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Una terra affascinante e misteriosa ma anche oscura, meschina e maledetta. Un luogo pieno di sogni e di incubi, di speranze e di rassegnazione, di possibilità e di barriere invalicabili. Un' "affascinante e terribile contraddizione" l'ha definita qualcuno. Non potrebbe essere descritta meglio di così...

Sessione 27 - Una nuova vittima

I Protagonisti si trovano di fronte Sorella Leah...

General Summary

Stupito e colto alla sprovvista dall'inattesa apertura del portone della chiesa davanti a sé, il gruppo vede apparire da dietro di esso Sorella Leah. La religiosa, con ancora indosso le sue vesti sacre nonostante l'ora della sera ed affacciatasi alla porta dopo aver scorto dalle finestre le loro ombre all'esterno, fa subito entrare i quattro nell'edificio non appena viene informata della loro volontà di parlarle, seppur comunque turbata dal loro presentarsi a quell'insolita ora. Nonostante tale turbamento, alla richiesta da parte del gruppo di potersi recare nuovamente al cimitero per posizionarvi un incantesimo di controllo dell'area e di poter trascorrere la notte lì nella chiesa per poter ragire con prontezza all'eventuale azionarsi dell'incantesimo stesso, ella risponde comunque positivamente, venendo rassicurata del fatto che la tomba di Novak non verrà toccata e che saranno usati massimi cura e rispetto nei confronti del deceduto nello svolgimento dell'operazione. Così, dopo essersi velocemente vestita per affrontare l'imminente temporale che sta per scoppiare all'esterno, Sorella Leah, armata di lanterna, accompagna il gruppo fino al cimitero ed una volta che Lucien ha posizionato il proprio incantesimo sulla tomba di Novak escludendo magicamente solo il gruppo dal suo innesco, scorta di nuovo i quattro indietro alla chiesa, appena prima che una vera e propria tempesta si abbatta sulla Sponda orientale. Sia durante il breve tragitto che all'interno del cimitero stesso, il gruppo, pur tra le oscure tenebre di una notte gelida, non nota nulla di anomalo o diverso rispetto al mattino e perciò, quando tornano alla chiesa, la sola cosa che possono fare è aspettare eventuali sviluppi. Decisi quindi ad essere pronti ad ogni evenienza, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio si accomodano negli arrangiati giacigli di paglia che Sorella Leah ha precedentemente preparato per loro e riposano per la notte in una delle stanze secondarie della chiesa, alternandosi comunque in turni di guardia. Mentre fuori il temporale riversa su Sturben tutto quello che ha con una pioggia torrenziale e con forti raffiche di vento, la notte e i turni di guardia passano uno dopo l'altro senza che l'incantesimo di Lucien al cimitero venga innescato. Ad un certo punto, però, durante il turno di Tiresio, il paladino ha uno strano sogno. Quest'ultimo pare trovarsi in uno stretto cunicolo, grossomodo circolare e dal diametro inferiore al metro, scavato nella terra. Le sue pareti sono irregolari e colme di strani segni di raschiamento lasciati nel terreno umido e freddo, oltre che caratterizzate dalla presenza di quelle che paiono svariate radici che spuntano da ogni direzione, occupando in parte lo spazio della piccola galleria. Pur armato di una lanterna, Goldrick non riesce a vedere più in là di pochi passi nel cunicolo, nè in un senso nè nell'altro. Alla fine, carponi, inizia a seguire la galleria in una delle due direzioni e, dopo essersi fatto strada tra le radici ed il terreno fradicio che con il suo forte odore di terra "profonda" permea l'intero cunicolo, il paladino scorge una flebile luce provenire dal fondo della galleria. Seguendola, egli giunge infine in un punto nel quale il cunicolo si apre in un ambiente più grande, illuminato debolmente da un paio di torce appese alle pareti. Calandosi dalla galleria in quella che sembra una stanza quadrata di medie dimensioni il cui pavimento si trova all'incirca un metro e mezzo più in basso del cunicolo, Goldrick viene assalito da un forte e nauseante odore, tipico di una fognatura. Guardandosi intorno attentamente grazie alla sua torcia e a quelle presenti in quell'ambiente, il paladino realizza di trovarsi in una stanza dalle pareti in pietra e mattoni, con il soffitto a volte, parzialmente immersa nell'oscurità. Gli sono necessari altri pochi istanti per realizzare anche il perchè di quel soverchiante odore. Egli infatti si trova sullo stretto bordo in pietra, che corre lungo tutto il perimetro della stanza, di quella che pare una grande vasca. L'intera camera è di fatto una vasca, piena di un liquame scuro dal forte odore nauseabondo che vi si riversa da svariati accessi, tubature e canali di scolo che convergono nella stanza stessa da numerose direzioni. L'impressione iniziale del paladino di trovarsi in una fogna parrebbe quindi giusta. A quel punto, però, delle voci che provengono dal cunicolo alle sue spalle attirano la sua attenzione. Voci lontane, distanti. Grida di qualcuno che sembra chiamare qualcun'altro, seppur in maniera incomprensibile. Goldrick si affaccia nel cunicolo cercando di scorgervi qualcosa ma un altro rumore lo distrae, stavolta più secco, chiaro e vicino. Il clangore metallico di un'inferriata o un cancello in ferro che sbatte violentemente contro qualcosa, proveniente dall'altra estremità della stanza, là dove uno stretto passaggio ad arco pare permettere un altro accesso o via di fuga alla camera. Il paladino, istintivamente, si volta in quella direzione brandendo la torcia davanti a sè ma, prima che possa discernere alcunché, viene svegliato di colpo da Tiresio. Il bardo lo scuote, avvisandolo della fine del proprio turno e quindi dell'inizio di quello di Goldrick stesso ma mentre lo fa nota l'inquietudine del compagno appena ridestatosi dallo strano sogno. Chiedendogli cosa lo preoccupa, il bardo ascolta l'intero racconto del paladino con grande attenzione. Una volta concluso, pur comprendendo il turbamento di Goldrick sul significato e sull'origine ignoti di tale strano fenomeno che pare fin troppo vivido e dettagliato per essere un semplice sogno, Tiresio non può fare a meno di ricordare all'amico cosa è accaduto a Ritter con il suo precedente sogno e quanto esso sia stato rivelatore per ciò che era accaduto. "Per quanto inspiegabili e per te disturbanti, tali sogni...premonitori...possono essere molto utili", afferma il bardo, "a parer mio rappresentano una risorsa, non un fardello". Tranquillizzato da tali parole che lo spingono a vedere quei sogni più come uno strumento a loro favore che un problema da indagare e risolvere, Goldrick ringrazia il compagno e, ricompostosi, gli da il cambio della guardia. Il paladino, perciò, durante il suo turno, si trova a rimuginare analiticamente sul significato del sogno e sulle informazioni da esso estrapolabili, senza farsi influenzare dalle mille emozioni e dubbi che ciò provoca in lui. Mentre all'esterno il vento della burrasca ulula ancora minaccioso ed il pesante ticchettio della pioggia si abbatte sulle vetrate della chiesa creando rivoli d'acqua che scorrono come piccoli fiumi sulle finestre, Goldrick arriva ad individuare alcuni punti salienti del suo sogno, indicazioni potenzialmente importanti per il gruppo. Il cunicolo, la stanza-vasca nelle fogne, gli strani rumori. Cercando di fissarli bene nella propria mente, egli prova a collegarli con il caso che stanno seguendo non trovando però nessun punto in comune che sia razionalmente provato e plausibile. Perciò, alla luce di questo, Goldrick decide per il momento di non farne parola con Lucien e Karak, ritenendo che ciò possa essere per loro più fonte di preoccupazione che di risvolti positivi, almeno fino a quando non dovessero scoprire qualcosa che potrebbe collegare, senza dubbio ed in modo diretto, il sogno all'intera "faccenda Novak". Così, quando alla fine del suo turno, due ore più tardi, anche gli altri si svegliano, il paladino non accenna loro ciò che gli è accaduto e Tiresio, dal canto suo, comprende e rispetta tale volontà tacendo a sua volta. E' Lucien, invece, a catturare in quel frangente le attenzioni del gruppo informandolo di come il suo incantesimo non sia stato innescato durante la notte, segno di un'attività nulla nei pressi della tomba di Novak. Ciò, inoltre, non ha reso necessario l'uso della capacità di Tiresio che avrebbe permesso loro di avere una visuale su ciò che accadeva sul posto e che il gruppo aveva alla fine deciso di utilizzare solo nel caso in cui l'incantesimo del warlock fosse prima stato attivato. Questo, seppur li renda un pò delusi dal fiasco della loro idea di controllare l'attività della tomba di Novak, al tempo stesso li rende adesso piuttosto sicuri di poter escludere il coinvolgimento di non-morti dalla vicenda. Pertanto, appurato ciò, mentre approfittano di una colazione a base di pane caldo appena sfornato portato loro da Sorella Leah, Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio decidono di proseguire come stabilito. Si recheranno quindi presso gli altri due luoghi dei crimini e presso l'abitazione di Novak per continuare le loro indagini. Salutando perciò Sorella Leah e ringraziandola comunque per il supporto fornito loro oltre che informandola dell'esito negativo della loro azione al cimitero e del fatto che in caso di sviluppi sulla vicenda la informeranno appena possibile, il gruppo si incammina verso l'attraversamento sul fiume. Una volta fuori, poiché fin troppo immersi in precedenza nei propri ragionamenti, si rendono conto solo ora che il temporale della notte scorsa è ormai passato. Un primo mattino freddo, umido e con un fastidioso ma non forte vento è tutto ciò che ne rimane, oltre che un cielo ancora coperto e una miriade di pozze d'acqua che chiazzano la campagna circostante. Attraversandola sulla stretta via che porta ai moli, il gruppo giunge in vista di questi ultimi quando, nei pressi di una delle fattorie sul limite orientale della zona abitata, notano un capannello di persone. Incuriositi, si avvicinano ad esso realizzando che la piccola folla di una dozzina di contadini è tenuta distante dall'edificio da un cordone di cinque miliziani che cercano di mantenere l'ordine. Non capendo cosa sia successo e temendo possa essersi verificato un altro omicidio, i quattro superano il capannello chiedendo alle guardie di poter passare. Inizialmente ritrose, queste vengono poi obbligate a farlo dall'ordine diretto del Sergente Petrov in persona, che sbucando proprio in quel momento dall'ingresso della casa, scorge il gruppo autorizzandolo a farsi raggiungere. Quando pochi istanti dopo egli può finalmente parlare con loro a quattr'occhi, li informa del fatto, come temevano, che durante la notte è avvenuto un altro assassinio. Nell'inquietudine che li colpisce ancora una volta, Tiresio vede comunque un'opportunità. Come aveva già riflettuto a voce alta con i compagni il giorno prima, per quanto triste e preoccupante, un nuovo omicidio potrebbe permettere loro di comprovare ipotesi e scovare nuovi indizi decisivi per la loro ricerca. Pertanto, speranzoso che questo possa essere il caso, il bardo segue gli altri, guidati da Petrov, all'interno dell'edificio. Il sergente li conduce attraverso una sorta di cucina praticamente intatta portandoli fino al luogo del crimine, ovvero la camera da letto. Qui, riverso sul giaciglio tra le coperte sfatte, in qualche punto squarciate e macchiate di sangue e fango, si trova il cadavere di un'anziana. Morna, una donna di più di 70 anni, con indosso una semplice vestaglia da notte. I quattro si avvicinano al corpo per cercare particolari e indizi e mentre lo fanno Petrov racconta loro ciò che a sua volta la Milizia sa ed ha scoperto. La contadina, vedova, viveva da sola nella fattoria in una zona che le ronde della Milizia, a causa della scarsezza di uomini, purtroppo non sono riuscite a coprire. Come le altre vittime, deve essere stata sorpresa mentre dormiva, nel cuore della notte. La porta d'entrata dell'abitazione, chiaramente forzata, non deve infatti averla svegliata. Anch'ella riporta segni di graffi sugli avambracci e sulle gambe oltre che di fango ormai secco un pò dappertutto ma le tracce più evidenti riguardano evidenti lividi sul collo, marchio di una morte sopraggiunta per strangolamento, nonché la mancanza di entrambe le mani. Anche in questo caso, letteralmente strappate dagli avambracci con una forza disumana. Il quadro generale, identico ai precedenti due casi avvenuti sulla Sponda orientale sebbene in questo caso vi siano anche sul pavimento, dall'ingresso fino alla camera, evidenti e numerose tracce di fango lasciate dal colpevole e dovute presumibilmente alla pioggia della notte precedente e vi sia nell'aria un caratteristico strano odore di terra "profonda", spinge a questo punto il gruppo a voler dare un'occhiata anche all'esterno della fattoria per ulteriori conferme. Con il beneplacito di Petrov che rimane invece all'interno dell'abitazione, quindi, i quattro si muovono verso l'ingresso dopo aver però ricevuto dal sergente un'ultima ma interessante notizia. Stavolta, anche se da verificare, ci sarebbe una testimone. La figlia di 6 anni della famiglia che vive nella fattoria adiacente, infatti, avrebbe visto al tramonto una figura ammantata scura dirigersi verso la boscaglia a est. "Non so quanto questo possa avere a che fare con l'omicidio", afferma dubbioso Petrov, "ma ieri parlavate di tracce che spariscono nella foresta, per cui...comunque, secondo me, non è una testimonianza affidabile. Si tratta di una bambina piccola e potrebbe aver visto di tutto come niente...ed anche se fosse vero non è detto che possa essere inerente all'indagine...". Estremamente incuriositi però da tale avvistamento che potrebbe rivelarsi molto importante, i quattro iniziano perciò a cercare tracce all'esterno dell'edificio con ancora maggiore attenzione, speranzosi di trovare quelle stesse impronte che confermerebbero le loro ipotesi e che il giorno precedente li hanno guidati fino al bosco in modo così da potervi tornare per approfondire anche la veridicità della testimonianza della bambina. E difatti, con loro soddisfazione, individuano nel fango circostante l'abitazione ed anche sul muro della stessa, chiare tracce assolutamente simili a quelle trovate nelle altre fattorie. Anche in questo caso, le orme di mani conducono fino alla foresta ed anche stavolta essi decidono di seguirle. Favorito dalla pioggia della notte scorsa, il gruppo traccia con relativa facilità le impronte fin dentro il bosco dove nonostante la vegetazione riescono ad individuarle senza troppe difficoltà. Inoltratisi all'incirca per 300 m nella boscaglia, però, Tiresio, che sta guidando il gruppo, nota ad un certo punto che le impronte si interrompono bruscamente, come se si volatilizzassero nel nulla. Accanto ad esse, invece, nel mezzo adesso di una piccola radura nel bosco, spuntano chiare orme di stivali, presumibilmente appartenenti ad un umanoide di stazza media che sembra essere rimasto sul posto per diverso tempo. Tutte paiono risalire alla notte scorsa e, nell'inevitabile curiosità che ciò genera nel gruppo, questo inizia a seguirle dopo essersi reso conto che tali impronte si allontanano dal luogo per dirigersi verso sud. Dopo altri minuti passati a vagare in una foresta silenziosa e quieta, attraversando un roveto a lato dello stretto sentiero che stanno percorrendo, Tiresio nota un piccolo frammento di stoffa strappato e infilzato in alcuni spini. Resosi conto che si tratta di un pezzo di stoffa dall'aspetto recente e zuppo di acqua per via della pioggia della notte precedente, il bardo lo afferra per controllarlo. Quello che sembra un frammento di lana di un abito o di un mantello di colore marrone, appare appartenere ad un indumento piuttosto elaborato e non alla portata di un popolano qualunque. Mostrandolo ai compagni, fra di essi è Karak che prova a scoprire qualcosa di più annusando il pezzo di stoffa. Nell'odore di pioggia, di bosco e di lana, il lucertoloide ne coglie un altro, per quanto tenue ed appena accennato. Il lieve ma inconfondibile fetore di una fogna. A quella scoperta, alla luce anche dell'odore di terra "profonda" che il ladro aveva detto di aver sentito nella casa di Morna, Tiresio lancia un'occhiata a Goldrick per spingerlo ad informare anche gli altri del suo sogno che sembrerebbe, a questo punto ed in virtù di questi due particolari, poter essere in qualche modo collegato e perciò importante per l'indagine. Il paladino, quindi, senza indugiare, mette anche Lucien e Karak al corrente della cosa ed essi, come Tiresio, più che turbati dalla natura del fenomeno, si mostrano essere concentrati sulla sua utilità. Superati quindi gli ultimi timori di Goldrick sulla possibile reazione dei due compagni ai suoi sogni e convintosi definitivamente anche dalle loro parole, il paladino cerca di impostare un nuovo ragionamento insieme a loro. Il colpevole, forse un singolo uomo e lo stesso visto dalla bambina, agisce ma non si trova sulla Sponda orientale. Probabilmente, infatti, passa molto tempo in una sorta di fognatura, da qui gli odori percepiti da Karak. Una fognatura che non dovrebbe essere presente su questo lato del fiume, nè sotto le fattorie nè tantomeno sotto la chiesa del Signore del Mattino o il cimitero degli anonimi e dei reietti, ma al di sotto di Sturben, oltretutto non comprendendo l'intera città visto che quando hanno attraversato il Quartiere Povero molti abitanti buttavano per strada i propri liquami. La stessa fognatura che Goldrick potrebbe aver visto nel suo sogno e che confina anche con una zona non "lavorata" dall'uomo, dall'odore appunto di terra "profonda". Il colpevole, pertanto, si sposta da lì fino alla Sponda orientale per compiere i suoi crimini. Essendo improbabile che lo faccia sfruttando le zattere, il gruppo deduce che probabilmente possa servirsi di una piccola imbarcazione di sua proprietà, giungendo al tramonto nel bosco ed aspettando lì poi la notte per colpire ed allontanarsi subito dopo. Scartando quindi l'ipotesi di cercare informazioni ai moli dove qualcuno potrebbe aver visto aggirarsi il colpevole in quanto ritenuta estremamente difficile come informazione da scovare, i quattro decidono di cercare il problema alla radice, pensando di recarsi da Pavlic per chiedergli se esista una mappatura delle fogne di Sturben e, nel caso, come procurarsela. Questo, tra l'altro, li riporterà in città, permettendogli di proseguire poi l'indagine come avevano pianificato. Prima però, il gruppo intende seguire le impronte fin dove è possibile e così fanno, muovendosi con attenzione nella boscaglia fradicia. Presto, le orme iniziano a curvare decise verso ovest, dirigendosi verso il centro abitato e le fattorie, segno presumibilmente che, come hanno ipotizzato, il criminale si sia riportato verso i moli per tornare in città dopo aver compiuto la propria opera. Contemporaneamente, la vegetazione di lecci ed aceri lascia il posto ad alte e rade conifere ed il terreno diviene più roccioso ed impervio rendendo impossibile per Tiresio continuare a tracciare le impronte. Quando, anche invocando invano l'aiuto delle misteriose voci che l'hanno guidato in altre occasioni in passato, capisce di avere ormai perduto le orme senza possibilità di rintracciarle di nuovo, il bardo realizza però che il loro tragitto li ha riportati indietro e che di fronte a loro, oltre il limitare della foresta, si trova una fattoria a meno di 100 m di distanza. Deluso da una parte per non aver potuto seguire le orme fino in fondo ma soddisfatto dall'altra per aver ottenuto nuovi potenziali utili indizi, il gruppo si sposta quindi in quella direzione con l'intento di raggiungere le zattere. Usciti dal bosco e arrivati in prossimità dei campi coltivati, tuttavia, essi scorgono un contadino intento a zappare la terra e, rendendosi conto che si tratta proprio della fattoria vicina a quella della defunta Morna, hanno un'idea. Chiedere un veloce colloquio con la bambina testimone dell'avvistamento della misteriosa figura al tramonto del giorno prima, così da provare ad averne qualche dettaglio in più. Il contadino, probabilmente, è il padre della bambina e così, dando a Goldrick il compito di persuaderlo, il gruppo gli si avvicina sperando che il mezzadro possa loro permettere di incontrare la figlia.

Personaggi con cui si ha interagito

Sorella Leah e Sergente Petrov
Campaign
La Valle delle Foglie Cadute
Protagonists
Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
31 Oct 2023
Luogo Primario

Commenti

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