Sessione 25 - Cercando punti di contatto
I Protagonisti cercano alacremente altri indizi...
General Summary
Deciso a scovare nuovi e decisivi particolari, il gruppo continua la propria indagine alla ricerca di una svolta. Mentre Goldrick e Tiresio esaminano insieme al Sergente Petrov l'interno della casa dove sono avvenuti gli ultimi due omicidi, Karak e Lucien seguono le strane impronte che hanno rinvenuto all'esterno di essa, sperando che queste possano guidarli dove si trova l'autore o gli autori di quei crimini. Il bardo e il paladino si trovano quindi di fronte il brutale scenario del duplice omicidio cercando, dopo l'iniziale sconcerto, di analizzarlo con occhi lucidi e razionali. Oltre a focalizzarsi sul tavolo apparecchiato in chiaro disordine e subbuglio, i due volgono i loro sguardi anche sul contesto circostante. Il resto della stanza, in effetti, sembra incredibilmente in ordine e nulla pare fuori posto o alterato in alcun modo. I mobili sono al loro posto, il caminetto, ormai spento, ospita ancora un calderone pieno per metà di zuppa e la porta d'ingresso non appare forzata. Tutto fa pensare che la furia omicida del colpevole si sia riversata sulle vittime intente a cenare al momento dell'aggressione, come effettivamente sostenuto dai documenti in possesso del gruppo e come confermato anche da Petrov. Così Goldrick e Tiresio tornano a restringere il campo delle loro osservazioni cercando qualcosa di determinante nei pressi del tavolo e ripercorrendo un'ipotetica dinamica dei fatti. Sapendo infatti che la donna, Leena, è stata trovata seduta sulla propria sedia mentre il marito, Klaus, è stato rinvenuto disteso sul pavimento tra il tavolo e la porta d'ingresso, fa elaborare ai due una prima possibile ricostruzione del crimine. Forse l'autore degli omicidi è stato fatto entrare in casa volontariamente dalle vittime e Klaus, che gli ha aperto la porta, è stato il primo a venire attaccato. Leena, invece, è stata aggredita per seconda ma colta talmente di sorpresa da non riuscire nemmeno ad alzarsi dalla sedia. Se le cose sono andate così però, la velocità d'esecuzione oltre che la violenza del colpevole appaiono notevoli anche se in loro inizia a farsi strada l'idea che l'omicida possa essere più di uno. Ciò spiegherebbe la quasi contemporaneità degli assassinii ma inevitabilmente genererebbe altri interrogativi relativi all'identità dei criminali nota alle vittime. Non potendo però avere la certezza di tali ipotesi, Tiresio e Goldrick le mettono momentaneamente da parte per completare l'analisi della casa. Pur avendo notato l'apparente ordine in cui essa si trova, i due decidono comunque di dare un'occhiata in giro, anche nella piccola camera da letto adiacente. Intanto, Karak e Lucien, intenti a seguire le strane orme verso est, costeggiano i campi portandosi sempre più vicino al limitare degli alberi del bosco. Mentre camminano odono distintamente le tre guardie che li scortano bisbigliare tra loro relativamente all'avvistamento della coda di Karak che uno di essi avrebbe intravisto quando il lucertoloide, poco prima, si è chinato per esaminare le impronte e si è arrampicato sul tetto della fattoria. I loro discorsi impauriti e le loro espressioni di stupore vengono però interrotti dal warlock che gettando loro uno sguardo glaciale e minaccioso li ferma dal proseguire con le loro speculazioni. I miliziani piombano quindi in un imbarazzante silenzio mentre Karak, lì accanto, fa invece finta di niente pur rammentandosi ancora una volta, stizzito, la necessità di fare massima attenzione ad ogni sua mossa ed apprezzando comunque il gesto del compagno. Poco dopo, il gruppetto supera i campi giungendo là dove la vegetazione si fa via via più fitta e la foresta inizia a prendere corpo, a circa 150 m dalla fattoria. Lì, le impronte scompaiono nelle erbacce e nelle sterpaglie alte fino a mezzo metro, perdendosi poi in un gigantesco ed impenetrabile roveto che blocca completamente il sentiero. Una meticolosa ricerca non riesce purtroppo ad individuare più alcuna traccia, come se esse si fossero improvvisamente dissolte nel nulla. Ciò, unito all'impossibilità di addentrarsi nel bosco a causa dei rovi, spingono il ladro e il warlock a desistere dal proseguire oltre e tornare indietro sui propri passi, non volendo prendere decisioni affrettate in mancanza di Tiresio e Goldrick. Questi ultimi, nel frattempo, danno un'occhiata alla stanza da letto ma anch'essa, come già notato, appare in buono stato. Niente è fuori posto, mancante o danneggiato. Appurato ciò, i due, riflettendo, arrivano alla stessa decisione dei compagni. Prima di portarsi avanti con le indagini e le supposizioni, infatti, intendono discuterne tutti insieme e pertanto, dopo aver visto proprio in quel momento, attraverso la finestra della camera, Lucien e Karak percorrere il sentiero tra i campi ritornando verso la fattoria, si portano a loro volta verso l'esterno dell'edificio per parlare con loro delle proprie scoperte ed ipotesi. Ma mentre i due gruppi si ricongiungono, tutti e quattro si rendono conto che camminando sul lato meridionale della casa alcuni dei loro passi riecheggiano sul terreno, come se poggiassero su qualcosa di diverso dal suolo. Osservando bene, in effetti, realizzano solo adesso che alcune rozze assi di legno si trovano adagiate a terra, parzialmente mimetizzate tra la poca erba ma soprattutto il fango. Notandole, capiscono subito di cosa si tratta. Essendo i dintorni dell'abitazione particolarmente frequentati ed il terreno pesantemente calpestato rendendo così difficile la crescita di erba e copiosa la presenza di fango, Klaus e Leena dovevano aver posizionato le assi così da dare una certa stabilità al suolo ed impedire il formarsi di pozze di acqua. Una pratica piuttosto comune nelle fattorie e al tempo stesso la risposta alla domanda sul perchè le impronte si fermino sul retro della casa e non ci siano invece sul lato sud, il più vicino all'ingresso, visto che è quasi certo il passaggio del criminale dall'entrata della fattoria. Evidentemente, conclude il gruppo appoggiato da Petrov, qualunque cosa abbia lasciato quelle orme deve essersi portato dal retro all'ingresso dell'abitazione passando proprio per quel punto, sfruttando più o meno consapevolmente il fatto che le assi gli hanno di fatto impedito di lasciare impronte degne di nota sul terreno di quel lato della fattoria. La conferma definitiva a tale supposizione giunge pochi istanti più tardi quando Goldrick nota alcuni piccoli segni di unghiate sul fianco in legno della casa, come se qualcosa o qualcuno vi si fosse arrampicato e come, perciò, se anche quella "via", adiacente al terreno ricoperto dalle assi, fosse stata usata dall'assassino. Concordi a quel punto su tale deduzione ed informatisi a vicenda delle relative scoperte, i quattro ed il Sergente Petrov provano finalmente a ricostruire gli eventi in modo plausibile. Insieme ipotizzano che dopo essere uscito dal bosco, il colpevole si deve essere avvicinato attraverso i campi al retro della fattoria, l'ha aggirata sul lato meridionale passando sopra le assi di legno e, raggiunto l'ingresso, è stato fatto entrare nell'abitazione dove prima ha aggredito Klaus, che gli ha aperto la porta, e poi, subito dopo, anche Leena, con una rapidità che non ha permesso alla donna nemmeno di alzarsi dalla sedia per fuggire o aiutare il marito. Una volta portati a termine gli omicidi, poi, e dopo aver asportato le mani dai cadaveri, il criminale ha compiuto a ritroso lo stesso percorso fatto all'andata, facendo perdere le sue tracce nella boscaglia. Sebbene tale ricostruzione appaia verosimile, il gruppo si ritrova però ad interrogarsi sull'identità e sulle capacità dell'assassino. Klaus e Leena lo conoscevano? Oppure l'uomo ha aperto la porta sentendo qualche insolito rumore all'esterno? E poi, quale creatura lascia impronte di quel tipo? Ma oltre a queste domande, i quattro riflettono anche su dove esso possa rintanarsi all'interno del bosco, se si tratta realmente di un solo o più colpevoli come ipotizzato da Goldrick e Tiresio e se le vittime fossero casuali o scelte specificamente in qualche modo. L'impossibilità però di darsi delle risposte li convince a farsi mostrare da Petrov anche l'altro luogo del crimine sulla Sponda orientale, il primo in ordine cronologico, dove si è consumato il triplice omicidio. Pertanto, dopo aver fatto presente ai suoi sottoposti di aver terminato l'ispezione della casa ed ordinato a questi ultimi di risigillarne l'entrata, il sergente guida il gruppo all'altra fattoria, all'incirca 200 m più a sud lungo la via. Percorrendo la strada il gruppetto supera un'altra fattoria, che separa di fatto le due teatro dei crimini. "E' la fattoria della famiglia Grim", spiega Petrov quando Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio gli chiedono informazioni a riguardo, "ci vivono in 9 persone, tre diverse generazioni. Non hanno visto o sentito nulla le notti dei crimini ma è stato il vecchio capofamiglia Grim a dare l'allarme delle morti di Klaus e Leena poiché la mattina successiva, all'alba, ha notato la porta d'ingresso della loro fattoria stranamente spalancata e avvicinandosi per controllare si è imbattuto in quel macello...". A tali parole, il gruppo si trova inevitabilmente a pensare sul perché il colpevole abbia colpito proprio le due fattorie ai lati di quella dei Grim e non i Grim stessi e quindi, tornando ad uno dei ragionamenti precedenti, se la scelta della vittime da parte dell'assassino sia precisa o casuale. "Forse è un caso", puntualizza il paladino, "o forse nove persone sono troppe anche per lui...". Ancora una volta, però, tali riflessioni non trovano continuità nei loro pensieri. Sia a causa della mancanza di prove valide e convincenti a sostenerle sia del loro arrivo alla seconda fattoria che subito li distoglie da esse facendoli concentrare sulla nuova imminente ispezione. Anche questa struttura, che adesso osservano con maggiore attenzione dopo esservi semplicemente passati accanto un'ora prima, appare come un edificio basso, ad un piano, ma più grande e vasto del precedente, sebbene abbia in comune con esso una certa trascuratezza ed un aspetto sciupato. Il Sergente Petrov ordina ai miliziani presenti di liberare dalle assi l'ingresso della casa e, dopo che ciò è stato fatto, il gruppo può entrare nell'abitazione, sempre accompagnato dal sergente. Qui, superato un piccolo atrio, all'imbocco di una stanza di medie dimensioni adibita presumibilmente a cucina e sala da pranzo, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si trovano già davanti la prima scena del crimine. Sul pavimento infatti vi sono i segni inequivocabili di sangue e Petrov spiega loro come lì sia stata uccisa e ritrovata la madre, Bojana. Tutt'intorno, però, come nell'altra casa, la stanza sembra in apparente ordine sebbene a differenza di essa qui la porta d'ingresso sia stata chiaramente forzata. Petrov guida quindi il gruppo verso gli altri due luoghi degli assassinii mostrando loro come lungo un corridoio adiacente vi siano due porte. La prima conduce alla stanza del ragazzo, Miran, il figlio della coppia, dove il letto, sfatto e con le lenzuola in qualche punto squarciate e macchiate di sangue, rappresenta il punto in cui il giovane è stato sorpreso e ucciso. La seconda, invece, porta alla camera dei coniugi dove, anche qui, il letto è chiaramente in disordine ma sicuramente non come il precedente e la morte del padre, Sev, non è avvenuta nella stanza ma appena al di fuori di essa, nel corridoio, dove l'uomo è stato trovato privo di vita. Osservando tutto ciò mentre il sergente descrive le scene, il gruppo cerca di carpire altri dettagli. Gli schizzi di sangue sul pavimento e sul letto del giovane sono paragonabili per quantità e aspetto a quelli presenti nella fattoria precedente ed anche qui non vi sono tracce di sangue tali da far pensare ad una normale amputazione delle mani, sebbene essa sia avvenuta dopo la morte delle vittime. Inoltre, le stanze dove sono avvenuti gli omicidi sono per il resto in ordine e "pulite". Uno schema quindi che sembra riproporsi, simile in tutto e per tutto a quello da loro già visionato. Alla luce di ciò, anche in questo caso Tiresio tenta di capire la dinamica dei fatti ed alla fine, ragionando con i compagni e Petrov, arriva ad una conclusione verosimile tra le varie possibilità esistenti. Probabilmente, sostengono, il colpevole non ha svegliato nessuno degli occupanti della casa pur forzando l'ingresso e si è potuto avvicinare al giovane, il più vicino all'entrata, con relativa calma, sorprenderlo nel sonno e ucciderlo. A quel punto però ciò deve aver causato del baccano, svegliando di soprassalto i genitori che sono andati a controllare cosa stava accadendo. L'omicida, che nel frattempo si era rimesso in movimento, attacca quindi il padre nel corridoio ma mentre lo fa la madre scappa, e vedendo che il figlio è morto o forse per lei moribondo, si precipita verso l'uscita magari per chiedere aiuto a qualcuno ma viene raggiunta dal criminale a pochi passi dalla porta dell'abitazione. Piuttosto convinto che i fatti possano essersi svolti in quel modo, il gruppo esce quindi dalla casa per accertarsi di un ultimo particolare ovvero verificare la presenza all'esterno della fattoria delle stesse impronte rinvenute nell'altra. Ed effettivamente, anche in questo caso, esse sono presenti e coprono in entrambe le direzioni il percorso che va dalla porta d'ingresso, posta sul lato meridionale, ad un sentiero fangoso tra i campi che si spinge ad est fin sul limitare del bosco. Qui, la fitta vegetazione ma soprattutto erbacce e cespugli alti fin quasi un metro, non permettono alle orme di rimanere impresse sul terreno e, come nel caso precedente, fanno perdere al gruppo le tracce dell'aggressore. A questo punto, quindi, lo stesso modus operandi del colpevole è chiaramente evidente così come l'importanza della foresta come luogo in cui far perdere le tracce e forse nascondersi. Il fatto che siano state attaccate proprio quelle due fattorie potrebbe o meno essere un caso come da loro pensato in precedenza, ragiona il gruppo, ma non lo è il fatto che siano state scelte poiché tra le più vicine al margine del bosco. Tuttavia, l'idea che sorge a quel punto nelle loro menti di inoltrarsi nella foresta in cerca di altri indizi viene subito smorzata da Petrov quando egli afferma che il bosco non è un luogo sicuro e ben visto dalla popolazione. La presenza di animali feroci e svariate superstizioni lo mettono sotto una luce inquietante che fa sì che nessuno voglia avventurarvicisi. Men che meno, sottolinea il sergente, l'Alto Concilio, almeno per ora, darà mai autorizzazione per una spedizione in forze al suo interno. "Ovviamente voi non siete della Milizia e potete fare ciò che volete", conclude Petrov, "ma là dentro nessuno verrà ad aiutarvi dovesse accadervi qualcosa...sarete soli...". Alla luce di ciò il gruppo decide quindi per il momento di rimandare un'eventuale esplorazione della foresta per concentrarsi sugli indizi riscontrabili nelle vicinanze di Sturben e della Sponda orientale. Perciò, essi stabiliscono di tornare in città per procedere con l'esame sia dei tre luoghi degli omicidi di Novak precedenti alla sua impiccagione sia dell'abitazione dello stesso Novak. Mentre quindi tornano prima verso la fattoria dove Petrov ordina anche qui di risigillare l'ingresso e poi all'attraversamento sul fiume, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio chiedono al sergente un ultimo favore. L'informazione su a chi andranno adesso le proprietà delle due fattorie rimaste vacanti. Petrov assicura loro che compirà alcune ricerche in proposito e che probabilmente già dal giorno seguente potrà metterli al corrente della cosa. Salutandolo e ringraziandolo per la disponibilità e la collaborazione, pertanto, il gruppo si separa da lui e si mette in coda con altri popolani per attendere il proprio turno alle zattere dell'attraversamento che li riporteranno entro le mura della città. E' in questo frangente che i quattro si trovano nuovamente a riflettere sull'intera faccenda. Isolandosi dal frastuono nei moli ricchi di vita del primo pomeriggio e dalle voci della gente, ripensano ad ogni dettaglio mentre osservano le acque del Vasha che scorrono lente, silenziose e fangose davanti a loro. E' ancora presto per farsi un'idea completa e definitiva di ciò che sta accadendo ma i loro primi ragionamenti e scoperte hanno portato tutto sommato a pochi passi in avanti e a pochi sviluppi. Certo, il ritrovamento delle impronte è stato importante ma, al momento, più che fornire risposte ha finito per dare vita a nuove domande, vertenti addirittura anche sulla natura e sul numero dei colpevoli. "La faccenda è a dir poco intricata", afferma Tiresio rivolto agli altri, "e so che è brutto da dire ma...un altro omicidio potrebbe darci nuovi indizi...così da cercare altri punti di contatto decisivi tra i vari crimini e darci una visione e degli spunti migliori...". Nonostante la freddezza e la crudeltà di quelle parole, i compagni del bardo si ritrovano alla fine ad appoggiarle, seppur in silenzio. Per quanto disumano e sbagliato sia, infatti, essi sanno bene che un nuovo crimine potrebbe contribuire a sbrogliare una matassa che al momento vede come protagonista soltanto le loro numerose perplessità.
Personaggi con cui si ha interagito
Sergente Petrov
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Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
19 Oct 2023
Luogo Primario
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