Sessione 14 - Fiducia
I Protagonisti riflettono sulla loro prossima mossa mentre riposano dalle fatiche dello scontro...
General Summary
Stanco, provato e ferito, il gruppo decide di riprendere fiato e riposare un pò nel sotterraneo cogliendo l'occasione per stabilire i suoi prossimi passi. Alla luce di quanto è accaduto, infatti, non vi sono reali prove oggettive della colpevolezza di Simon in tutta quella vicenda ed il gruppo rischia allo stato attuale di venirne invece ingiustamente incolpato risultandone l'unico capro espiatorio. Convengono perciò sull'assoluta necessità di trovare valide prove che possano dichiararli innocenti agli occhi delle autorità e del Capitano Iuliu in particolare. Pertanto, mentre si fasciano le ferite e recuperano le energie, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si guardano attorno con più attenzione perlustrando il sotterraneo. In questo frangente, il paladino ed il warlock avvertono ancora chiaramente il peso su di loro della sensazione di terrore che hanno provato soltanto poco prima alla vista dell'abominio. Un peso che non sembra abbandonarli nemmeno adesso che la minaccia è stata sventata e che pare avvolgerli nel cuore e nella mente con un opprimente e costante senso di angoscia. Goldrick nota addirittura che le sue mani tremano ma il suo animo e la sua forza di volontà non si arrendono alla paura. Dando conforto anche a Lucien, infatti, egli sostiene come vi sia la possibilità di liberarsi da quel fardello. Sebbene il paladino non ne sia in grado, un sacerdote potrebbe fare in modo di alleviare i loro spiriti ed i suoi pensieri, a tal proposito, vanno subito alla sacerdotessa Maria di Ritter. Magari ella potrebbe fare qualcosa per loro due. Così, dopo che Goldrick rincuora il compagno chiedendogli di sopportare ancora per un pò quella terribile sensazione in attesa di interpellare Maria, i due si riuniscono agli altri nelle ricerche. Durante quest'ultime, l'interesse del gruppo è presto catturato dai due altari in pietra disposti parallelamente l'uno di fianco all'altro nella zona rialzata più orientale dell'ultima stanza. Ad un esame approfondito essi risultano privi di incisioni, scritte o disegni di sorta ma, oltre a mostrare i segni di vecchie bruciature che il gruppo ricollega all'incendio che ha causato la distruzione della Magione, qualcos'altro si trova sparpagliato sulle superfici degli altari. Quelli che paiono, infatti, come una sorta di non troppo spessi strati di pelle rossastra, ormai secchi, sono appiccicati alla pietra in diversi punti ed in qualcuno di essi il liquido che ricopriva la pelle, probabilmente sangue, è gocciolato e colato lungo i lati degli altari fino a raggiungere il pavimento. Analizzandoli con cura, il gruppo ipotizza possa trattarsi di frammenti di pelle umanoide bruciata, ustionata ed in pratica staccatasi e scioltasi dagli umanoidi stessi che dovevano trovarsi sui due altari. La presenza di quella pelle rossastra bruciata e come fusa, molto simile a quella dell'abominio, unita al fatto che i due altari sembrano essere stati occupati da altrettante creature, fanno propendere il gruppo per un'unica conclusione. Probabilmente è lì che Lucas e Anastasia sono stati tramutati in quell'orribile essere. Ma anche in questo caso non vi sono prove a sostegno della loro tesi. Continuando quindi a cercare per altri indizi, è Goldrick che si sofferma in particolare sul supporto in ferro che si trova in un'alcova immediatamente alle spalle dei due altari. Una specie di piedistallo con una struttura che sembra fatta per sorreggere qualcosa dalla forma ovoidale. Per qualunque cosa fosse destinato è adesso impossibile stabilirlo ma proprio in quel frangente il paladino realizza che sparsi sul pavimento freddo e umido tutt'intorno ai piedi del supporto vi sono una miriade di frammenti di quella che pare una pietra violacea. Incuriosito da essi, Goldrick li raccoglie provando a farli combaciare e pur non riuscendo a trovarli tutti il risultato finale è quello di ricostituire quasi interamente l'oggetto di cui dovevano far parte. Una pietra appunto violacea, dalla forma ad uovo e grande approssimativamente quanto due pugni. Con la conferma a questo punto che tale pietra doveva essere l'oggetto posto sul piedistallo, il paladino deve però chiedere l'aiuto dei compagni per comprendere di cosa si tratti. Grazie alle conoscenze di Tiresio e Lucien il gruppo apprende che la pietra, avente un residuo di magia in via di dissoluzione, doveva essere stata probabilmente una Pietra del Trasmutatore ovvero una pietra che i maghi trasmutatori utilizzano come focus e amplificatore dei loro incantesimi oltre che per essere in grado di dare vita a particolari effetti magici aggiuntivi. Per averne l'assoluta certezza, tuttavia, Tiresio afferma di doversi preparare per il lancio di un certo incantesimo di identificazione e di necessitare per quel motivo di riposare per una notte. Il gruppo decide quindi di prendere i frammenti della pietra per sottoporli successivamente all'analisi di Tiresio anche se il bardo sottolinea che quella pietra non è la stessa che ha visto nella sua visione di Simon. Quest'ultima infatti era più piccola, inferiore per dimensioni persino ad un pugno e di un colore simile al viola ma tendente in parte anche al blu, colore che nel complesso ricordava l'indaco. Mentre si domandano cosa ciò possa significare e dove possa essere la seconda pietra, però, Lucien nota un particolare parlando con Tiresio. Sul lato sinistro della testa del bardo, in un punto lasciato scoperto dai capelli scompigliati dalla concitazione del precedente combattimento, vi sono quelli che sembrano tre "spini" scuri e ricurvi, orientati verso l'alto e con la porzione convessa verso l'esterno, posti ad una distanza regolare di circa due pollici tra di loro, che spuntano da sotto i ciuffi di capelli. Questi ultimi, particolarmente folti, avevano finora sempre nascosto tale particolare allo sguardo. Il warlock non comprende di che cosa si tratti anche perché non può vedere a causa dei numerosi capelli di Tiresio se vi sono altri di quegli spini in altri punti della sua testa. Il bardo, però, resosi conto della scoperta e della perplessità di Lucien, decide di spiegare tutto. Ormai, nonostante si conosca da poco con i suoi compagni, ne ha passate tante con loro e li ritiene meritevoli di abbastanza fiducia da raccontargli la propria storia. Egli rivela loro di essere stato un umano una volta, di nome William Warren, e di essere caduto nel tranello ordito ai suoi danni da una strega che gli ha sì concesso alcuni dei poteri di cui ora dispone e che il bardo desiderava per divenire ancora più famoso ed apprezzato nel suo lavoro ma che al tempo stesso lo ha trasformato nel suo aspetto attuale, simile per certi versi ad un elfo, cancellando inoltre i ricordi che la moglie aveva di lui. Così, Tiresio, o meglio William, è rimasto solo al mondo. A queste parole, Lucien collega finalmente anche gli spini che ha scorto. Essi infatti non sono altro che alcune delle punte della corona che il bardo indossa sul capo, simbolo magico che di consueto portano su di sé tutti coloro che hanno un qualche tipo di legame con le streghe. Di fronte a tale rivelazione a cuore aperto da parte di Tiresio, anche Lucien prende una decisione importante raccontando a sua volta la propria storia. Il warlock svela infatti che anch'egli è stato protagonista di un patto. La scomparsa di alcuni suoi cari in circostanze tragiche lo ha spinto a chiedere potere ad un'entità per cercare vendetta e tutt'ora egli vi è impegnato con tutte le sue forze. Con questa rivelazione non solo Lucien ricambia la fiducia mostrata da Tiresio nei confronti del gruppo ma sottolinea anche la grande somiglianza delle loro due storie. Le parole di Lucien vengono poi seguite da quelle di Goldrick e Karak che, dispiacendosi per le vicende dei due compagni, fanno loro forza affermando che niente è ancora perduto e che insieme potrebbero un giorno riuscire a mettere le cose a posto per tutti. Rincuoratisi a vicenda e consapevoli adesso di aver stretto ancora di più il loro legame non solo con quelle parole ma anche con le loro azioni visto l'aiuto che si sono dati durante il combattimento e visto che sia Tiresio che soprattutto Karak, tornato indietro al villaggio solo per aver avuto un cattivo presentimento, non hanno abbandonato i compagni in difficoltà, i quattro decidono di riprendere e completare l'ispezione del sotterraneo. Così facendo, Lucien e Karak rinvengono alcuni oggetti indosso al cadavere di Simon. Due di essi sono libri, nascosti in una sacca. Il primo libro è rilegato in pelle scura, vecchio, rovinato ed usurato, sporco in più punti e dall'aspetto vissuto. E' inoltre pieno di appunti su dei fogli che spuntano tra le sue pagine e sulla costola vi è scritto il nome Ferrand Ritter. L'altro, invece, pare molto più recente e piuttosto nuovo. Anch'esso è rilegato in pelle ma chiara e in condizioni decisamente migliori oltre al fatto che sembra essere usato solo nella sua prima metà. Su di esso non vi sono scritte ed è impossibile stabilirne il contenuto ma è soprattutto l'altro, il primo dei due, ad attirare l'attenzione del gruppo. Il nome che vi è impresso sopra infatti appartiene al nonno paterno di Lucas e Simon, morto nel famigerato incendio. Gli altri oggetti rinvenuti, a parte pochi ed insignificanti componenti per incantesimi, consistono in una piccola pietra ed un amuleto che Simon portava al collo. La prima non è altro che la pietra vista da Tiresio nella sua visione del minore dei fratelli Ritter mentre il secondo è un ciondolo con sulla faccia esterna l'immagine di uno scudo da cavaliere mentre su quella interna vi sono incise due iniziali: F. R. In entrambi i casi, il gruppo crede di aver finalmente chiuso almeno un cerchio. La piccola pietra di Simon è stata infine trovata mentre le iniziali si riferiscono con molta probabilità, ancora una volta, a Ferrand Ritter, portando il gruppo a ritenere che forse egli era un mago, probabilmente il creatore del sotterraneo nel quale si trovano vista la sua aria vetusta e sicuramente antecedente alla nascita di Simon. E a tale proposito, il libro che porta il suo nome potrebbe addirittura essere un grimorio degli incantesimi. Tuttavia, vi sono ancora molti punti non chiari nella vicenda ed il gruppo decide di non consultare, almeno per il momento, i due libri temendo che possano in qualche modo essere protetti da qualche pericoloso incantesimo. Pertanto stabiliscono di rimandare il loro approfondimento a quando Tiresio potrà utilizzare l'incantesimo di identificazione così da individuare ed evitare ogni possibile rischio. Le stesse considerazioni valgono per tutti gli altri oggetti rinvenuti per i quali, allo stesso modo, decidono di attendere per stabilire con assoluta certezza che cosa siano. Il gruppo quindi, terminato il breve ma piuttosto rinvigorente riposo e appurato che non vi sia nel sotterraneo più nulla di importante, procede verso l'uscita soffermandosi però soltanto per pochi istanti di fronte al Guardiano protettore, tutt'ora immobile e apparentemente disattivato al centro della seconda stanza del sotterraneo. Mentre Karak testa l'eventuale attività del costrutto pungolandolo invano con il proprio stocco, Lucien lo osserva più da vicino scorgendo sull'elmo il simbolo della famiglia Ritter, ovvero un vello. Ciò rimarca la proprietà del Guardiano protettore ma al tempo stesso fa sorgere un'idea nella mente del warlock che trova poi conferma qualche istante più tardi quando Tiresio, ipotizzando che l'amuleto che hanno trovato possa essere l'amuleto di controllo del costrutto, lo indossa provando a comandare quest'ultimo in qualche modo, senza però nessun risultato. Forse, asserisce Lucien rivolto ai compagni, il Guardiano protettore risponde soltanto ai membri della famiglia Ritter essendo magari legato al loro sangue. Anche in questo ennesimo caso, tuttavia, il gruppo non può essere certo di tale supposizione e con questo dubbio si avvia finalmente verso l'uscita. Risaliti lungo le scale fino al piano terra, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio richiudono la botola e la coprono nuovamente con pietre e assi, dirigendosi poi verso il villaggio. Per il momento, infatti, decidono di nascondere l'ingresso del sotterraneo e tutti gli indizi che hanno trovato, non rivelando nulla alle autorità. Il loro piano è quello di raccogliere altre prove, possibilmente schiaccianti, nella residenza Ritter ed in particolare nella camera privata di Simon in modo da presentarsi di fronte al Capitano Iuliu con una chiara ed innegabile versione dei fatti. Per tale motivo, perciò, tenendo un basso profilo, seguono un diverso percorso per tornare al villaggio. Una via in mezzo ai boschi, sensibilmente più lunga anche di quella che hanno affrontato per raggiungere i cadaveri dei due cavalli, ma che può permettere loro di arrivare non visti sul retro della residenza Ritter. Così, in un pomeriggio che sta ormai volgendo alla sera ed in un clima freddo, umido e caratterizzato da un flebile vento che è tutto ciò che rimane del precedente violento temporale nel frattempo terminato, il gruppo si inoltra nella boscaglia. Nonostante non abbiano mai seguito tale strada, riescono ad orientarsi tra la vegetazione mantenendo la giusta rotta e superando anche il luogo in cui si trovano tutt'ora le carcasse dei cavalli. Ad un certo punto, Tiresio ha come l'impressione di scorgere qualcosa o qualcuno che li segue tra la boscaglia. Quando si volta, però, le sue paure si dissolvono notando che ciò che credeva fosse una figura tra gli alberi era in realtà soltanto un grosso cespuglio mosso dallo sferzare del vento. Senza nessun intoppo, quindi, il gruppo continua il proprio cammino fino a raggiungere prima il giardino retrostante la residenza Ritter e poi, incrociando soltanto qualche sparuto popolano che sta tornando a casa ora che il sole è tramontato, la locanda dove alloggiano. Qui, accolti da Fiora e Narien nella sala comune piena all'incirca per metà da altri avventori, decidono di mettere qualcosa sotto i denti prima di procedere con il loro piano. E' proprio quest'ultima a servirli, portando loro le pietanze di serata, squisite come al solito. Al tempo stesso, però, la ragazza pare notare i segni del precedente scontro che il gruppo porta su di sé. Alcuni loro abiti hanno infatti numerosi tagli nonché evidenti tracce di sangue sulla propria superficie e l'aspetto dei quattro, per quanto abbiano comunque potuto riposare nel sotterraneo dopo il combattimento, è chiaramente affaticato e provato. Narien, tuttavia, non dice nulla in proposito e si limita a portare loro i piatti ordinati ma è invece Felkem, anch'egli accortosi di tali dettagli ed un pò preoccupato, a chiedere loro che cosa gli sia successo. Il gruppo, preso alla sprovvista dalla domanda, è sul punto di rifilargli un'improvvisata scusa ma è Goldrick a stroncare la discussione sul nascere affermando che l'unica cosa che vuole fare adesso è riposare fino al giorno seguente. Mentre quindi il paladino, che ha a malapena mangiato qualcosa, si alza dal tavolo per dirigersi verso il piano superiore, delle agitate grida vengono avvertite provenire dalla piazza principale di Ritter, proprio di fronte alla locanda. Turbato da tanta insolita concitazione, il gruppo si porta verso l'ingresso de "La Spiga d'Oro", raggiunto da Goldrick ma anche, presto, dallo stesso Felkem e da numerosi avventori che si accalcano incuriositi all'esterno per dare un'occhiata a quello che sta accadendo. Proprio in quel momento il Capitano Iuliu, accompagnato da due guardie, attraversa a passo spedito la piazza dirigendosi in direzione nord e portandosi poi verso il porticato della residenza Ritter, rimanendo lì a discutere con qualcuno in maniera concitata. Alla vista di quella scena, gli avventori iniziano a mormorare preoccupati su cosa potrebbe essere successo ed il loro timore aumenta ancora di più quando sentono le guardie sussurrare il nome "Ritter". Pensando possano esserci novità su Lord Lucas e temendo al tempo stesso che possa essere successo chissà cos'altro di terribile, i popolani cominciano a scambiarsi occhiate sconsolate ed impaurite e a parlare fra di loro di qualche altro probabile tragico evento capitato alla famiglia nobile. Volendo saperne di più, Lucien approfitta di quella confusione per dirigersi nel retro della locanda e usare su di sé un incantesimo in grado di celarlo alla vista. Così, mentre il resto del gruppo rimane appena al di fuori della locanda a seguire gli eventi in mezzo alla folla, il warlock attraversa qualche stretta via tra gli edifici e le case del villaggio con l'intenzione di fare un percorso di aggiramento per avvicinarsi non visto alla residenza Ritter. Nel tragitto egli scorge anche l'intera famiglia Onvald, con Ernst in testa, che dalla propria abitazione è scesa per strada e sta osservando la scena preoccupata e tesa, credendo ci possano essere novità su Anastasia. Oltrepassandoli e attraversando la strada, Lucien si porta sul retro della residenza Ritter affacciandosi poi dall'angolo nord della casa verso il porticato così da scorgere chi vi si trova e che cosa sta facendo e dicendo. In questo modo il warlock riesce a carpire di più e ad avere un'idea più chiara della situazione, riuscendo ad origliare parte della conversazione dei lì presenti. Proprio sulla porta dell'ingresso, infatti, vi sono, oltre alle guardie e a Iuliu, anche la Sergente Thomisina, Philipo e Bella. Il maggiordomo, visibilmente sconvolto ed impaurito, riferisce a Iuliu e a Thomisina, con l'ausilio di Bella alla quale poi si unisce anche Lord Johann Ocrotire, che Simon è scomparso e che non riescono a trovarlo in nessun luogo. Il Capitano Iuliu, inizialmente stupefatto da ciò vista l'invalidità del minore dei fratelli Ritter, chiede poi a Philipo di raccontargli dal principio tutto quello che sa e di mostrargli la camera dove Simon è stato visto l'ultima volta. Mentre tale conversazione termina e tutti i suoi protagonisti entrano nella residenza per approfondire la situazione, Lucien rimane all'esterno, sul limitare del porticato, riflettendo sul da farsi. Il piano del gruppo, a questo punto, rischia di saltare visto lo stato di allarme delle guardie e del villaggio in generale. Raccogliere altre prove potrebbe non essere più possibile, o perlomeno molto difficile, e i sospetti del Capitano Iuliu nei loro confronti potrebbero trovare terreno fertile dovesse egli, allo stato attuale degli indizi disponibili, rinvenire il corpo di Simon. Il gruppo si trova quindi di fronte ad una decisione importante. Quale sarà la loro prossima mossa?
Personaggi con cui si ha interagito
Fiora Bareth, Narien, Felkem Bareth, Capitano Iuliu, Sergente Thomisina, Philipo, Bella Ritter e Lord Johann Ocrotire
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Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
27 Jun 2023
Luogo Primario
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