ultima sala dove si nascondono per cercare di non farsi scoprire e per preparare magari un'attacco a sorpresa ai danni della creatura. Ma questa, scesa nel sotterraneo e raggiunto il centro della prima sala, sembra arrestarsi di colpo. I successivi tesi attimi di silenzio durante i quali Goldrick e Lucien si interrogano su cosa stia accadendo, vengono interrotti poco dopo da alcuni strani suoni metallici di ingranaggi seguiti da una robusta grata in ferro che cala improvvisamente dal di sopra della porta della sala, bloccando il passaggio e precludendo loro la via. Mentre i due si rendono conto di essere finiti in trappola, a quel punto, una voce riecheggia nel sotterraneo. Una voce distante ma chiara, di cui non riescono a vedere il proprietario, nascosto chissà dove. Una voce maschile e giovane, che inizialmente non riconoscono ma che poi, seppur distorta dalla compiacenza e dalla soddisfazione per averli imprigionati, si rivela appartenere a Simon Ritter. Il ragazzo si rivolge a loro definendoli un "alibi", compiaciuto del fatto di veder rispettato il suo piano e dicendosi curioso di vedere in azione la sua opera d'arte, un capolavoro di "cucito". Goldrick, Lucien ed anche Tiresio, sceso nel frattempo a sua volta nel sotterraneo in soccorso dei compagni ma fermatosi in fondo alla scalinata d'accesso, chiedono chiarimenti a Simon. Ed il giovane non glieli nega confessando come abbia cercato e infine trovato la vendetta nei confronti del fratello ma anche di Anastasia. Colpevole lei di averlo lasciato per Lucas quando quest'ultimo provocò, ormai molti anni prima, l'incidente che portò Simon all'invalidità e colpevole Lucas, appunto, di invidia verso Simon al punto da toglierli tutto. Anastasia, l'uso delle gambe e, di fatto, la vita per come Simon la conosceva. L'unica cosa rimasta al minore dei fratelli Ritter, ossia l'incredibile talento di sarto che possedeva, era così diventata per lui il solo modo per farsi accettare e considerare al pari degli altri ed alla fine era divenuto anche uno strumento, una via per pensare ad una punizione per Lucas e Anastasia. Sebbene le parole di Simon rimangano in parte criptiche e in più punti incapaci di rispondere alle molte domande del gruppo su tutta quella vicenda, esse assumono un chiaro valore confessorio. Il minore dei fratelli Ritter è colui che si cela dietro la scomparsa ed il fato occorso a Lucas e Anastasia ma oltre a ciò, dalle sue parole e dal suo tono emergono altre considerazioni nella mente del gruppo. Simon appare finalmente per chi è davvero ossia un adolescente viziato ed arrogante, rimasto con la mente all'età di 12 anni, al tempo dell'incidente che gli ha distrutto le gambe, l'animo e la vita. Incapace di andare avanti. Una vittima che è diventata colpevole, annegato nella solitudine, nella rabbia e nel desiderio di vendetta che alimentano una mente ormai distorta e completamente folle. La pericolosità e le parole di Simon fa temere loro il peggio per i due promessi sposi ed uno scenario orribile per quello che il minore dei fratelli Ritter potrebbe avergli fatto, alla luce anche di tutti gli indizi raccolti finora ed in particolare di cosa è stato fatto agli animali anomali da loro rinvenuti nel bosco, ammettendo a questo punto che anch'essi siano collegati alla faccenda. Mentre le loro menti vengono invase da dubbi e timori, Tiresio, comprendendo che probabilmente Simon si trova nella seconda sala anche se dalla sua posizione non è in grado di vederlo, cerca di distrarlo deridendolo per i suoi ragionamenti malati. Contemporaneamente il bardo riesce, almeno per il momento, a mettere fuori gioco il costrutto rimasto di guardia nella prima sala, costringendolo inerme a terra. Simon, tuttavia, pur infastidito dalla presenza di Tiresio e dai suoi tentativi di ostacolarlo, mantiene una certa calma giurandogli che si occuperà presto anche di lui. Nello stesso momento, poi, il rumore metallico di un altro ingranaggio riecheggia ancora una volta nella sala in cui si trovano Goldrick e Lucien e l'altra grata, quella alla destra della prima, si solleva. Un grido disumano prorompe a quel punto in tutto il sotterraneo, un urlo gutturale e rabbioso di una creatura sconosciuta che colpisce più volte i muri ai lati del passaggio in cui fino a poco prima vi era la grata, provocando crolli di alcune sue porzioni. Pietre e detriti vengono scaraventati in tutte le direzioni mentre una densa nube di polvere si solleva in prossimità del varco appena aperto. Lì, all'improvviso, una sagoma prende forma. Una sagoma che con passi pesanti supera poi la nube di polvere, rivelandosi mentre accede alla sala in cui si trovano il warlock e il paladino. Un essere umanoide, alto quasi due metri e mezzo, nudo, asessuato e con la pelle annerita e fusa orribilmente in più punti con evidenti segni di bruciature e ustioni. Ma ciò che più di ogni altra cosa sconvolge Goldrick e Lucien è la testa dell'essere. O meglio, le teste. Due teste umane, infatti, fuse in parte su di un lato, si ergono mostruosamente sul collo della creatura con un'espressione distorta dall'ira e dalla frenesia. L'unica mandibola, poi, enorme e sproporzionata, è spalancata e anch'essa fusa sul collo e sul torace sottostanti. L'essere, dopo essersi guardato intorno freneticamente, nota i due davanti a sé, prorompendo in un nuovo e terrificante grido furente. Goldrick e Lucien comprendono subito che la creatura li ha puntati ma di fronte a tutto quello che rapidamente sta accadendo, rimangono pietrificati. Le loro menti, inesorabilmente ed istintivamente, viaggiano con il pensiero mentre molti pezzi del puzzle che hanno raccolto finora nell'indagine iniziano finalmente ad incastrarsi l'uno con l'altro. L'orribile sospetto di cosa, o meglio, di chi possa in realtà essere la creatura che si erge di fronte a loro, alla luce della confessione di Simon e di tutto quello che sono venuti a sapere, viene confermato prendendo adesso definitivamente forma come una rivelazione, sebbene non riescano quasi a credere ai loro occhi ed una parte di loro rifiuti la realtà. Che si tratti davvero di Lucas e Anastasia? Che Simon possa aver compiuto un atto così osceno e malato? L'essere innaturale, torreggiante su di loro, batte di nuovo con forza i pugni sulle pareti, emettendo un altro grido orribile in un atto estremamente minaccioso. E' in quel momento, con l'ormai chiara consapevolezza della vicenda e della situazione nella quale si trovano che mette seriamente in pericolo le loro vite, che l'orrore di Goldrick e Lucien lascia spazio alla paura.

Personaggi con cui si ha interagito

Simon Ritter
Campaign
La Valle delle Foglie Cadute
Protagonists
Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
09 May 2023
Luogo Primario
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